I risultati delle ultime elezioni regionali in Toscana registrano un forte aumento dell’astensione.
Questi sono i dati relativi all’andamento dell’astensione negli ultimi 10 anni, in percentuale sul corpo elettorale: 2014 (europee) 33,28%, 2015 (regionali) 51,72%, 2018 (politiche) 22,53%, 2019 (europee) 34,25%, 2020 (regionali) 37,40%, 2022 (politiche) 30,25%, 2024 (europee) 40,94%, 2025 (regionali) 52,27%.
Come si vede, ci troviamo di fronte ad una crescita costante dell’astensione, in cui si registrano due sole anomalie: le elezioni regionali del 2015, in cui l’astensione è cresciuta con un picco del 51,72% per poi ritornare nelle elezioni successive nella tendenza consolidata, e le elezioni politiche del 2022, in cui l’astensione è calata fino al 30,25%.
Questo secondo dato merita una riflessione a parte, perché si collega all’affermazione di Fratelli d’Italia a livello regionale, di cui sono state date molte spiegazioni. A mio avviso questi due dati sono collegati, e si spiegano anche in base all’atteggiamento tenuto dal partito di Giorgia Meloni nei confronti dei governi Conte e Draghi, in particolare sul tema dell’emergenza COVID. È probabile, secondo questa interpretazione, che molte persone, anche non impegnate direttamente nel movimento no green pass, ma comunque scontente della politica dei governi e delle forze politiche che li hanno sostenuti, di fonte alla pandemia siano andate a votare, diminuendo il numero delle astensioni e destinando la preferenza verso Fratelli d’Italia.
Questa è una delle componenti, insieme all’orientamento del tradizionale elettorato di destra verso le posizioni più estremiste del partito della fiamma; una componente che si è esaurita rapidamente, visto che già alle elezioni europee del 2024 i consensi a Fratelli d’Italia sono diminuiti, mentre alle regionali di quest’anno la diminuzione si è accentuata. In entrambe le occasioni, l’astensione è tornata ad aumentare.
Il superamento della soglia del 50% di astensioni è un elemento simbolico che dimostra il consenso dei cittadini nei confronti dell’istituzione; per questo i commentatori hanno posto l’attenzione sulla composizione del corpo elettorale e sull’astensione “fisiologica” collegata alla elezioni regionali. Secondo questa interpretazione, il corpo elettorale per le elezioni regionali è composto anche dagli elettori che lavorano altrove, e che in occasione delle elezioni politiche esercitano il diritto di votare in un’altra regione, cosa che non è possibile per le regionali. A sostegno di questa tesi vediamo che il corpo elettorale per le elezioni politiche del 2022 era composto da 2.811.953 persone, mentre nel 2025 è stato 3.007.061, una differenza di circa 195 mila persone. Se noi sottraiamo questa cifra al corpo elettorale delle ultime regionali, la tendenza all’aumento dell’astensione non cambia, anche se rimane al di sotto della soglia psicologica del 50%.
Questa tendenza, in generale, rispecchia da una parte la disaffezione verso forze politiche trasformatesi in liste elettorali, legate a ristretti gruppi economici, finanziari e speculativi; dall’altra esprime il rifiuto di una struttura che concentra il potere nelle mani del presidente della regione, togliendo qualsiasi funzione al consiglio regionale nella nomina del presidente e della giunta. Un funzionamento che certamente assicura una maggiore stabilità alla giunta, ma al tempo stesso riduce quelle possibilità di controllo dal basso che dovrebbero essere una caratteristica del sistema democratico. In realtà l’evoluzione della regione in questi ultimi anni dimostra che ogni governo ha la tendenza a diventare dittatoriale, riducendo i rappresentanti eletti a semplici comparse che hanno il compito di approvare quanto deciso dal presidente e dalla giunta.
In un quadro di questo tipo, il ruolo delle opposizioni, soprattutto di quelle radicali, è inesistente. Le liste a sinistra di PD e AVS hanno visto quasi dimezzare i propri voti nello stesso periodo considerato.
Se la lista Toscana Rossa ha ottenuto 57 mila voti alle ultime regionali, nelle regionali del 2015 la lista Sinistra aveva ottenuto 83 mila voti; ancora nel 2020 aveva ottenuto 79 mila voti. Le polemiche relative all’atteggiamento nei confronti della politica governativa contro il COVID sono state particolarmente dirompenti in quest’area, che alle elezioni successive (politiche 2022) scendeva fino a 42 mila voti. La disaffezione nei confronti del sistema democratico in realtà si spalma su tutte le consultazioni ed aumenta di volta in volta. Questo è il dato incontrovertibile. Può essere l’occasione per propagandare il nostro modello di organizzazione sociale: la società organizzata senza governo.
Lona Lenti