Una delle cose che rende Elon Musk famoso a livello mondiale è l’ampiezza del campo nel quale si estendono le sue attività. Altrimenti potrebbe sembrare solo uno dei tanti bizzarri imprenditori espressione del capitalismo del XXI secolo, capace di prendersi la ribalta mediatica anche gesticolando oppure commentando le vicende della politica interna e internazionale. Come se il suo obiettivo principale non fosse quello di estrarre profitti dalle sue attività centrate principalmente sullo sviluppo, produzione e vendita di prodotti legati alle nuove tecnologie.
Uno dei settori che da tempo è un vero e proprio campo di battaglia è quello delle comunicazioni digitali all’interno del quale Musk è presente dal 2019 con una delle sue aziende più note, la “Starlink”, una sussidiaria di “SpaceX”, che ha come scopo quello di fornire connessione Internet a privati e imprese tramite migliaia di satelliti. Non si tratta certo di una idea originale, visto che fin dai primordi della Rete esistono servizi che forniscono connessioni via satellite per coprire le aree del pianeta dove è troppo costoso stendere dei cavi. Queste aziende però hanno avuto sempre scarso successo, sia perché certe tecnologie erano negli anni ’90 ancora agli inizi, sia perché la velocità dei collegamenti era davvero bassa. Oggi le cose sono parzialmente diverse e un’impresa come quella del magnate americano può vantarsi di essere presente in un centinaio di paesi. Ed è proprio la sua diffusione a costituire l’origine di alcuni dei suoi problemi, tra i quali quello di dover fare i conti con un centinaio di governi e di conseguenza con migliaia di politici. Negli ultimi due anni si sono verificati molti casi che hanno mostrato la stretta connessione tra interessi politici ed economici. Ricordiamone alcuni.
Nel 2023 alcune fonti giornalistiche hanno dato notizia di una denuncia presentata al Ministero dell’Industria italiano contro Telecom Italia accusata da Musk di non condividere i dati relativi allo spettro di frequenze destinato alle trasmissioni satellitari.
Nello stesso anno, in Ucraina, sembra che le truppe degli invasori abbiano iniziato a usare la rete satellitare “Starlink” per scopi chiaramente bellici, dopo che questa era stata messa, con annunci in pompa magna, a disposizione del Governo e dell’esercito ucraino. Immediata la smentita degli interessati, che hanno negato di aver venduto abbonamenti ai russi; non è stato però possibile smentire che i terminali satellitari usati dall’esercito di Mosca potrebbero essere stati acquistati in qualche altro paese e modificati per ingannarne le protezioni.
Un caso originale si è verificato l’anno scorso in Brasile, quando il Governo in carica ha deciso di oscurare il social chiamato “X” (già “Twitter”) accusato di veicolare la propaganda dell’ex presidente Bolsonaro e dei suoi seguaci. L’ordine di blocco, eseguito da tutti i fornitori di connessione brasiliani, non è stato però eseguito dalla società di Musk (che dichiara di avere circa 250 mila utenti in quel paese) e questo ha dato origine a un braccio di ferro politico, con richieste di arresto, multe milionarie, sequestro delle stazioni di terra e congelamento di conti bancari. Dopo qualche giorno però “Starlink” è stata costretta a cedere censurando paradossalmente il social del suo stesso padrone.
Sempre nel 2024 altra rogna, questa volta a protestare sono le associazioni degli Astronomi, perché affermano che i 7 mila e passa satelliti in orbita brillano un po’ troppo nella notte rovinando in questo modo la visione del cielo. D’altra parte, i danni che stanno causando all’atmosfera terrestre i continui lanci collegati al programma spaziale di “SpaceX” sono continuamente oggetto di proteste degli ambientalisti a causa dell’inquinamento che producono.
Intanto, per tornare in Italia, la Procura di Roma ha avviato un’indagine, relativa ad appalti sospetti affidati dalla “SOGEI”, che ha portato a due arresti e che vede coinvolti vari funzionari pubblici, compresi militari, uno dei quali avrebbe avuto contatti col “rappresentante” di Musk in Italia.
A livello internazionale “Starlink” dichiara di aver raggiunto oggi 4 milioni di utenti e ha recentemente ottenuto (negli USA) l’autorizzazione a veicolare anche collegamenti telefonici ma, per il momento, solo di tipo testuale.
Anche dai pochi esempi ricordati sopra appare evidente come un’azienda del genere abbia un enorme impatto politico oltre che economico e, oltretutto, godendo di una posizione di assoluto monopolio in alcuni campi è in grado di generare da una parte enormi profitti e dall’altra di indirizzare anche decisioni politiche.
E siamo arrivati ai giorni nostri, quando in Italia la discussione si è focalizzata sull’uso dei satelliti di Musk per veicolare le comunicazioni consolari e militari, ma eventualmente anche per fornire connessione alle zone della penisola che non sono collegate a Internet soprattutto per questioni orografiche e per il sostanziale fallimento dei tanti progetti di portare la “banda larga” in tutto il paese. A proposito della connessione a Internet ci sono alcune cose che spesso non vengono adeguatamente messa in evidenza. Il collegamento alla Rete venduto da “Starlink” ha da una parte ancora tutti i problemi (per esempio quando piove o nevica) legati alle connessioni via satellite, alcuni dei quali non sono risolvibili o perché mancano ancora le tecnologie o perché sono specifici di questo genere di collegamenti. Una semplice ricerca in Rete poi basta a smontare qualsiasi pubblicità riguardante le favolose velocità di connessione sbandierate.
Sempre riguardo a Internet la politica portata avanti dal compare di Trump mostra aspetti preoccupanti: sono note le dichiarazioni contro qualsiasi tipo di controllo dei contenuti che le persone pubblicano su Internet, che non significa essere contro la censura, ma piuttosto puntare a un incremento degli utenti. Non a caso, dal mese scorso, il contratto di chi si registra su “X” prevede che quello che pubblica potrà essere dato in pasto ai programmi che addestrano le cosiddette “Intelligenze Artificiali”. “Starlink” è inoltre una delle maggiori minacce alla “neutralità della Rete”, un tempo considerata intoccabile. Esistono infatti (negli USA) tre tipi di contratti “residenziali” a prezzi diversi; quello più economico ha una connessione che ha una “priorità minore” rispetto a quelli più costosi. Il che si traduce in una “degradazione” costante della stabilità della connessione e della sua velocità, che diminuiscono ulteriormente nelle aree più affollate e nelle ore di punta. In altre parole, il collegamento alla Rete venduto da Musk è progettato per offrire una qualità migliore per alcun* e peggiore per altr*, la prima a scapito della seconda. Un sistema di comunicazione nato per permettere una comunicazione almeno teoricamente paritaria viene sostituito da uno pensato e costruito per privilegiare chi ha i soldi per pagare a danno di chi ne ha di meno. Il capitalismo si può dipingere del colore che vuole ma il risultato non cambia.
Pepsy