INIZIATIVE CONTRO IL 41bis, TORTURA DI STATO.

Continuano le mobilitazioni e le iniziative contro la tortura del 41bis e la barbarie dell’ergastolo ostativo, sulla spinta dello sciopero della fame di Alfredo Cospito nel carcere Bancali di Sassari.
Un ampio schieramento politico e sociale si sta muovendo non solo per la revoca del 41 bis a Cospito ma per la rimessa in discussione di misure detentive che configgono apertamente con le concezioni umanitarie di rispetto della dignità di ogni individuo proclamate a gran voce da carte, costituzioni e quant’altro ma sistematicamente violate dal sistema di dominio.
Si va dalle iniziative delle aree più strettamente solidali con il pensiero di Cospito, alle manifestazioni di piazza che raccolgono come a Milano una presenza più variegata soprattutto giovanile ma non solo, ai cartelli e striscioni appesi in più luoghi come a Trieste, ai presidi di partito come quello di Potere al Popolo e a Napoli, agli interventi orali di denuncia nel corso di mobilitazioni indette per altri motivi (come il 12.12 sempre a Milano), alla presa di parola del papà di Orso e di Silvia Baraldini a Radio Onda D’Urto, ai comunicati di organismi sindacali come la CUB Piemonte (22 dicembre), alle azioni e alle dichiarazioni a livello internazionale. A questo si aggiungono poi – e a volte precedono – interpellanze parlamentari (Ilaria Cucchi e altri) e interventi da parte di personalità note del campo della cultura come quelli, ripetuti, di Luigi Manconi (l’ultimo il 4 gennaio su La repubblica) da sempre impegnato sul terreno dei diritti dei detenuti e di Massimo Cacciari, oppure di ben noti giornalisti come Enrico Mentana che nella sua pagina social ha affermato tacere mi sembrerebbe vile definendo gravemente sproporzionato e ingiusto l’utilizzo contro di lui dell’arma del 41 bis (non a caso poi il TG della 7 ha continuato ad informare sullo stato dello sciopero). Opportuno ricordare anche la storia breve a fumetti ‘La voragine’ che Zerocalcare ha scritto e disegnato su questa vicenda, gli interventi di Adriano Sofri e di Patrizio Gonnella dell’Associazione Antigone, lo sciopero della fame a staffetta lanciato sul sito de Il Riformista il 22 dicembre e che ha raccolto numerose adesioni.
Di fronte a tutto questo – e si tratta di un elenco assolutamente incompleto – il Ministero della Giustizia, con il ‘garantista’ Nordio in testa, tace e sostanzialmente se ne lava le mani. Non è la prima volta: dal 2009 ad oggi – scrive Luigi Manconi – nelle carceri sono state ben quattro le persone che hanno perso la vita alla fine del loro sciopero della fame. Lo Stato ha dimostrato in queste occasioni fino a che punto può arrivare, nell’esercizio del monopolio della violenza, mostrandosi cinicamente indifferente nei confronti di persone inermi che hanno solo la messa in gioco del proprio corpo come arma per manifestare la propria protesta umana in quella discarica sociale che è il carcere. Inutile aspettarsi anche un semplice cenno da parte di colui che presiede il Consiglio superiore della magistratura, il presidente Mattarella, che nel suo discorso di fine anno non ha speso nemmeno una parola sulla infame situazione carceraria in un anno che ha visto crescere il numero di suicidi, oltreché il peggioramento delle condizioni di vivibilità.
Da tempo registriamo un indurimento delle condizioni repressive nei confronti di quanti sono estranei al palcoscenico istituzionale. Sentenze abnormi, misure cautelari sproporzionate, denunce a go-go – contro sindacalisti di base, attivisti politici e sociali, occupanti di case – si susseguono senza sosta. L’imbrattamento di un portone istituzionale con vernice lavabile diventa un’aggressione allo Stato, una trattativa sindacale un’estorsione, un raduno musicale un convegno sovversivo. Il processo di criminalizzazione del dissenso sta proseguendo forzando in senso sempre più arbitrario le stesse leggi dello Stato, come denunciato da più parti, non necessariamente rivoluzionarie.
La mobilitazione in corso va colta e sostenuta in tutta la sua portata, con gli strumenti più idonei per il coinvolgimento di settori sempre più ampi; c’è la vita di Cospito in gioco e c’è una diversa e contrapposta concezione della giustizia da affermare.
M.V.

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