Giugno 1920: il Primo conflitto mondiale è terminato da due anni, ma navi da guerra della Marina militare italiana sparano cannonate sulle due sponde dell’Adriatico.
Davanti a Valona bombardano le posizioni degli insorti albanesi che stanno assediando la città per mettere fine all’occupazione coloniale italiana. Ad Ancona, invece, tirano granate sul popolo insorto a fianco dei bersaglieri che si rifiutano d’essere mandati a Valona.
La stampa borghese parla di “moti anarchisti”, ma nonostante il lavoro di agitazione contro il militarismo svolto, sin dai tempi della guerra di Libia, dagli anarchici, dai sindacalisti rivoluzionari dell’USI e dai socialisti “disfattisti”, la rivolta armata di Ancona – largamente spontanea – sorprende tutti e sarà uno dei momenti di più alta conflittualità del cosiddetto Biennio rosso.
La repressione statale ad Ancona causa oltre trenta vittime proletarie, ma il governo italiano è costretto a ritirare le truppe dall’Albania.
Gli autori:
Marco Rossi, da libero ricercatore, si occupa dei conflitti sociali nel primo trentennio del Novecento; ha scritto, tra l’altro, Arditi, non gendarmi!, Gli ammutinati delle trincee, Il lavoro contro la guerra. Per Zero in Condotta, ha recentemente pubblicato Morire non si può in aprile.
Luigi Balsamini, bibliotecario, si occupa di fonti documentarie e ricerca storica sull’anarchismo e l’antifascismo; ha scritto, tra l’altro, Gli Arditi del popolo, Fragili carte: il movimento anarchico nelle biblioteche, archivi e centri di documentazione, Fonti scritte e orali per la storia dell’OAM.
Per richieste: https://www.zeroincondotta.org/richieste.html
160 pagine, 10 euro.
Zero in Condotta