Emilio Raffaele Papa (1931-2022)

Nel sito di storia locale «La Storia di Castel Bolognese» (https://www.castelbolognese.org/), da lui curato, Andrea Soglia ha di recente postato un articolo che riporta all’attenzione la figura di Emilio Raffaele Papa, morto a Torino più di due anni fa, il 2 maggio 2022, a poco più di 90 anni di età. L’articolo è intitolato “L’infanzia castellana dello storico e avvocato Emilio Papa”, ed è basato in notevole misura su informazioni e testimonianze fornite da amici e familiari di Papa. Notizie in parte finora ignote anche a me, che sono nato e vivo a Castel Bolognese e ho conosciuto personalmente Emilio Papa. Non è però tanto degli aspetti biografici e privati che intendo qui parlare (pur accennandone brevemente), quanto piuttosto della attività pubblica di Papa e della sua produzione storiografica. Storico, avvocato, docente universitario, era di origine romagnola ma da molti anni si era trasferito nel capoluogo piemontese. Era nato a Imola il 25 dicembre 1931, ma aveva trascorso l’infanzia a Castel Bolognese, città di origine della madre Giovanna Zaccherini, appartenente a una nota famiglia castellana di mediatori di vini (conosciuti in paese con il soprannome Macapac), relativamente benestante per l’epoca. Il nonno Emilio Zaccherini (1882-1950), padre di Giovanna, era stato un anarchico di un certo rilievo a livello locale, attivo tra il 1901 e il 1927, come documentano le fonti di polizia conservate nel Casellario Politico Centrale presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Il padre, Luigi Papa, originario di Carinola (Caserta), era invece un maresciallo dei carabinieri di stanza a Imola. Nella scheda a lui dedicata in Wikipedia si ricorda che Emilio Raffaele Papa “ha insegnato nelle Università di Bologna, di Bergamo e di Torino, nella quale ha esordito quale assistente di Alessandro Galante Garrone e ha poi tenuto, per oltre vent’anni, un corso di Storia dei partiti e dei movimenti politici. Come docente di Storia contemporanea, ha rivolto i suoi interessi soprattutto alla storia delle istituzioni, ma si è interessato anche di fascismo, di storia del movimento operaio e socialista, di storia della magistratura italiana. Autore di una ventina di volumi (molti ristampati più volte) e di centinaia di saggi pubblicati in riviste, si è anche dedicato alla “storia generale” con una Storia della Svizzera [Bompiani, 1993] e una Storia dell’unificazione europea [Bompiani, 2006]. Di rilievo anche la sua attività come giornalista (fu tra l’altro consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e presidente, per tredici anni, della Commissione ricorsi e disciplinare dell’Albo nazionale dei giornalisti) e avvocato (fu difensore di ufficio, benché rifiutato dai brigatisti, nel processo alle Brigate Rosse celebratosi a Torino dal 1976 al 1978 e difensore civico della Città di Torino dal 2004 al 2010)”. Ci limitiamo qui ad aggiungere che, avendo accettato di essere difensore di ufficio nel processo alle Brigate Rosse, corse consapevolmente e coraggiosamente notevoli rischi personali, entrando nel mirino dei brigatisti. Tra le sue opere principali, oltre alle due già citate, ricordiamo: Storia di due manifesti: il fascismo e la cultura italiana, (Feltrinelli, 1958), un testo ormai classico e insuperato, scritto in giovane età; Origini delle società operaie (Lerici, 1967); Magistratura e politica: origini dell’associazionismo democratico nella magistratura italiana: 1861-1913 (Marsilio, 1973); Fascismo e cultura (Marsilio, 1975); Il processo alle Brigate Rosse (Giappichelli, 1979); Ritorno alla politica: problemi del socialismo e della democrazia (F. Angeli-Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, 1988); Bottai e l’arte: un fascismo diverso? (Electa, 1994); Discorso sul federalismo ( Giuffrè, 1997); Rileggendo Carlo Rosselli: dal socialismo liberale al federalismo europeo (Guerini, 1999); L’ altra faccia della democrazia: per una democrazia della sorveglianza, (Lacaita, 2012); Che cos’è la democrazia? (Rubbettino, 2014).

Citiamo a parte il libro Per una biografia intellettuale di Francesco Saverio Merlino (F. Angeli, 1982), la più rilevante testimonianza dell’interesse di Papa per il pensiero del noto teorico e militante anarchico e socialista libertario. Emilio Papa alla figura di Merlino ha dedicato anche altri lavori, dedicati in particolare alla celebre difesa di Gaetano Bresci in occasione del processo per regicidio. Tra questi saggi non possiamo omettere di segnalare la relazione presentata da Papa al Convegno di studi su “La fine del Socialismo? Francesco Saverio Merlino e l’anarchia possibile” (Imola, 1 luglio 2000), i cui atti sono stati poi pubblicati dalla casa editrice Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo (a cura di G. Landi, Chieti, 2010). La relazione di Papa, dal titolo F.S. Merlino, un “avvocato dei malfattori”, alla difesa del regicida Gaetano Bresci, è una puntuale e dettagliatissima ricostruzione dello svolgimento del processo, inserito nel suo contesto storico, politico ed emozionale. Storico e intellettuale di valore, di sicura fede democratica e antifascista, Emilio Papa ci lascia una produzione storiografica di tutto rispetto, con la quale ci potremo misurare ancora a lungo. Le sue vicende biografiche e la sua attività intellettuale si sono intrecciate più volte con il pensiero libertario e la storia dell’anarchismo. Questo ce lo rende più vicino e siamo orgogliosi di averlo avuto, sia pure occasionalmente, come compagno di strada.

Gianpiero Landi

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