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Consultori a Trieste, cronaca di una lotta

Consultori a Trieste, cronaca di una lotta

“A seguito di una riorganizzazione aziendale a livello regionale, l’estate scorsa (2022 ndr) ASUGI ha deciso di chiudere 2 consultori su 4, smantellando i servizi a San Giacomo e a San Giovanni (due dei quartieri molto popolosi e popolari della città di Trieste. ndr) (…)
La riorganizzazione delle aziende che compongono il sistema sanitario regionale è stata tentata più volte a partire dal 2014 (L.R. 17/2014, mai applicata) (sotto la giunta regionale di centro sinistra, Serracchiani. ndr).
Fin dalle sue prime formulazioni, questa riorganizzazione fa uso del modello “hub&spoke”, di cui si parla anche oggi in relazione al PNRR. Questo modello prevede centri specializzati e strutture periferiche territoriali. Il primo tentativo di riorganizzazione fallisce, ma pochi anni dopo, due nuove leggi regionali (L. 27/2018 e L. 22/2019) (prima giunta Fedriga. ndr) colpiscono direttamente alcune strutture del sistema sanitario. Le aziende sanitarie ASUITS e Basso Isontino si accorpano in ASUGI.
È il 2020. Tra gli scopi delle leggi regionali che cambiano l’organizzazione del sistema sanitario, c’è la “valorizzazione del ruolo del distretto, anche con un corretto dimensionamento delle sue articolazioni territoriali”. Questo nell’atto aziendale di ASUGI (454 dd 19/05/2022 ndr), che riorganizza i distretti triestini da 4 a 2 (nel corso del secondo mandato della giunta Fedriga. ndr).
In Friuli Venezia Giulia, i consultori sono legati ai distretti. Di conseguenza al dimezzamento dei distretti, ASUGI fa corrispondere il dimezzamento delle sedi consultoriali. Tuttavia, se è vero che le funzioni consultoriali fanno capo ai distretti, non è scritto da nessuna parte che un distretto non possa avere più di un consultorio!” (Tratto dall’opuscolo “Dimezzano i consultori raddoppia la nostra rabbia!” realizzato da Nonunadimeno Trieste luglio 2023)

In seguito a questa situazione dal maggio 2023 si è costituito il Comitato di partecipazione dei consultori familiari organismo previsto dalla legge costitutiva dei consultori (legge 405/1975) che avrebbe una funzione di privilegio nel rapporto e dialogo con le istituzioni che li sovrintendono.
A questo Comitato si è affiancata da subito Nonunadimeno Trieste ed è nato un movimento cittadino che ha realizzato, assemblee, incontri pubblici e manifestazioni.

Alcuni momenti di piazza sono stati particolarmente significativi: il 28 giugno 2023 si è svolta in Piazza Unità una importante manifestazione sotto le finestre del comune della città con lo scopo di portare nel “salotto buono” le ragioni dei consultori, delle loro funzioni presenti e desiderate.
Il presidio è stato assurdamente osteggiato dalla questura che ha imposto prescrizioni al suo svolgimento.
In quel bel tardo pomeriggio estivo, infatti, parte della piazza era occupata da una tensostruttura che avrebbe ospitato in serata una cena di possessori di Rolex promossa dal locale rivenditore, primo ospite il sindaco della città, d’altronde era appena stata sgominata una banda di ladri di orologi e finalmente “l’ordine e la sicurezza” erano ritornati, tutti più sollevati, in barba a chi non riesce ad arrivare alla terza settimana del mese.
Per ragioni di ordine pubblico, nella più grande piazza d’Europa affacciata sul mare, dunque, i cittadini e le cittadine di Trieste, preoccupate per lo smantellamento delle strutture sanitarie pubbliche territoriali, non avrebbero potuto manifestare il proprio dissenso e le proprie ragioni a causa della compresenza di qualche decina di ricchi possessori di Rolex invitati ad una cena di auto celebrazione.
Solo grazie alla determinazione delle compagne di NUDM e alla risposta delle persone in piazza si è potuto fare il presidio come era stato pensato in un clima di grande attenzione di tuttx.

In seguito a questa presenza in piazza il Comitato di partecipazione è riuscito ad avere un primo incontro con il direttore dell’ASUGI durante il quale sono state date varie spiegazioni in merito al percorso di riorganizzazione, assicurando che le cose sarebbero state fatte con gradualità, parole poi smentite dai fatti.
La lotta non si è fermata nemmeno in estate è proseguita promuovendo interventi di singole persone con lettere al giornale locale, altre assemblee e eventi di socialità grazie anche alla partecipazione di un gruppo di mamme mobilitate dai tagli.

Un altro momento importante della mobilitazione cittadina è stato quello del 24 e 25 novembre 2023 quando in seguito ad uno dei numerosi flash mob promossi dal Comitato di partecipazione che si svolgeva di fronte ad uno dei due consultori poi soppressi, quello di San Giacomo, le persone presenti hanno deciso di entrare nel consultorio e di prolungarne l’orario di apertura, trascorrendovi la notte dentro.
La volontà delle presenti era di grande cura ed attenzione reciproca nello spirito che ha mosso fin da subito la mobilitazione. Ci si è impegnate a rendere le ore trascorse all’interno di quella struttura ore di socialità, crescita e condivisione collettiva.
È stato un momento di incontro generazionale molto significativo, arricchito dal collegamento con @ivgstobenissimo, assemblee, proiezione di un filmato, yoga mattutino, laboratori creativi e alla fine delle attività nel primo pomeriggio del 25 novembre, quando un corteo spontaneo di centinaia di persone è sceso in città da Campo San Giacomo, l’atrio del consultorio in cui si erano trascorsi quei momenti era stato adeguatamente rassettato e pulito e valorizzato dal materiale informativo sull’ivg, che mancava, lasciato in dono.

Quel 25 novembre NUDM aveva promosso un presidio in piazza Hortis, una piazza che ha dal 2021 un significato particolare grazie al presidio permanente creato da NUDM con i panuelos in ricordo dei femminicidi e transcidi, e rinnovato, (ahimè!) con regolarità ogni 8 del mese.

Simbolicamente quel giorno venne tracciata una linea rossa, un legame che tanto simbolico non è, tra la violenza di genere, la cultura dello stupro e i presidi territoriali di prevenzione tra i quali spicca, o dovrebbe spiccare, il consultorio. Il consultorio è infatti, tra le altre cose una delle poche strutture ad accesso diretto e gratuito per minori che vogliano denunciare situazioni di violenza domestica o sessuale oltre ad essere un importante presidio di monitoraggio di tutte quelle situazioni di fragilità che possono emergere grazie ad esempio alle visite ostetrico/ginecologiche o alle attività di promozione dell’allattamento o della puericultura in generale o alle azioni di promozione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Il personale del consultorio dovrebbe essere infatti formato a riconoscere e ad intervenire adeguatamente nei casi di violenza, attuando misure che sono possibili grazie al rapporto di familiarità e prossimità promosse dalla natura stessa del consultorio. Questo ovviamente è possibile là dove le caratteristiche di familiarità e prossimità si danno mentre si perde se la struttura è centralizzata e il rapporto non può essere quotidiano e diretto a causa ad esempio dell’aumento dell’utenza che allunga i tempi e non garantisce un accesso immediato. Questo chiaramente è ciò che è facilmente prevedibile se il bacino dell’utenza passa da 50mila circa con 4 consultori in una città di 200mila abitanti a quasi il doppio con il dimezzamento dei consultori.
All’arrivo in piazza Hortis del corteo il numero dex partecipantx era superiore al migliaio e la polizia è stata costretta a “concedere” la centrale piazza Unità.

Altri momenti significativi per la città sono stati quelli degli ultimi giorni a giochi ormai fatti.
Nella totale e sprezzante mancanza di risposte da parte dei vari soggetti politici e tecnici dell’azienda ASUGI e del governo della regione, il 19 gennaio appena passato, il direttore dell’azienda convocava il Comitato di partecipazione per comunicare l’imminente dismissione che sarebbe avvenuta 6 giorni dopo, dei due consultori.
Un incontro farsa che si svolge mentre il personale dei consultori sta già imballando il materiale per la chiusura e le targhe che ne indicano la presenza sono già rimosse. L’unica nota positiva di quel pomeriggio è stato il faccia a faccia tra il direttore e il centinaio di persone in presidio che, stanche di aspettare fuori al freddo, sono entrate sperando in un confronto a cui però il direttore si è velocemente sottratto uscendo scortato dalla Digos, dopo aver annunciato che ci saranno degli Open Day per spiegare il nuovo riassetto.
Ovviamente nessunx dei presenti è stato consolatx da questo annuncio.

L’ultimo atto per ora di questa vicenda si è svolto mercoledì 1 febbraio quando, durante una seduta del consiglio regionale in cui si sarebbe dovuto affrontare un punto specifico riguardante la sanità, NUDM ha promosso un presidio sotto la sede della regione con l’intento di andare a stanare i responsabili politici di questo macello.
Come era facilmente prevedibile nessuna possibilità di interlocuzione è arrivata dal palazzo, nessuna attenzione ai bisogni delle persone, solo la totale mancanza di volontà di ascolto: la volontà di sottrarsi al confronto da parte dei politici al governo è impressionante.
Sono stati schierati i carabinieri in assetto antisommossa per la paura che un gruppo di cittadinx partecipassero ai lavori, in teoria pubblici, del consiglio e questo ha generato alcuni momenti di tensione.
È davvero incredibile come i responsabili politici e amministrativi di questo sfacelo possano rispondere ad esempio che le ore a disposizione del pubblico aumenteranno con il nuovo assetto quando è evidente, e qualunque scolarx delle elementari saprebbe fare un calcolo, che le ore di apertura di 4 strutture dimezzate, dimezzano.
L’altra fandonia che ci viene raccontata è che non hanno mai tagliato il personale riducendo l’organico e se è vero che non ci sono stati licenziamenti da parte dell’ASUGI, è altrettanto vero che non ci sono state nuove assunzioni per il personale che in questi anni è andato in pensione, il risultato comunque non cambia e non può essere smentito a meno di una totale spudoratezza.

Tante sono le strade che si sono tentate in questi mesi di mobilitazione e a nessuno di questi tentativi di dialogo è stato dato ascolto, quello che se ne può desumere è che la volontà politica dell’attuale giunta è quella di smantellare in modo sistematico la sanità pubblica in funzione di quella privata, ancora meglio se privata in convenzione.
Ovviamente non devono pensare che la lotta si fermi a questo punto, le ragioni del benessere collettivo sono superiori alle speculazioni aziendalistiche di un manipolo di burocrati o politici prezzolati.
Il movimento che è nato intorno alla faccenda dei consultori è trasversale alle generazioni e alla provenienza sociale e ha saputo crescere nel confronto e nell’attività diretta.
I consultori sono stati voluti dai collettivi femministi che li pensarono e li sperimentarono in modo autogestionario prima che venissero sanciti per legge, la strada forse è ancora lunga nella regione FVG ma è già stata tracciata e si arricchisce del portato delle nuove generazioni.

Igina

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