Il 16 e il 17 dicembre 2023 si è tenuta a Carrara “Le Montagne non ricrescono”, una due-giorni di lotta e formazione per costruire un fronte unito contro gli strapoteri dell’estrattivismo, non solo in Apuane ma ovunque.
L’evento è stato promosso dall’Assemblea di accesso alla montagna – nata a seguito di due escursioni sulle Alpi Apuane minacciate dalla presenza delle forze dell’ordine, coinvolte a tutelare gli interessi di aziende del lapideo a discapito del diritto di accesso alla montagna, ecomposta da CAI – Club alpino italiano, con la Commissione centrale Tutela Ambiente Montano e il Gruppo regionale Cai Toscana, Arci, Mountain Wilderness, WWF, Athamanta, Comitato Comunità Civica della Cappella, Coordinamento Ambientalista Apuoversiliese, Italia Nostra – e ha raccolto l’adesione di più di cento realtà.
“Fermiamo l’estrattivismo in Apuane e Ovunque” è il sottotitolo della due-giorni, che individua Carrara come luogo simbolo del modello estrattivista in Italia. Il contesto globale all’interno del quale si inscrive questo appello è anche quello della crisi climatica e della nuova fase di corsa alle risorse, già all’attivo in molti territori, mentre in moltissimi altri prenderà presto corpo.
È indispensabile chiarire che “estrattivismo” non è sinonimo di “estrazione”, ma, come spiegato dall’intervento al convegno della mattina del 16 di Maura Benegiamo, ricercatrice dell’Università di Pisa in Sociologia Economica e del Lavoro, è un modello che concentra i profitti nelle mani di pochi e ne socializza i costi. Le oltre tremila persone che nel pomeriggio di sabato 16 hanno attraversato le strade diCarrara per contrastare l’estrattivismo, in Apuane e ovunque, rappresentano l’obbiettivo di quella giornata. Il bisogno di sancire un prima e un dopo, un punto d’inizio per un movimento largo ed eterogeneo non più frammentato, ma che cammina insieme.
I messaggi lanciati nel corteo, “estrattivismo non è sinonimo di lavoro in cava, ma è un sistema che produce profitti per pochi e danni per tutte”, “fuori gli industriali dal governo della città” e ancora “Confindustria nemico delle Apuane”, hanno puntato il dito e identificato un nemico molto chiaro sul territorio locale e regionale: gli industriali del marmo, le istituzioni e più in generale il potere economico che plasma non solo le politiche di governo della città, ma anche la cultura stessa di Carrara. Da qui il contenuto di un altro striscione: “Fondazione Marcio, la devastazione mascherata da filantropia, non facciamoci comprare”, chiaro attacco alla Fondazione Marmo.
Il 17 dicembre la mobilitazione è continuata con tavoli di approfondimento e dibattiti diffusi in diversi spazi sociali e circoli della città, con l’obiettivo di avviare un percorso collettivo che sia in grado di dialogare con la comunità e immaginare un futuro desiderabile per tutti e tutte.
Athamanta