Chi sparge l’impostura. Riflessioni antireligiose.

Tantum religio potuit suadere malorum

Lucrezio (I,101)

La lotta contro le religioni è un elemento basilare del movimento anarchico, come possiamo riscontrare fin dal suo sorgere. Un esempio del ruolo svolto dalla lotta contro la religione è dato da questo brano di Michele Bakunin, tratto da “Risposta di un internazionale a Giuseppe Mazzini”, in cui critica le posizioni teologiche del rivoluzionario italiano sviluppando un ragionamento che può riferirsi ali processo di formazione comune ad ogni ideologia religiosa.

Bakunin rivolgendosi a Mazzini sostiene: “quello che voi chiamate materia è un essere fittizio come il vostro dio, come il vostro satana, come la vostra anima immortale; è il rozzo assoluto, la brutalità inerte, un ente impossibile come impossibile è la vostra spiritualità pura, immateriale, assoluta. Tutto ciò non esistette mai che nella fantasia speculativa dei teologi e metafisici. La storia della filosofia ci ha ormai completamente scoperto il processo, d’altra parte semplicissimo, di questa inconscia creazione, la genesi, di questa fatale illusione storica, che pesò quale incubo terribile per una lunga serie di secoli sullo spirito oppresso delle umane generazioni. I primi pensatori, che furono necessariamente teologi e metafisici, essendo lo spirito umano così fatto, che sempre principia con la stoltezza, con la menzogna o con l’errore per attingere la verità, ciò che non forma una bella raccomandazione per le ” sante tradizioni del passato”; i primi pensatori, dico, presero nel complesso degli esseri reale, dei quali avevano cognizione, comprendendovi senza dubbio essi stessi, tutto quello che loro sembrava ne costituisse la forza, il moto, la vita, l’intelligenza e chiamarono ciò col nome generico di spirito e poi quell’avanzo del residuo informe ed inerte, che supposero dovere restare dopo questa opera d’astrazione eseguita inconsciamente dal proprio loro spirito sul mondo reale, diedero il nome di materia. Dopo ciò si meravigliarono che questa materia, la quale non esistette mai se non nella loro immaginazione, sembrasse tanto inerte, tanto brutale, tanto stupida dirimpetto a questo dio, che all’incontro fu stimato essere vita, moto, eterna intelligenza”.

Se da questo brano è possibile farsi un’idea di come l’alienazione religiosa si afferma sul terreno teorico, rimane tuttavia insoluta la questione delle sue basi materiali. In altre parole, per la coscienza filosofica -e la coscienza teologica è una forma di questa- il movimento delle idee, dei concetti e delle categorie appare come il movimento reale, mentre il movimento concreto appare come il pallido riflesso di quello.

Il metodo di risalire dall’astratto al concreto è il modo con cui il pensiero può appropriarsi del concreto, per riprodurlo come concretezza del pensiero; ma non è certo il processo di generazione del concreto. Per comprendere la genesi della religione quindi la critica si deve spostare dal piano delle idee a quello dei rapporti sociali.

Il movimento anarchico individua infatti la fonte della religione nella divisione in classi della società e nella nascita di una classe privilegiata di sacerdoti o chierici.

Ad esempio, così si legge nel Programma Anarchico:

(…) attraverso tutta una rete complicatissima di lotte di ogni specie, invasioni, guerre, ribellioni, repressioni, concessioni strappate, associazioni di vinti unitisi per la difesa, e di vincitori unitisi per l’offesa, si è giunti allo stato attuale della società in cui alcuni detengono ereditariamente la terra e tutta la ricchezza sociale, mentre la grande massa degli uomini, diseredata di tutto, è sfruttata ed oppressa dai pochi proprietari.
Da questo dipendono lo stato di miseria in cui si trovano generalmente i lavoratori, e tutti i mali che dalla miseria derivano: ignoranza, delitti, prostituzione. Da questo, la costituzione di una classe speciale (governo), la quale, fornita di mezzi materiali di repressione, ha missione di legalizzare e difendere i proprietari contro le rivendicazioni dei proletari; e poi si serve della forza che ha per creare a sé stessa dei privilegi e sottomettere, se può, alla sua supremazia anche la stessa classe proprietaria. Da questo, la costituzione di un’altra classe speciale (il clero), la quale con una serie di favole sulla volontà di Dio, sulla vita futura, ecc., cerca d’indurre gli oppressi a sopportare docilmente l’oppressione, e, al pari del Governo, oltre di fare gli interessi dei proprietari, fa anche i suoi propri. Da questo, la formazione di una scienza ufficiale che è, in tutto ciò che può servire agli interessi dei dominatori, la negazione della scienza vera. Da questo, lo spirito patriottico, gli odi di razza, le guerre, e le paci armate, talvolta più disastrose delle guerre stesse. Da questo, l’amore trasformato in tormento o in turpe mercato. Da ciò l’odio più o meno larvato, la rivalità, il sospetto fra tutti gli uomini, l’incertezza e la paura per tutti.”. E più sotto: “Guerra alle religioni ed a tutte le menzogne, anche se si nascondono sotto il manto della scienza”.

Guerra alle religioni, dunque, a tutte le religioni. Il Programma Anarchico è stato adottato nella forma definitiva nel 1920 ma, come si legge nella premessa, i temi in esso trattati furono affrontati già all’interno della Prima Internazionale (1864-1881).

Non bisogna credere che “guerra alle religioni” significhi contrapposizione frontale sempre ed ovunque, e che l’anarchismo veda in ogni credente un nemico. Già Carlo Cafiero, inviato in Italia per controllare il funzionamento della sezione napoletana dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, scriveva a Federico Engels, responsabile per l’Italia del Consiglio Generale di Londra, che non rispondeva a verità la notizia secondo la quale gli internazionalisti napoletani tenessero un atteggiamento settario nei confronti dei lavoratori cattolici, tanto è vero che alle riunioni della sezione partecipavano anche lavoratori che la domenica si assentavano per assistere alla messa. Carmelo Palladino, uno dei responsabili della sezione, dichiarò a Cafiero che, per quanto nemici della religione, gli internazionalisti napoletani erano convinti che la pratica della lotta di classe avrebbe portato prima o poi i loro compagni ancora succubi delle superstizioni ad abbandonare la religione, ottenendo un risultato che non sarebbe stato possibile con un atteggiamento più intransigente.

Bisogna dire che l’atteggiamento di Palladino è stato condiviso nel tempo da gran parte del movimento anarchico, che ha sempre fatto una netta distinzione tra i credenti, sfruttati dai preti ed oppressi dall’ideologia religiosa, e la struttura di potere delle Chiese, distinguendosi anche da certo anticlericalismo intransigente tipico delle formazioni politiche piccolo borghesi come il partito repubblicano o quello socialista.

Oggi la lotta contro le religioni si muove in un contesto molto diverso. Nei paesi così detti sviluppati la religione assume sempre più un carattere residuale, sul piano ideologico, mentre l’apparato delle Chiese riceve contributi e agevolazioni per il suo ruolo di conservazione sociale e di mantenimento dei rapporti di dominio politico ed economico. L’affermarsi della laicità di Stato in alcuni paesi non contrasta con questo sostegno agli apparati clericali, perché tale laicismo si manifesta soprattutto come persecuzione nei confronti dei cittadini che esibiscono simboli religiosi. Allo stesso modo in cui agli inizi del movimento operaio la lotta contro i simboli religiosi aveva un carattere liberatorio, il laicismo di stato rischia di dare questo medesimo carattere alla loro ostentazione.

In Amarica Latina la tematica dei sentimenti religiosi dei popoli nativi è molto sentita ed incide molto anche all’interno del movimento rivoluzionario in generale e di quello anarchico in particolare. Nell’ultimo congresso internazionale questo tema è stato affrontato in un apposito workshop. Dal resoconto delle Federazioni del Cono Sud sono emerse posizioni differenti, che convergevano nel ribadire la lotta alle Chiese e alle religioni strutturate, che però mettevano anche in evidenza come le religioni dei popoli originari fossero al centro dell’aggressione capitalistica e governativa. Sia il governo sia le multinazionali ritengono che queste credenze possano costituire un ostacolo all’estrattivismo e alla trasformazione dei popoli nativi in forza lavoro a basso costo.

Si impone quindi anche per la lotta antireligiosa l’esigenza di abbandonare una concezione eurocentrica, il legame con la cultura classica e un approccio alla pari con le tematiche sollevate in altre parti del mondo o da altre componenti etniche. L’ateismo ha raggiunto una propria dignità e si è diffuso a livello di massa ben prima del sorgere dei primi partiti della classe operaia. In altre parti del mondo non è così e rapportarci nei confronti delle classi sfruttate e oppresse di queste realtà come portatori della verità non aiuta. L’America Latina, o il Medio Oriente, o l’Africa o il Tibet si libereranno dall’oppressione religiosa quando si formerà un movimento di classe autonomo e unitario, per strappare dall’empireo in cui le ha collocate la religione il benessere, la giustizia, la pace e la libertà. Il libero pensiero sarà veramente libero se si svilupperà a partire dalle condizioni e dalle persone concrete che vivono in quei paesi e non sarà un prodotto di importazione dall’Europa.

Tiziano Antonelli

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