Avventure presso i transumanisti

Il libro di Mark O’Connel , che è allo steso tempo serio, informativo, esilarante e, soprattutto, ha il grande merito di essere divertente nel portare a riflettere, inizia con una definizione dei transumanisti il ​​cui obiettivo è “ribellarsi contro l’esistenza umana nella quale siamo incagliati (…) basata sulla convinzione che dobbiamo usare la tecnologia per controllare l’evoluzione futura della nostra specie (…) per sradicare la morte dovuta all’invecchiamento e fonderci con le macchine per condurre finalmente una vita secondo i nostri più alti ideali.”
Siamo avvisati. La rigorosa indagine condotta con il massimo rigore da O’Connel inizia mentre lascia la sua Irlanda natia e atterra nella Silicone Valley (California) per incontrare i più attivi e famosi transumanisti finanziati dai fondi privati ​​di miliardari internazionali per la loro Ricerca sull’intelligenza artificiale (AI). Primo incontro con il professor Max More in un sobborgo di Phoenix, un paese di “corpi sospesi”, dove quest’ultimo ha già praticato la crioconservazione (conservazione a temperature molto basse, solitamente -196 ° C, di tutto o parte degli esseri viventi sperando di riportarli in vita quando i progressi scientifici saranno sufficienti) su 117 “decessi clinici volontari”. Una nuova scienza trasformata in un’attività tanto promettente quanto fiorente…
Seconda tappa presso Randal Koene, specialista di Carboncopia (un’organizzazione senza scopo di lucro per far progredire l’ingegneria neuronale dei tessuti, l’emulazione cerebrale e lo sviluppo di neuroprotesi, per creare substrati mentali indipendenti). Si tratta di scansionare i cervelli in altissima definizione ed in 3D per archiviare e conservare il loro contenuto in un recipiente adatto e così facendo poter attraversare il tempo. Niente di più, niente di meno. I ricercatori hanno già immaginato l’immagazzinamento del cervello su larga scala se questa pratica dovesse diventare diffusa…
O’Connel ci offre quindi alcuni capitoli entusiasmanti su sogni e incubi indotti da IA, intervallati da interviste a ricercatori raggruppati all’interno di MIRI (la cui missione è garantire che la creazione di una IA abbia un impatto positivo) esprimendo alcuni dubbi “riguardo alla nostra capacità di comunicare” con queste future sofisticate macchine intelligenti, substrati e altri robot, “consapevoli dei pericoli presenti in essi”. Alcuni dei ricercatori hanno avanzato il principio di precauzione: “L’intelligenza artificiale potrebbe mostrarsi pericolosa perché diversa da da noi, (umani, corpi fatti di carne e carne) priva di sentimenti umani, empatia, immune dalla rabbia e dall’empatia.”
Da parte sua, Randal Koene risponde che “Tutto dipenderà dal substrato, dal tipo di supporto che ci sarà disponibile”, ipotesi accompagnata dalla citazione di Elon Musk il quale ritiene che l’intelligenza artificiale sia “il più grande evento della storia dell’umanità, ma potrebbe anche essere l’ultimo, a meno che non troviamo adesso un modo per ridurre il più possibile i rischi “.
Poi O’Connel ci porta a partecipare alla “Darpa Robotic Challenge” di Pomona che presenta i robot più avanzati. Scopriamo innanzitutto robot intelligenti piuttosto simpatici che sono in grado di sostituire gli uomini per il trattamento di siti contaminati, quindi le loro controparti molto meno amichevoli presentate a “The Amazon Peacking Challenge”: robot dedicati a sostituire i dipendenti con compiti di basso livello in aziende “che permettono nuove prestazioni liberate dai vincoli umani (pausa bagno, fatica e sindacalismo…)”, dolce sogno di tecno-capitalisti, che inseguono l’ideale di controllare sia i mezzi di produzione sia la stessa forza lavoro. Poi, nel campo della sicurezza, la Hewlet Packard, sotto contratto con l’esercito americano, presenta robot con armi tecnologiche “in grado di sostituire i soldati umani troppo vulnerabili” o addirittura prototipi di robopoliziotti, armati di giroscopi stabilizzatori tubi di lacrimogeni integrati nella loro discreta protuberanza fallica per caricare in modo efficace i manifestanti oi lavoratori in sciopero… Piccola sosta vicino al paese dei “cyborg” nella periferia di Pittsburg che ,più illuminati o divertenti degli altri, cercano di “aumentare l’uomo attraverso tecnologie sicure, accessibili e libere da royalty, progettate per essere impiantate sotto la pelle e aumentare le capacità sensoriali e comunicative del nostro corpo”…
Accompagniamo quindi l’investigatore in una conferenza sulla dimensione religiosa del transumanesimo, in compagnia del proprietario di un sexyshop, di un mormone, di un editore di testi esoterici, di un buddista, ecc. Davanti alla apparente convergenza tra le diverse religioni rappresentate, O’Connel osserva che il movimento transumanista non è in contraddizione con il religioso in quanto risponde a modo suo alle contraddizioni e frustrazioni fondamentali dell’esistenza (dovute al confinamento di ciascuno nel proprio corpo). Ci siferma poi presso gli adepti della ricerca anti-invecchiamento e nell’ultimo viaggio nel “bus dell’immortalità” attraverso il deserto del New Mexico per parlare con Zoltan, candidato presidenziale del 2015. Quest’ultimo spiega a poche persone dalle aspettative malriposte che il suo autobus di campagna in forma di bara è “una provocazione il cui scopo è provocare polemiche negli Stati Uniti per sollevare l’opinione pubblica sulla sua apatia sulla questione della mortalità umana”. Roen è il suo “assistente” che mantiene la sua verginità mentre aspetta l’era incantata dei sexbot (robot con intelligenza artificiale e progettati per fare l’amore) “meno deludente degli umani sul campo”…
In conclusione del suo libro tanto serio quanto gustoso, da leggere con attenzione, O’Connel ci avverte: “Ho sempre avuto opinioni contrastanti sulle innovazioni tecnologiche. Mi hanno sicuramente reso la vita molto più facile,. ma sono pienamente consapevole che le aziende che li sviluppano ne approfittano per controllare e monetizzare le nostre attività, con l’unico scopo di ridurci a gruppi di dati e quindi a una fonte di informazioni volte alla crescita dei profitti. (…) Dopo aver terminato la mia indagine, sono arrivato a pensare che il futuro non esista in senso stretto, tranne che come una versione allucinata del reale “… Cos’altro?
Redazione de Le Monde Libertaire
Traduzione di Enrico Voccia
Testo originale: https://www.monde-libertaire.fr/?article=__Lecture_:_Aventures_chez_les_transhumanistes__de_Mark_OConnel – il testo di cui si parla è Mark O’Connell, Aventures chez les transhumanistes, titolo originale To Be a Machine, nella traduzione francese di Emilien Bernard, l’Echappée.

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