Lunedì 1° febbraio 2016 è stato inaugurato presso il Circolo Anarchico Berneri di Bologna lo Spaccio popolare autogestito (Spa). Lo Spa si svolge tutti i lunedì salvo imprevisti, dalle 17:40 alle 19:30, subito prima della consueta mensa, anch’essa popolare e autogestita, attiva oramai da alcuni anni.
Si sono da subito aggirati studenti, lavoratori, cittadini curiosi di vedere come sia possibile coniugare la qualità dei prodotti sani e biologici con il sostengo a produttori libertari ed esperienze capitalistiche a un prezzo giusto ma accessibile.
Cos’è lo Spa? Non è un Gas, non è un negozio, è un momento in cui vengono distribuiti a prezzo di costo (ovvero senza rincaro) prodotti alimentari, per lo più secchi, provenienti da esperienze libertarie di autoproduzione. A organizzarlo è la Rete Eat the Rich, una rete di mense, gruppi di acquisto e piccoli produttori, protagonista negli anni passati di svariate iniziative simili, tanto nelle piazze quanto in un paio occupazioni di stabili abbandonati, occupazioni sgomberate dalla polizia con grande celerità. In continuità con questo percorso lo Spa vuole essere una modalità di riappropriazione concreta di spazi e rapporti sociali liberi ed anticapitalisti.
L’esperimento dello spaccio popolare si fonda su due cardini: mantenere i prezzi il più possibile popolari, rispettare e valorizzare sia i lavoratori e le lavoratrici sia l’ambiente.
Esso si pone alcuni fondamentali obiettivi: allargare e approfondire le dinamiche autogestite di produzione e consumo fuori da qualsivoglia logica speculativa; rafforzare i legami e le reti già esistenti tra produzione e consumo in un ottica di mutuo aiuto e di relazioni umani e sociali liberate e in continua liberazione; supportare e dare visibilità alla rete dei produttori libertari.
Al momento è attiva la distribuzione di diversi prodotti che provengono da cooperativa Iris, Comune Urupia, caffè Malatesta, Vio.Me di Salonicco, SOS Rosarno, Mondeggi Fattoria senza padroni, oltre ad alcuni piccoli produttori, della zona e non. I prodotti al momento sono: caffè, conserve, miele, passata di pomodoro, pasta di diversi tipo, saponi, olio, ceci, riso ecc. Altri si aggiungeranno col consolidarsi dell’iniziativa.
Nel materiale informativo distribuito durante lo Spa viene data qualche notizia su alcune di queste realtà di autoproduzione:
La Cooperativa Agricola Iris (Cavatone, CR) è stata fondata nel 1978 da un gruppo di nove giovani che hanno creduto nella cooperazione e nel metodo di coltivazione “da agricoltura biologica””come mezzo per un progetto sostenibile nel rispetto della natura e dell’uomo. Nel 1984 la IRIS si fonda ufficialmente come cooperativa agricola di produzione e lavoro, come proprietà collettiva e con lo scopo di coltivare esclusivamente biologico.
Per migliorare la vendita dei tanti ortaggi la coop. IRIS apre due spacci agricoli nella città di Cremona dove si svolgono molte attività culturali: sui metodi di produzione biologiche, sull’alimentazione, sull’ecologia. Nel 1990 avviene una crescita importante: la cooperativa ha la volontà di svilupparsi ed allargare il progetto, decide di coinvolgere i consumatori proponendo la partecipazione al progetto IRIS come soci finanziatori, permettendo con questi risparmi di avere le basi per l’acquisto di un fondo agricolo di ettari 36.00. Dal 1994/96 s’incrementa l’impegno per diffondere le tecniche di coltivazione bio e soprattutto per far crescere il rapporto diretto con il consumatore: è l’inizio dei Gruppi di Acquisto Solidali, un movimento di consumatori che vogliono avere un rapporto diretto di fiducia con i produttori. Nel 2005 la cooperativa decide di rilevare il pastificio con cui lavorava ormai da anni e nel 2010 comincia la costruzione di un nuovo pastificio. Nella filiera IRIS si produce: grano duro di altissima qualità, grani di varietà antiche, grano saraceno, farro spelta e dicoccum, grano tenero, mais con metodo biologico certificato. Questa è una grande ricchezza della cooperativa, un bene che viene condiviso fra agricoltori, soci lavoratori e dipendenti. www.irisbio.com
Il progetto Urupia nasce all’inizio degli anni novanta dall’incontro tra un gruppo di salentini – all’epoca quasi tutti redattori della rivista Senza Patria – e alcune persone di origine tedesca, “militanti” della sinistra radicale in Germania. Suoi principi costitutivi sono soprattutto l’assenza della proprietà privata e il principio del consenso, ossia l’unanimità delle decisioni. Questi “punti consensuali” vengono scelti nella convinzione che, in qualsiasi contesto sociale, una vera uguaglianza politica non sia realizzabile senza la base di una uguaglianza economica, e vengono assunti come corollario al desiderio di porre l’individuo, la sua autonomia e la sua felicità a fondamento di qualsiasi sviluppo sociale. Urupia comincia a “vivere” nella primavera del ’95 con la ristrutturazione dei fabbricati – quasi 2000 metri quadri di strutture murarie coperte – e con la messa a coltura dei terreni della Comune, entrambi da anni in condizioni di avanzato abbandono. Da allora tutti gli impianti fondamentali sono stati realizzati. Diversi spazi abitativi sono stati ristrutturati, così come molte delle infrastrutture della vita quotidiana. I terreni sono stati quasi tutti messi a coltura, altri ne sono stati acquistati o presi in gestione: più di 15 ettari di oliveto – prevalentemente plurisecolare, tre ettari e mezzo di vigne, un ettaro di orto, i seminativi, i frutteti, ecc. per un totale di circa 30 ettari. Migliaia di nuove piante sono state messe a dimora.
http://urupia.wordpress.com
Il progetto Caffè Malatesta nasce a Lecco nel gennaio 2010 quando, per un gruppo di giovani provenienti da diverse esperienze (chi dall’attivismo, chi da progetti di autogestione, chi semplicemente da anni di studio o lavoro precario), si apre la possibilità di utilizzare una macchina per la torrefazione in disuso, presso la sede del G.A.S. di Lecco (Associazione Comunità della Sporta). Il gruppo costituisce un “Collettivo di Lavoro” autogestito che ha voluto articolare la propria attività in 5 punti fondamentali: 1. Creazione di reddito da lavoro manuale ed intellettuale ed in nessun caso di profitti o introiti incoerenti con la partecipazione e l’impegno al progetto collettivo. 2. Lavorazione di Caffè prodotti in condizioni lavorative e sociali dignitose, con particolare attenzione alle piccole realtà prive di accesso alla certificazione internazionale FairTrade. 3. Lavorazione di materie prime prodotte nel rispetto dell’ambiente e del territorio con metodi di coltivazione biologica, ricercando rapporti di fiducia con piccoli produttori privi di accesso alla certificazione riconosciuta Organic/Bio. 4. Condivisione comune, mediante una costante pratica assembleare, delle scelte e dei percorsi che il progetto intraprenderà, rifiutando la formazione di dinamiche verticistiche ed autoritarie. 5. Costante ricerca di confronto e scambio con le realtà che intendono promuovere la cultura e la pratica della solidarietà, del mutualismo e dell’autogestione. Sappiamo di poter contare su una realtà nazionale e internazionale che, crescente e diversificata, fa della solidarietà, del mutualismo e dell’autogestione la propria tensione e la propria battaglia quotidiana. Auspichiamo perciò, di poter intessere sempre più diffuse relazioni con chi, come noi, aspira alla propria e all’altrui emancipazione. www.caffemalatesta.org
La Vio.Me di Salonicco è una fabbrica occupata dal 2011, quando cioè i proprietari hanno deciso di interrompere bruscamente l’attività. Anziché colla per piastrelle, la precedente specialità della fabbrica, i lavoratori hanno scelto di produrre sapone e vari prodotti per la casa naturali, che sono venduti attraverso una rete di centri sociali, abitazioni occupate, vari collettivi e il mercato mensile in fabbrica. Vio.Me è una fabbrica autogestita e senza capi, una sperimentazione effettiva di libertà. Oggi Vio.Me è impegnata in una dura lotta contro i reiterati tentativi di vendere gli stabilimenti all’asta. Così ha scritto alcuni mesi fa l’assemblea generale dei lavoratori della Vio.Me, rivolgendosi a tutti noi: “Vi invitiamo a schierarvi con noi nel sostenere ogni sforzo dei lavoratori per rendere autonome le forze produttive dalla classe dominante capitalista, che ha già comunque delocalizzato gran parte della produzione all’estero. Vi invitiamo a sostenere la fabbrica visto che noi, i lavoratori, abbiamo dichiarato che non ce ne andremo e che le nostre vite sono ormai legate a questa fabbrica.” viome.org
SOS Rosarno. Negli agrumeti e negli uliveti della piana di Gioia Tauro contadini cocciuti e migranti speranzosi coltivano insieme un futuro nuovo per la nostra terra. Una “nuova civiltà contadina” è il modo in cui abbiamo a volte denominato questo progetto, includendo in esso tutti i settori della società tranne quelli dominanti (quelli che dominano economicamente, socialmente, politicamente… umanamente) perché priva di dominio è la società nuova che costruiamo; perché una società fondata sulla terra economicamente e simbolicamente determina il modo in cui viene concepita e realizzata l’attività umana in tutti gli altri settori: che siano servizi o tecnologie, che sia lo svago o la stessa attività culturale in cui si esprimono i valori che guidano i comportamenti… tutto è orientato al rispetto della terra e all’armoniosa convivenza di coloro che la abitano. Gli agrumi e l’olio dei produttori di riferimento di SOS Rosarno provengono rigorosamente da agricoltura biologica certificata. Tutti i produttori sono piccoli proprietari, singoli o associati in cooperative, assumono regolarmente la manodopera impiegata nella raccolta, per oltre il 50% immigrata, e sono interni al circuito della solidarietà con gli africani di Rosarno. http://www.sosrosarno.org
Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza padroni
L’esperienza di Mondeggi fattoria senza padroni nasce dal comitato di Firenze di Terra Bene Comune, che si è attivato nel 2012 dopo che il Governo Monti ha usato il pretesto del debito nazionale per sdoganare mediaticamente la svendita del patrimonio pubblico. Il comitato ha portato all’attenzione il caso della fattoria di Mondeggi, di proprietà dell’allora provincia di Firenze, e ha avviato la campagna “Mondeggi Bene Comune Fattoria Senza Padroni”: questa propone il recupero di tutta la fattoria attraverso l’uso dell’agricoltura contadina biologica e di piccola scala, che contribuisce naturalmente alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio ed alla creazione di ricchezza diffusa che resta nel territorio seguendo i canali della filiera corta.
Per rendere economicamente sostenibile il progetto e per condividere la cura e il ripristino del bene con le persone del territorio, si sono attivati fin dall’inizio progetti agricoli, culturali e sociali, come l’orticoltura, l’erboristeria, l’allevamento, la cura dell’ulivo e della vigna, l’apicoltura, la progettazione di un frutteto, la scuola contadina e ancora seminari, presentazioni, spettacoli e incontri. Del comitato fanno parte semplici cittadini che si sono presi a cuore Mondeggi e desiderosi di fermare il suo degrado, agricoltori, artisti, produttori biologici e biodinamici, attivisti dei gruppi di acquisto solidali, studenti, tecnici, professionisti e giovani laureati. Mondeggi Bene Comune – fattoria senza padroni subisce in continuazione attacchi da parte delle istituzioni. In opposizione alle politiche dei governi, completamente assoggettati alle multinazionali, che privatizzano la ricchezza dei territori e socializzano devastazioni e povertà’, Mondeggi propone e mette in pratica nuove forme di convivenza sociale intorno alla riappropriazione della terra, basate sul mutuo soccorso e sull’autogestione dal basso. http://tbcfirenzemondeggi.noblogs.org/
RedB