Pizzo e vecchi merletti
Nonostante ultimamente abbia studiato con cura le regole del “bon ton”, riscuotendo anche un discreto successo nel jet set della politica che conta e che prima la schifava, Giorgia Meloni ha nuovamente brillato per delicatezza parlando di “pizzo di Stato” alla chiusura della campagna elettorale per le amministrative siciliane a Catania. Queste le sue dichiarazioni volte ad arruffianarsi i voti dei commercianti:
“La lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero: big company, banche, frodi sull’IVA, non sul piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di Stato, perché devi fare caccia al gettito più che lotta all’evasione”.
Il comizio populista l’ha ripagata. A seguire una breve riflessione dopo le elezioni catanesi del gruppo Galatea.
Oltre il fumo delle elezioni
(pubblicato il 29 maggio 2023 dal Gruppo anarchico Galatea)
Quasi il 48% degli aventi diritto al voto e residenti a Catania non sono andati a votare alle elezioni comunali. Rispetto alle passate comunali (2018), le persone astenute sono aumentate dell’1%. Questo aumento è stato motivo di lamentela sui social e fuori da essi. Ma di preciso, per cosa ci si lagna? Viviamo in un contesto locale economicamente, socialmente e culturalmente impoverito dove gli sfratti sono un problema quotidiano, si lavora o vive alla giornata e i sussidi e i redditi (NASPI, RdC, PdC etc) non compensano le spese che si devono sostenere (specie in un territorio dove l’inflazione è alta). Negli anni i partiti istituzionali si sono impegnati nella lotta elettorale o, per meglio dire, nell’apparire in consiglio comunale. Il gioco portato avanti da costoro è stato di mera rappresentanza e di delega, dove hanno cercato di barcamenarsi tra il “pezzente” che ha visto il proprio posto di lavoro perduto causa delocalizzazione e chi, come azienda, ha tentato di entrare e/o voluto difendere la propria posizione all’interno del mondo degli appalti e dei finanziamenti nazionali ed europei (PON-FESR e/o PNRR).
Questo volersi destreggiare tra le due sponde (pezzente e azienda) all’interno di un sistema di poteri avvantaggia, oggettivamente parlando, sempre la parte che ha una grande disponibilità economica. Il voto politico diventa una questione puramente economica e priva del suo presunto significato ideologico o civico: chi va a votare lo fa per avere una briciola economica (soldi o lavoro precario), una rappresentanza politica e/o una strada spianata per appalti, permessi, commesse e via dicendo. La depoliticizzazione così creata torna utile al sistema stesso in quanto si fa accettare a quella parte di popolazione impoverita il fatalismo e il vivere alla giornata.
Così soggetti economici come:
– lo zio d’Australia (Ross Pelligra) che, portando lustro al Calcio Catania, collabora attivamente con i suoi amici dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili nel progettare speculazioni edilizie (intortando, allo stesso tempo, quei “quattro pezzenti” che, con la fede da tifosi che li contraddistingue, vanno a sostenere la squadra calcistica locale in casa, in trasferta e negli allenamenti a Torre del Grifo e/o a Ragalna);
– Confcommercio, Compagnia delle Opere e Sicindustria, impegnati nell’incentivazione territoriale turistica, agroalimentare e di potenziamento delle infrastrutture logistiche e viarie (strade e porto);
possono prosperare e distruggere ulteriormente le vite (a livello fisico e mentale) degli individui e stravolgere ancor di più un territorio pesantemente cementificato.
La depoliticizzazione, come parte integrante del sistema di poteri vigenti, deve essere superata. L’astensionismo, in tal senso, sarà un attacco al principio di autorità e di delega e, contemporaneamente, getterà le basi per la costruzione di un’autonomia collettiva totalmente diversa dal modello attuale che ci sta conducendo all’autodistruzione.
Gruppo Anarchico “Galatea” – Catania