Il 10 e 11 settembre si è tenuto a Roma il forum europeo dei sindacati alternativi proposto e organizzato da alcune sigle del sindacalismo di base e conflittuale ADL Varese, CIB-Unicobas, COBAS Sardegna, CUB, SGB e USI CIT ed è stato partecipato da altre organizzazioni dei sindacati di base in Italia e alternativi in Francia, Spagna, Germania, Svizzera che hanno portato il loro contributo alle due giornate.
Negli ultimi anni il deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro ha interessato tutta l’Europa e la disoccupazione, la precarietà hanno incrementato in maniera esponenziale le disuguaglianze sociali e la concomitante perdita dei diritti sindacali minimi per i lavoratori e le lavoratrici. Per questo e altro nel 2021, la maggior parte delle organizzazioni sindacali italiane di base e conflittuali ha ritenuto ineludibile intraprendere un percorso unitario di confronto, capace di individuare strategie e obbiettivi di lotta condivisi e coordinati tenendo conto delle differenze tra le singole organizzazioni e le diverse condizioni nei singoli paesi.
Il forum europeo di Roma ha segnato un’altra tappa del percorso intersindacale, attivato e mai interrotto dal 2021, da cui sono emerse le piattaforme rivendicative con due principali momenti significativi: il primo è stato lo sciopero generale dell’11 ottobre 2021 quando si sono svolte manifestazioni in molte città italiane per bloccare i licenziamenti, chiedere gli aumenti salariali e pensionistici, la protezione dall’inflazione in aumento accelerato, un reddito per i disoccupati, una vera democrazia sindacale, garanzie di sicurezza sul lavoro e tutela dei lavoratori e delle lavoratrici migranti.
Alle rivendicazioni sindacali si sono aggiunte quelle sociali con l’opposizione allo sblocco degli sfratti, a tutte le discriminazioni di genere, alle produzioni nocive, alle grandi opere speculative, alle spese militari e alle servitù, chiedendo al contempo misure urgenti in materia di sanità, istruzione, trasporti e tutela ambientale. Hanno avuto seguito anche le manifestazioni contro il G20 il 30 ottobre e il 4 dicembre scorso la giornata di protesta nazionale contro il Presidente del Consiglio italiano, chiamata “No Draghi Day”.
Nel febbraio 2022 poi, l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, come continuazione di un conflitto ipocritamente ignorato dai Paesi europei, ma già sanguinoso dal 2014, ha cambiato il panorama geopolitico europeo e globale e le conseguenze sociali ed economiche della crisi bellica che da mesi sta segnando lo scontro tra l’espansionismo russo e quello della NATO si stanno ripercuotendo, ancora una volta e inesorabilmente, sulle classi sociali meno favorite di tutta Europa, seminando al contempo distruzione e morte.
L’attuazione da parte dell’Italia e dell’UE di un’economia di guerra caratterizzata da un aumento straordinario delle spese militari, da una vera e propria co-belligeranza e dalle spedizioni di armi all’Ucraina, nonché da sanzioni ipocrite con effetto boomerang che colpiscono soprattutto i settori come l’energia, i trasporti e l’alimentazione, hanno portato a un aumento dell’inflazione e all’elevato costo della vita.
Il secondo momento significativo del percorso intersindacale attivato in Italia nel 2021 è stato lo sciopero generale e sociale del 20 maggio 2022 contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra con numerose manifestazioni e iniziative attivate in 27 città.
Di fronte all’evidenza che le decisioni politiche ed economiche vengono prese congiuntamente dai principali governi europei, che la guerra e l’economia di guerra sono destinate a durare a lungo, il forum di Roma ha significato un primo e necessario confronto europeo del sindacalismo alternativo facendo emergere la necessità di un’analisi in merito alla situazione economica disastrosa di lavoratori e lavoratrici nei singoli paesi.
Pertanto dopo un lungo ed interessante dibattito è stata condivisa e sottoscritta una mozione in cui è stato affermato il sostegno alle lotte sindacali e sociali attualmente in corso in Europa, contro le politiche di austerità e miseria imposte dai capitalisti con i governi e le istituzioni al loro servizio e in particolar modo è stata espressa solidarietà alla giornata interprofessionale di azione organizzata in Francia il 29 settembre contro l’austerità e in appoggio alla resistenza sindacale e sociale ucraina non governativa. Inoltre è stata evidenziata la volontà di sostenere l’iniziativa “Rights! No deaths!” (Diritti! No Morti!) del 30 settembre e del 1° ottobre 2022 a Bruxelles contro le discriminazioni nei confronti dei migranti e delle migranti e alla manifestazione unitaria dei pensionati e delle pensionate del 15 ottobre 2022 a Madrid per l’innalzamento delle pensioni e dei salari in base all’incremento del costo della vita. Le organizzazioni sindacali partecipanti hanno affermato e sottoscritto il sostegno allo sciopero generale che i sindacati di base e conflittuali hanno proclamato in Italia per il 2 dicembre contro la guerra e l’economia di guerra ed hanno salutato l’incontro antimilitarista che nei giorni del forum si stava tenendo a Coltano (PI) contro l’ennesima nuova base militare.
E’ stato ribadito inoltre che Il sostegno all’azione sindacale in ogni paese è essenziale ma sarà importante in futuro anche organizzare una o più azioni internazionali che, se necessario, potrebbero andare oltre la prospettiva dell’azione italiana per la difesa dei salari, delle condizioni di lavoro, dei servizi pubblici e dei redditi popolari, contro l’inflazione e tenendo conto dell’emergenza ecologica e della necessità del disarmo, a cominciare da quello nucleare.
Il forum europeo dei sindacati alternativi di Roma ha segnato un’altra tappa assembleare importante nel percorso di lotta e opposizione sociale messe in campo in concreto dai sindacati di base e conflittuali in Italia che da mesi, senza tregua, sono già operativi verso il prossimo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati del 2 dicembre 2022 per un’ azione sociale concreta di risposta e contrasto all’austerità, al carovita, alla miseria, al militarismo e dia corpo ad un miglioramento reale delle condizioni di vita, di lavoro e di rappresentanza sindacale per tutte e tutti fuori dalla guerra e dall’economia di guerra.
Norma Santi