Giuseppe Lenoci di 16 anni è morto mentre lavorava, come era morto Lorenzo Perelli tre settimane prima.
Un altro studente di una scuola di preti, che evidentemente hanno scoperto il modo di fare soldi fornendo mano d’opera gratuita alle imprese.
Un altra vittima del rapporto perverso tra la scuola e le imprese con la scuola che obbliga gli studenti a lavorare gratuitamente, nel caso di Giuseppe per 180 ore, presso un’azienda che, con la scusa di formarli, li sfrutta gratuitamente. Si manda un ragazzo di 16 anni a farsi ammazzare sul camioncino di una ditta che lo sfrutta invece di consentirgli di studiare e accrescere la propria cultura.
Che cosa avrebbe dovuto imparare uno studente mentre veniva portato, con il furgone aziendale, ad eseguire un intervento presso un cliente della ditta? A guardare l’altro operaio che guidava? E avrebbe fatto formazione anche il cliente presso cui andava a fare manutenzione? E come mai, dei soldi che il cliente pagava per l’intervento, lo studente non avrebbe visto un centesimo?
Un’altra vittima del profitto che subordina al guadagno del padrone le vite degli operai. In Italia ci sono stati, nel 2021, 555.236 infortuni sul lavoro. Più di mezzo milione di persone hanno subito danni, lesioni permanenti, in qualche caso sono morte: un tributo in sangue pagato annualmente al profitto e considerato “normale” da governo, padroni e sindacati.
L’inesistente cultura dei sindacati sulla sicurezza sul lavoro lo dimostrano le dichiarazioni sull’omicidio di Giuseppe dei responsabili regionali di CGIL, CISL e UIL che parlano di infortunio “in itinere”, dimostrando di non sapere la differenza tra infortunio “in itinere” (che avviene mentre uno si reca o torna dal lavoro a casa) e infortunio “in strada” (che avviene mentre uno sta lavorando all’esterno del proprio posto di lavoro).
Forse è per questo che gli infortuni “in strada” degli operai dell’ANAS che fanno manutenzione sulle strade e vengono travolti da un’autovettura, degli operai delle ferrovie travolti dai treni, degli addetti della logistica, dei riders e quello di Giuseppe sono aumentati, nel 2021, del 21,6% rispetto all’anno prima.
L’alternanza scuola lavoro nelle sue varie forme (PCTO, stage, tirocinio) va abolita, non riformata! Al suo posto si studi la sicurezza sul lavoro per consentire agli studenti di oggi e precari di domani, di avere gli strumenti per tutelare la propria salute da una società che sacrifica un’altra giovane vita al dio del profitto.
Gruppo Anarchico Bakunin – FAI Roma e Lazio