14 luglio Senza Patria a Ventimiglia manifestazione internazionale

Almeno sette-ottomila manifestanti, qualcuno parla di diecimila, hanno sfilato in solidarietà ai migranti che cercano una vita migliore qui in Europa e a tutte le famiglie dei morti nell’attraversata del Mediterraneo e dei confini.
Un’Europa sempre più con le frontiere blindate per i poveri, non per le merci; sempre più coacervo di politiche razziste ed autoritarie, verminaio dei Salvini, delle varie leghe e partiti nazionalisti (di destra, ma anche di sinistra!) di ogni Stato d’Europa.
È da qualche anno che lo sdoganarsi di comportamenti apertamente razzisti si fa avanti in una mescola di sensazionalismo da giornale e chiacchiera da bar. Poco a poco prende piede, e può ritornare ciò che si pensava non potesse mai più tornare: il nazionalismo ed il fascismo. Oggi a Ventimiglia si è detto forte e chiaro: BASTA! Basta con l’odio, basta col patriarcato, col capitalismo e con gli stati! Gli slogan erano “né con Salvini né con Macron, niente patria, niente padroni” oppure tanti “No border, No nation, stop deportation”, oppure anche uno dedicato ai fans di papa Francesco – che ci ha deliziato ultimamente col paragone dell’interruzione di gravidanza con il nazismo – con questo monito “Feti ed embrioni li voglion salvare – i bimbi dei migranti li fan morire in mare”. Questi erano alcuni degli slogan di quasi settemila manifestanti, tanti striscioni a denunciare quello che da sempre andiamo contrastando: il capitalismo e lo stato, il razzismo ed il dominio in tutte le sue forme, ribadendo sempre che patria nostra è il mondo intero. Un corteo dove l’impressione è quella che le sensibilità libertarie sono di casa, indipendentemente dall’appartenenza o meno al movimento anarchico organizzato. Ed è questo ciò che in parte conta e sul quale val la pena continuare con la nostra presenza nel sindacato, nell’associazione non specifica, nel centro sociale e simili. Un corteo colorato, con una grande presenza, forse maggioritaria, di giovani donne del movimento NonUnaDiMeno e di altri collettivi femministi arrivate dal nord Italia, dalla Spagna e dalla Francia. Che gran peccato che il can can di questi giorni sui giornali non abbia regalato ai nemici delle libertà qualche piccola soddisfazione con qualche vetrina rotta, qualche cosa sualla quale appigliarsi, qualche tafferuglio. Nulla di tutto questo – a parte uno spauracchio di centinaia e centinaia di poliziotti e carabinieri a blindare la città.
Tra il blu cobalto del mare, le macchie glaucheggianti degli olivi, le cicale a sottofondo dei nostri canti solidali e per un’umanità senza patrie né frontiere, una fiumana di gente ha dimostrato che il futuro è un’avventura tutta da giocare, che sarà frutto della lotta che sapremo dispiegare contro chi vuole scrivere la storia col sangue degli sfruttati e la complicità degli in differenti e rassegnati.
Davide

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