Il sistema attuale, tramite gli apparati culturali (religione, scienza e mass-media), “modella” i corpi femminili e maschili degli esseri umani. (*)
Il corpo femminile, a differenza di quello maschile, può riprodurre esseri femminili e maschili. A causa di questa capacità, il corpo femminile è sempre stato sotto controllo del pensiero dominante.
Il controllo sulla riproduzione o fertilità viene fatto attraverso: le campagne mass-mediatiche (questione religiosa e salutare, ripopolamento, etc), gli studi “scientifici” e gli aiuti/briciole economiche per famiglie numerose. In periodi di crisi socio-economica, questo controllo sulla riproduzione o fertilità ha due obiettivi: distrazione di massa e creazione di individui per rinnovare la catena socio-economica.
Questo è quello che avviene in Italia.
Il passato fascista…
L’Italia, dal 1922 fino al 1945, ebbe un regime fascista sostenuto dal consenso della grande borghesia e parte della gerarchia ecclesiastica. Il regime, per accrescere i consensi e creare il cosiddetto “fascista perfetto”, entrò nella vita delle coppie italiane attraverso i cinegiornali, le radio e i giornali.
Il “fascista perfetto” era l’uomo “riconoscente a Dio per averlo fatto nascere italiano […]” (1) e “considera il lavoro un dovere e il dovere una legge […],” (1) mentre la donna, secondo il regime, “è la prima responsabile del destino di un popolo,” (2) ed “è mobilitata dal Duce al servizio della Patria.” (2)
La capacità riproduttiva della donna, nel contesto fascista, era quello di “essere madre, fattrice di figli, reggitrice e direttrice di vite nuove […], per essa occorre una intensa evoluzione spirituale verso il sacrificio, l’oblio di sé e l’anti-edonismo individualistico,” (3) volto a conservare l’elemento del sangue, “vincolo e quasi simbolo della continuità della razza,”(4) e “capace di equilibrare persino e neutralizzare, nella generazione, gli elementi decadenti o inferiori del maschio, e quindi è in grado di risanare le generazioni nuove.” (4)
Mussolini, nel discorso dell’Ascensione alla Camera dei Deputati del 26 Maggio 1927, affermò che bisognava recuperare i soldi per finanziare “l’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia, voluta dall’onorevole Federzoni […] oggi diretta, con un fervore che ha dell’apostolato, dal nostro collega Blanc,” (5) perché l’Italia “deve affacciarsi sulla soglia della seconda metà di questo secolo con una popolazione non inferiore ai 60 milioni di abitanti.” (5) Una “tassa sui celibi” e una “tassa sui matrimoni infecondi” avrebbe portato, secondo il discorso di Mussolini alla Camera dei Deputati, “dai 40 ai 50 milioni” (5) di lire nelle casse dello Stato e sarebbero stati devoluti all’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia.
Il controllo delle nascite e l’eugenetica libertaria (6) erano considerati dei veri e propri pericoli per lo status quo della società fascista.
Un esempio furono le critiche di Margaret Sanger (7): questo arruolamento alla maternità, secondo Sanger, avrebbe causato una futura sovra-popolazione e quindi “l’abbassamento del livello di vita” e “una ricerca di nuovi territori, inevitabilmente acquisiti tramite la conquista.” (8)
Grazie alla censura e al lavoro continuo e costante dell’OVRA, questo genere di critiche non arrivarono mai in Italia.
L’emancipazione femminile, a differenza del controllo delle nascite e dell’eugenetica libertaria, veniva debellata come una malattia perché “è contraria agli interessi della famiglia ed è contraria agli interessi della razza. La donna deve tornare sotto la sudditanza assoluta dell’uomo: padre o marito; sudditanza, e quindi inferiorità: spirituale, culturale ed economica.” (9)
Secondo le dichiarazioni e i progetti di Mussolini e dei suoi burocrati, il compito principale delle donne era quello di badare al “focolare domestico”. Il lavoro (10) al di fuori di questo “focolare domestico era escluso a priori.
L’esaltazione dell’eteronormatività di Stato era imprescindibile: l’omosessualità maschile e femminile erano considerati atti impuri, condannati al pubblico ludibrio e al confino. (11)
Questo fu il regime fascista.
…il presente democratico (**)
Il 21 Marzo del 2014, Beatrice Lorenzin, ministro della salute, rilascia un’intervista al giornale cattolico Avvenire. Lorenzin dà il meglio di sé alla domanda sul pensare alla vita e ai bambini: “Già, i bambini. Devono tornare a nascere e serve educare alla maternità. Ho in testa una nuova sfida, un grande piano nazionale di fertilità. Il crollo demografico è un crollo non solo economico, ma anche sociale. È una decadenza che va frenata con politiche di comunicazione, di educazione e di scelte sanitarie. Bisogna dire con chiarezza che avere un figlio a trentacinque anni può essere un problema, bisogna prendere decisioni per aiutare la fertilità in questo Paese e io ci sto lavorando. Sia chiaro: nessun retropensiero e nessuno schema ideologico, ma dobbiamo affrontare il tema di un Paese dove non nascono i bambini.” (12)
Nello stesso anno, l’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) pubblicava un documento contenente una serie di screening e dati statistici degli ultimi venti anni (1991-2013), dove si attestava un aumento delle I.S.T. (Infezioni Sessualmente Trasmesse) (13)
Il ministero della Salute - che vigila sull’I.S.S.-, prendendo spunto da questo documento, crea un gruppo chiamato “Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità.” Il “gruppo di esperti” afferma che la causa dell’infertilità delle coppie italiane sia dovuta alla disinformazione sulle IST. Per ovviare al problema di disinformazione dell’IST, il gruppo di esperti dichiara che bisogna “conoscere più da vicino la nostra sessualità” tramite la fertilità o capacità di riproduzione. (14)
Il 27 Maggio 2015, il Ministero della Salute -seguendo le affermazioni di questo “gruppo” e i dati raccolti dall’I.S.S.-, lancia il “Piano Nazionale per la fertilità. Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro,” (15) istituendo un Fertility Day, una giornata dove si terranno informazioni e formazioni sulla fertilità, “dove la parola d’ordine sarà scoprire il “Prestigio della Maternità”.” (16)
Le numerose critiche arrivate dai social network, hanno spinto il Ministero a rilasciare un comunicato (17), dove affermano che lo “scopo della Giornata è informare correttamente la popolazione sui temi della fertilità, della salute riproduttiva, e sui fattori che possono metterla a rischio. Il Ministero si prefigge esclusivamente di fornire alla popolazione e soprattutto ai giovani informazioni e strumenti utili a preservare la fertilità che può essere inficiata da stili di vita non sani, comportamenti dannosi sul piano sanitario, malattie sessualmente trasmesse, ferma restando la libertà di ciascuno di gestirla secondo le proprie scelte di vita.”
Lo splendore dello squallore istituzionale.
Il passato e il presente del caso italiano, dimostrano come gli enti istituzionali esaltino la maternità e l’essere madri, facendo appello -direttamente o velatamente- all’amor patriottico e a un non troppo malcelato razzismo o esaltazione bianca. (18)
Questa esaltazione ed appello ruotano intorno alla gravidanza e al bambino: al resto, ci penserà la coppia (rigorosamente) eterosessuale. Lo Stato, attraverso i suoi enti e gli apparati culturali, riconosce le donne solo come madri. Al di fuori di questa cerchia, vi sono le donne senza figli che, a seconda della loro condizione socio-economica-, vengono isolate o escluse. Se invece la donna è migrante e/o una prostituta, subirà, oltre l’esclusione, anche la ghettizzazione e la coercizione verbale e fisica.
Il Piano Nazionale Fertilità, nato grazie ai dati statistici (19) raccolti in precedenza, rispecchia questo riconoscimento della “donna come madre”; è un ottimo mezzo usato dal Ministero della Salute per mantenere i buoni rapporti con le cliniche gestite dalle istituzioni ecclesiastiche -tagliando le spese superflue al settore sanitario pubblico e “recuperando” 10 miliardi di euro (20)-, e mettere un freno all’educazione sessuale e all’interruzione di gravidanza. (21)
Non solo: il discorso della maternità è anche un diversivo per mascherare i problemi di uno Stato. In tempi di crisi, utilizzare un’espressione altisonante quale “potenziamento del Welfare State con il Piano Nazionale della Fertilità,” risulta dolce come le mandorle ma velenosa come il cianuro. Dolce perché con il Welfare State vengono ripristinati degli sgravi economici utili per la sopravvivenza di aziende e lavoratori/lavoratrici; velenosa perché, nel contesto della maternità, si chiede di creare forza lavoro da immettere nel processo produttivo.
Quando si arriva a un punto di non ritorno (sovrapopolazione, penuria di alimenti e guerre locali tra pover*) entrano in gioco le guerre, le malattie e le migrazioni -tutte utili a sfoltire la popolazione “in eccesso.”
Ed è così che lo sfruttamento del corpo della donna e dei/delle futur* nascitur* diventano (e continuano ad essere) il combustibile per il Moloch Capitale-Statale.
LaHyena
Note
(*) Quando parlo di femmina-maschio in ambiente umano, intendo donna-uomo. Viene “escluso” il discorso trans sul Fertility Day perché è una questione che, data la sua complessità e lunghezza, va trattata storicamente e attualmente a parte. (e non perché sia meno importante et similia)
(**) Per motivi di spazio, ho escluso tutta la parte di dibattito sulla condizione della donna (comprese le lotte femministe) durante i governi della prima repubblica (in particolare sulle dichiarazioni e le misure sociali adottate dai governi democristiani e socialisti) e i governi di centro sinistra e centro destra del ventennio 1994-2013.
(1) Tratto dal Decalogo di Benito Mussolini, “IL FASCISTA.”
(2) Tratto dal Decalogo e Speranze della Piccola Italiana.
(3) Compiti della donna, in Critica fascista, n. 14, 1933
(4) Nozioni coloniali per le organizzazioni femminili del Partito nazionale fascista, Trento, 1939
(5) Benito Mussolini, “Discorso dell’ascensione: il regime fascista per la grandezza d’Italia : pronunciato il 26 maggio 1927 alla Camera dei deputati,” Libreria del Littorio, Roma 1927, pag. 16-17
(6) Sull’Eugenetica libertaria, vedere Andrea Mio, “Cultura libertaria e nuova società. Le riviste spagnole di divulgazione alternativa (1923-1936),” parte “4. L’eugenetica.” Mio cita divers* attivist* anarchic*, in particolare quell* che scrivevano nella rivista “Generación Consciente”: “L’umanità è degenerata; i vizi la corrodono […]; la miseria e l’ignoranza la mantengono nella più ripugnante abiezione […]. Per rigenerarla esistono vari metodi, ma la bontà di due salta subito agli occhi: uno è la procreazione cosciente, limitata, l’altro è l’educazione razionale, integrale. Sicuramente questi due metodi basterebbero per rinnovare l’umanità e formare una società migliore. […] Quindi un nuovo genere umano è possibile solo con la fusione di questi due termini: generazione cosciente e limitata ed educazione scientifica, neutrale ed integrale. […]” (José Chueca, Nueva Humanidad, Generación Consciente, anno I, numero 3, agosto 1923, Valencia, pagg. 45-47.)
(7) Margaret Sanger fu un’attivista americana, educatrice, scrittrice e infermiera. Definita la “pioniera della contraccezione negli USA,” collaborò con divers* attivist* (John Reed, Upton Sinclair, Mabel Dodge, Emma Goldman etc). A partire dalla seconda metà degli anni ‘20 fino alla sua morte, fu oggetto di critiche per le sue partecipazioni in convegni organizzati dal KKK e accusata di voler sterminare la popolazione afro-americana attraverso l’eugenetica (questo viene riportato nel libro di Angela Yvonne. Davis, Women, Race & Class, Vintage Books Edition, February 1983, pag. 187)
(8) Margaret Sanger, “Motherhood Enslaved in Italy,” 1929, Margaret Sanger Papers, Library of Congress.
(9) Elisabetta Mondello, La nuova italiana. La donna nella stampa e nella cultura del ventennio, Editori Riuniti, Roma, 1987. La citazione è di Ferdinando Enrico Loffredo, funzionario statale e collaboratore di riviste quali “Difesa Sociale-Organo dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale,” “Famiglia Fascista” e “La Difesa della Razza.”
(10) L’opuscolo Fare le italiane (Marzo 2013) del Collettivo femminista MeDea, è un ottimo resoconto della condizione socio-economica della donna durante il regime fascista e una critica a chi elogia la famiglia modellata dal regime fascista. L’opuscolo riporta che il governo liberale prima e il regime fascista dopo, riuscirono a escludere le donne dal mondo del lavoro: “Il possibile salto tra trasformazione soggettiva della propria condizione -il lavoro, soprattutto in fabbrica, diviene anche occasione di confronto, dialogo e scambio tra donne nonché , almeno per le impiegate, possibilità di accesso ad un mondo di consumi, dal cinema all’abbigliamento, che modifica le aspettative sul proprio destino di donna – e mutamento collettivo radicale dal punto di vista politico, culturale e sociale, viene interrotto con l’espulsione generalizzata delle donne dal mondo del lavoro che inizia già nel dicembre del 1918, si perfeziona nel biennio 1919-1920, (legge Giolitti sul licenziamento delle donne da tutti gli uffici pubblici per lasciare il posto ai reduci di guerra), e si compie definitivamente con le norme del 1938.” (Fare le italiane, pag. 4)
(11) Vedere (a cura di) Nerina Milletti, Luisa Passerini, “Fuori della norma. Storie lesbiche nell’Italia della prima metà del Novecento,” Rosenberg&Seller, Torino, 2007; Lorenzo Benadusi, “Il nemico dell’uomo nuovo. L’omosessualità nell’esperimento totalitario fascista,” Feltrinelli, Milano, 2005.
(12) Lorenzin: «Un piano per la natalità», Avvenire, 21 marzo 2014.
(13) Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità. Le Infezioni Sessualmente Trasmissese: aggiornamento dei dati dei due Sistemi di sorveglianza sentinella attivi in Italia al 31 dicembre 2013, Volume 28, Numero 2, Febbraio 2015.
(14) Sterilità, in Italia quella di coppia è ormai un disagio sociale: arriva il piano nazionale, Il Fatto Quotidiano, 28 Maggio 2015.
(15) Fertilità, Ministro Lorenzin presenta Piano nazionale, Comunicato rilasciato dal sito internet del Ministero della Salute, 27 maggio 2015.
(16) Fertility Day, Comunicato del sito internet del Ministero della Salute, data evento: 22 Settembre.
(17) Fertility Day, precisazione della Direzione Prevenzione e Direzione Comunicazione del Ministero della Salute, Comunicato del sito internet del Ministero della Salute, 31 Agosto 2016, Aggiornato 2 Settembre 2016.
(18) Nuove polemiche sul Fertility day, “manifesto razzista, Agi.it, 21 Settembre 2016. Il manifesto è un collage di due foto: nella prima vi sono due coppie bianche eterosessuali, nella seconda degli uomini (tra cui un nero) e una donna che fumano marijuana.
A seguito di polemiche sorte per questo collage, Lorenzin afferma che “il razzismo è negli occhi di chi guarda.” (Fertility day, Ministero: «Accuse di razzismo ridicole. Domani si parla di prevenzione e cura», Il Sole 24 Ore, 21 Settembre 2016)
(19) La statistica è una scienza che analizza i fenomeni tramite i dati rilevati. Un esempio sono i fenomeni sociali, economici, naturali e politici. Pëtr Kropotkin, ne “La conquista del pane,” affermava che la statistica “mendace può venir fabbricata negli uffici; la statistica vera, esatta, non può pervenire che dall’individuo, risalendo dal semplice al composto” ed essere utilizzata per l’emancipazione dell’individuo dalla struttura socio-economica capitalista.”
(20) Sanità, arrivano dieci miliardi di tagli per decreto: stop a visite e medici, Il Fatto Quotidiano, 27 Luglio 2015.
(21) Non dimentichiamo che questo avviene grazie alla complicità non troppo indiretta dei neofascisti italiani (Forza Nuova con i suo gruppi femminili e Casapound con “Tempo di essere madri.”)