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Un parco con l’elmetto

Un parco con l’elmetto

La costruzione della base militare nel comune di Pisa subirà una brusca accelerazione. È quanto si può ricavare dell’intervento del sindaco di Pisa Michele Conti (Lega) in un dibattito estivo riportato anche dalla stampa locale. Secondo quanto scritto nell’articolo, la base dovrebbe essere costruita all’interno dell’ex CISAM (Centro Interforze Studi sulle attività militari). Il giorno 6 settembre si riunirà il tavolo interistituzionale convocato dal ministro della Difesa, ed è probabile che in quella occasione sia decisa la collocazione definitiva della base e sia dato il via all’esecuzione con la nomina del commissario ad acta. Lo svolgimento delle elezioni amministrative della scorsa primavera, in cui Conti è stato riconfermato, ha sgombrato il campo dalla discussione tra chi voleva una base unica (l’arma dei carabinieri e l’amministrazione comunale) e chi invece voleva un suo spacchettamento, cioè la dispersione sul territorio pisano (PD, presidente della regione Giani). È probabile quindi che la scelta cada sulla base unica, l’intervento di Conti è un ulteriore appoggio alla scelta del Cisam; è probabile invece che dal ruolo di commissario siano esclusi sia il sindaco di Pisa che il presidente della Regione e si segua l’esempio della Romagna, con la nomina di un militare, che potrebbe essere un ammiraglio, visto il legane del Cisam con la Marina Militare ed in particolare con la vicina Accademia Navale di Livorno.

Una nuova base che si aggiunge alle altre in costruzione o programmate.

Circa il 17 per cento del territorio italiano è occupato da strutture militari (basi nazionali e straniere, poligoni, aree di addestramento ecc.) ed altre sono in programmazione; il governo ha deciso di portare la spesa per nuove basi e poligoni a 226 milioni di euro nel triennio 2023-25. Solo questa base dovrebbe costare 190 milioni, somma sottratta al Fondo per la Coesione e lo Sviluppo dell’Unione Europea, nato per “rimuovere squilibri economici e sociali”.

La nuova base dovrebbe ospitare il Gruppo Intervento Speciale, il 1°reggimento carabinieri paracadutisti “Tuscania” e il reparto cinofilo sempre dei carabinieri. Oltre a questo, dovrebbe ospitare corsi di addestramento per militari di altri stati.

L’idea di ospitare la nuova base all’interno del Cisam non è venuta né al sindaco leghista né ai carabinieri. Il primo a parlarne pubblicamente è stato il presidente del parco regionale Lorenzo Bani, che evidentemente si è assunto l’ingrato ruolo di liquidatore del parco. Il Cisam occupa un’area di 450 ettari, di cui solo 9 ettari sono cementificati; la nuova base quindi non si limiterà a recuperare edifici dismessi, ma, visto che il fabbisogno è stato calcolato in 74 ettari, porterà alla distruzione di 65 ettari parco, soprattutto alberi di alto fusto. Il presidente del parco Bani quindi, che non ha certo brillato finora nell’opporsi alle richieste degli speculatori e dei cementificatori, si mette l’elmetto e sacrifica l’ambiente, di cui dovrebbe essere uno dei custodi, alle esigenze della guerra.

I carabinieri ed il governo hanno fatto il conto senza l’oste. La manifestazione del 2 giugno 2022 ha dimostrato l’esistenza di una vasta opposizione alla base. D’altra parte in questa parte d’Italia sono state combattute lotte vittoriose contro i guerrafondai e gli inquinatori, basti pensare alla lotta per la chiusura della Farmoplant o, in tempi più vicini a noi, la lotta per contestare la celebrazione pubblica della battaglia fascista di El-Alamein. Queste vittorie sono state possibili perché si era formato un movimento unitario, autonomo e di massa che aveva costretto ad ascoltare le ragioni della popolazione.

Oggi esistono le premesse perché questo movimento nasca anche contro la base militare a Pisa, a condizione che il nucleo promotore sia in grado di collegare la lotta contro la base ai problemi quotidiani delle classi sfruttate, purché le varie componenti si pongano in atteggiamento collaborativo, senza forzature, e purché si dia vita a pratiche dal basso, all’azione diretta e all’autorganizzazione. Si tratta di un processo da non giudicare con l’ottica della purezza e della coerenza, ma a cui partecipare per spingerlo sempre più avanti, un processo in cui movimento anarchico e assemblea antimilitarista possono svolgere un ruolo importante.

Tersite

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