Sulla situazione in Catalogna

Continuiamo a seguire gli avvenimenti in Catalogna pubblicando vari materiali, dopo gli articoli di Claudio Venza e Monica Jornet ecco un comunicato congiunto dei maggiori sindacati anarcosindacalisti e libertari spagnoli. La redazione web

Le organizzazioni firmatarie, sindacati di settore statale, condividono la preoccupazione per la situazione in Catalogna, per la repressione che lo Stato ha scatenato, per la riduzione dei diritti e della libertà che questo comporta e comporterà e per il risorgere di un nazionalismo stantio che si sta radicando in gran parte dello Stato.

Difendiamo l’emancipazione di tutti i lavoratori della Catalogna e del resto del mondo. Forse a questo punto c’è bisogno di ricordare che non intendiamo il diritto all’autodeterminazione dall’ottica statalista, come invece fanno i partiti e le organizzazioni nazionaliste, ma come il diritto all’autogestione della nostra classe in un determinato territorio. Così compresa l’autodeterminazione si basa di più sul controllo della produzione e del consumo da parte dei lavoratori e lavoratrici e su una democrazia diretta dal basso verso l’alto organizzata secondo i principi federalisti, che non sullo stabilire un nuovo confine o creare un nuovo Stato.

Come internazionalisti pensiamo che la solidarietà tra le persone lavoratrici non deve fermarsi ai confini statali, motivo per il quale ci interessa poco dove si disegnano queste frontiere. Quello che ci preoccupa di più è la reazione che si vive oggi in diversi luoghi dello Stato con l’esaltazione di uno spagnolismo stantio che fa ricordare il passato, trainato dai media e in sintonia con l’autoritarismo che il governo ha dimostrato dopo l’incarcerazione di tante persone per aver convocato atti di disubbidienza o con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. Non ci sfugge che questo focolaio nazionalista dia la base per ulteriori tagli di diritti e libertà contro i quali dobbiamo essere preparati. La vergognosa forma in cui le così dette “forze democratiche” hanno giustificato la repressione adombra uno scenario cupo per tutte le future dissidenze. Sembrerebbe che il regime post franchista che ci governa da quaranta anni, serrasse le fila per assicurare la sua continuità. Questo regime che è stato ed è tuttora vigente in Catalogna, e nel resto dello Stato Spagnolo, sente che la propria sopravvivenza è in gioco. Questo regime, ampiamente contestato e sommerso in una profonda crisi di legittimità guarda preoccupato l’accumularsi dei fronti aperti. La minaccia all’integrità territoriale dello Stato si aggiunge agli scandali di corruzione, al discredito della monarchia, ai dubbi sui salvataggi finanziari e sui tagli che sono stati attuati sulla popolazione, lo scontento per lo schiavismo sul lavoro arrivato insieme alle ultime riforme lavorative, per l’allungamento dell’età della pensione e la riduzione delle pensioni, ecc… La costante chiamata alla difesa della Costituzione si spiega come una squillante proclamazione per contrastare la crisi esistenziale che la affligge. Il pericolo è che nel processo si sanciscano e diventino regola comportamenti repressivi come quelli che abbiamo visto recentemente in molte città catalane. O peggio ancora…

Evidentemente, non conosciamo il verso che prenderanno gli avvenimenti. Rimaniamo attenti a quello che succederà pronti a difendere gli interessi delle persone lavoratrici di tutto lo Stato. Ci opporremo con tutte le nostre forze alla repressione statale e alla accettazione di comportamenti di ultradestra che già si intravedono. Naturalmente, non ci lasceremo utilizzare dalle strategie dei partiti politici i cui obiettivi sono loro propri. Contemporaneamente non smetteremo di promuovere le mobilitazioni della classe operaia quando questa decida finalmente che è arrivato il momento di scrollarsi di dosso il diktat delle élite politiche ed economiche che da troppo tempo gestiscono il controllo del territorio per servire in maniera esclusiva i loro interessi. Come organizzazioni sindacali di classe, libertarie e combattive saremo in strada nelle mobilizzazioni, come abbiamo già dimostrato in altre occasioni, contro la repressione e le riduzioni dei diritti e delle libertà e contro la corruzione.

Può essere che la crisi della Catalogna sia il colpo fatale per un modello di Stato che agonizza. Che questo cambiamento propenda da una parte o dall’altra dipenderà della nostra capacità come classe sociale di guidare il processo nella direzione opposta alla repressione e al boom dei nazionalismi. Speriamo di ottenere un risultato finale che comporti più libertà e diritti e non il contrario. La posta in gioco è grande. PER I DIRITTI E LA LIBERTA’! CONTRO LA REPRESSIONE DELLE CLASSI OPERAIE!

CNT- Solidaridad Obrera – CGT

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