Riportiamo alcuni brani dell’introduzione al testo di Volin, risalente al maggio 1923.
La redazione
Il machnovismo è un fenomeno di portata, grandezza e significato vastissimi, un movimento che si è sviluppato con una forza del tutto eccezionale, che per il destino del la rivoluzione ha avuto una parte colossale e straordinariamente complicata; un movimento che nella lotta titanica con tutte le forme della reazione ha saputo resistere e più di una volta salvato dallo sfacelo la rivoluzione; un movimento infine straordinariamente ricco di episodi vivaci e coloriti, che ha fatto parlare di sé e interessato non soltanto la Russia ma anche l’estero. (…) Per quasi tutta la sua vita fu stretto in condizioni militari straordinariamente difficili; fu sempre circondato da nemici; non ebbe quasi alcun amico all’infuori delle masse lavoratrici; fu oppresso ostinatamente dal partito al governo; la sua voce fu sopraffatta dal frastuono sanguinoso dell’attività governativa di quel partito; perse circa il 90% dei suoi militanti più attivi e più esperti; non ebbe né il tempo né la possibilità e neppure una necessità particolare di raccogliere opere, parole e idee per lasciarle ai posteri; insomma di questo movimento sono restate soltanto poche tracce vive e immediate e qualche monumento. Quanto aveva di essenziale non fu annotato in alcun libro di annali. I suoi documenti non ebbero mai vasta diffusione, né furono conservati. Perciò questo movimento è restato in gran parte ignoto a tutti quelli che ne sono vissuti lontano, impercepibile anche allo sguardo dello storico. Non è facile penetrarne l’intima essenza. Come migliaia di piccoli eroi di molte epoche rivoluzionarie restano ignorati per l’eternità, anche il movimento machnovista, eroica epopea dei lavoratori ucraini, fu minacciato dal pericolo di non lasciare alla storia alcuna notizia di sé. Oggi ancora numerosissimi fatti e documenti di questa epopea rimangono nascosti. Se il destino non avesse salvato alcuni individui che hanno partecipato al movimento e conoscendolo profondamente sono in grado di farne un resoconto rispondente a verità, anche di questo movimento gli uomini avrebbero saputo poco o nulla. (…) l’autore di questo libro è la persona più competente in materia. Ha conosciuto Nestor Machnò molto prima degli avvenimenti qui descritti e ha potuto osservarlo da vicino nei momenti più diversi del loro svolgersi. Ha conosciuto inoltre i maggiori esponenti del movimento. Ha preso parte attiva al movimento, e ne ha vissuto la grandezza e la catastrofe. A lui più che a ogni altro erano chiari e l’intima essenza del machnovismo e le sue tendenze ideali e organizzative. Ne ha vista la lotta titanica contro le potenze avverse che lo assediavano da ogni parte. Operaio, ha fatto suo lo spirito genuino del movimento: l’aspirazione possente delle masse lavoratrici – aspirazione illuminata dall’idea dell’anarchismo – di prendere effettivamente nelle loro mani il loro destino per la organizzazione di una nuova vita. (…)
Alcune affermazioni di principio espresse dall’autore possono discutersi. Ma non appartenendo all’elemento fondamentale del libro non sono state sviluppate sino in fondo. Osserviamo che il giudizio dell’autore sul bolscevismo, quale nuova casta dominante che dà il cambio alla borghesia e tende coscientemente alla dittatura economica e politica sulle masse lavoratrici, presenta un interesse notevole. (…)
Quest’opera chiarisce bene con quanta semplicità, facilità, naturalezza, il movimento abbia superato tutta una serie di pregiudizi – nazionali, religiosi, razziali, etc. Questo fatto è straordinariamente indicativo: mostra ancora una volta quanto lontano e facilmente possano andare le masse lavoratrici entusiasmate da un deciso impulso rivoluzionario, purché siano effettivamente esse a creare la loro rivoluzione, purché gli sia concessa vera ed integrale libertà di ricerche e di azione. Le loro vie sono infinite, purché non gli siano chiuse con artifici premeditati. Ma per noi i meriti fondamentali di questo libro sono i seguenti:
I. Mentre molti stimavano e ancora stimano che il machnovismo sia stato soltanto un episodio militare particolare, un audace movimento partigiano che avesse in sé tutti i difetti e tutta la sterilità di un fatto militare (molti proprio su questo fondarono il loro atteggiamento negativo verso il movimento machnovista), – l’autore dimostra con dati irrefutabili la falsità di tale giudizio. Con una serie di segni precisi egli ci apre dinnanzi agli occhi il quadro distinto di un movimento di vaste masse lavoratrici, libero, nutrito di profondi ideali, e nonostante la sua brevità naturalmente incline a creare ed a organizzare, movimento di masse che si apprestarono una forza strettamente saldata alla loro vita, soltanto per necessità di difendere la loro rivoluzione e la loro libertà. (…)
II. La piena indipendenza del movimento è chiaramente delineata: l’energia e la coscienza con cui si difese da tutte le forze di qualsiasi natura che volevano imporsi dal di fuori.
III. È definito in maniera netta e precisa l’atteggiamento del bolscevismo e dell’autorità sovietica nei confronti del fenomeno machnovista. Sono spiegate tutte le invenzioni e le giustificazioni dei bolscevichi. Sono svelate e messe in piena luce le loro criminali macchinazioni, le loro menzogne, la loro natura profondamente contro-rivoluzionaria. (…)
IV. Molti sinceri rivoluzionari pensano che l’anarchismo sia una fantasia di ideali e giustificano il bolscevismo come l’unica realtà possibile, inevitabile e necessaria allo sviluppo della rivoluzione sociale mondiale, realtà che costituisce una tappa concreta di questa rivoluzione. I lati negativi del bolscevismo vengono in tal modo considerati inesistenti e trovano in se stessi una solida giustificazione. Questo libro dà un colpo mortale a tale modo di pensare, ponendo chiaramente due punti basilari: 1) le tendenze anarchiche apparvero nella rivoluzione russa – fin tanto che questa restò una vera e indipendente rivoluzione delle masse lavoratrici – non come una «dannosa utopia di sognatori», ma come un realissimo e concreto movimento rivoluzionario di quelle masse; 2) come tale, esso fu soffocato dal bolscevismo con premeditazione, ferocia, viltà. I fatti esposti in questo libro dimostrano che la «realtà» del bolscevismo è essenzialmente la stessa dello tzarismo. Riaffermano in modo concreto e chiaro e contrappongono alla natura del bolscevismo la profonda lealtà e realtà dell’anarchismo, come unica ideologia veramente rivoluzionaria della classe lavoratrice, tolgono al bolscevismo ogni ombra di giustificazione storica.
V. Il libro offre abbondante materiale perché gli anarchici ridiscutano molti dei loro valori. Provoca qualche nuovo problema ed espone una serie di fatti che contribuiscono ad una più esatta soluzione di problemi non nuovi; infine riconferma alcune verità fondamentalmente dimenticate che è molto utile studiare e riesaminare. (…)