A Torino uno striscione con la scritta “Solidarité sans Frontieres. Libertè pour Emilio” è stato appeso all’ingresso della palazzina di corso Turati 12, dove ha sede l’Alliance Francaise, centro culturale diretta emanazione del governo francese.Emilio Scalzo, attivista No Tav e No Border, era stato arrestato lo scorso settembre per un mandato di cattura internazionale emanato dalle autorità francesi, con l’accusa di aver ferito un gendarme durante una manifestazione transfrontaliera svoltasi lo scorso maggio.Dopo due mesi di domiciliari la Cassazione ha respinto il suo ricorso. Da quel giorno un presidio permanente si è formato davanti alla sua casa, un segno di solidarietà e condivisione concreta nella lotta contro le frontiere.
Il primo dicembre, con un’operazione in grande stile, che ha bloccato strade e sentieri a Bussoleno, Emilio è stato arrestato e condotto alle Vallette. Il venerdì successivo è stato tradotto in Francia e, dopo essere stato sentito dai giudici a Gap, è stato trasferito al carcere di Aix en Provence, molto distante da casa sua, dai suoi affetti, dai suoi compagn* di lotta.
Una enorme solidarietà era scattata nei suoi confronti sin dal suo arresto a settembre.
Una solidarietà che si è espressa nel lunghissimo applauso che ha aperto l’assemblea No Tav del primo dicembre. Ma non solo. Striscioni e scritte sono apparsi ovunque.
Emilio è uno dei tanti che negli ultimi tre anni si è speso per rendere meno difficile l’attraversamento del confine ai migranti senza documenti in viaggio verso la Francia e il nord Europa.
Un confine quasi invisibile per turisti e viaggiatori con le “carte in regola” è diventato una barriera fatta di neve, gendarmi che inseguono, picchiano e respingono: una violenza intollerabile.
I confini sono linee tracciate sulle mappe. In mare, in montagna, tra i boschi sono invisibili, fatti di nulla. Solo uomini e donne in armi li rendono veri, solo gli eserciti trasformano quei sottili tratti neri nella barriera che separa i salvati dai sommersi, chi ha la libertà di muoversi da chi non ce l’ha.
Il Mediterraneo è da decenni un enorme sudario azzurro che avvolge e inghiotte le vite di migliaia di uomini, donne e bambini in viaggio. Chi lucra sulle loro vite, chi li tortura e li ricatta nelle prigioni libiche lo fa con il beneplacito del governo e del parlamento italiani.
Negli ultimi anni cinque migranti sono morti nel tentativo di passare la montagna in Val Susa: sarebbero stati molti di più senza i solidali, che hanno occupato due locali per trasformarli in rifugi, senza chi si è messo di mezzo per inceppare la macchina dei respingimenti. La manifestazione per la quale è stato arrestato Emilio era una risposta allo sgombero del rifugio autogestito ChezOulx avvenuto nella scorsa primavera.
Nelle ultime settimane la sorveglianza armata lungo il confine a Claviere è divenuta più fitta, obbligando le persone in viaggio a tentare strade più alte e pericolose. In diverse occasioni alcuni si sono persi nella neve, ma per fortuna, sono stati soccorsi in tempo.
La lotta sulla frontiera continua, nonostante gli sgomberi e la repressione.
La solidarietà dal basso è più forte delle loro frontiere, delle armi, della violenza sotto il manto della legalità. C’è chi sceglie di spezzare questa sottile linea di matita, lungo la quale ogni giorno, in ogni dove, rischiano di morire uomini, donne e bambini.
C’è chi un giorno, come Emilio, torna dall’alta valle senza scarpe, perché le sue le aveva regalate ad un ragazzone alto e grande come lui, che viaggiava in ciabatte.
Emilio libero! Tutt* liber!
Lo porteremo con noi durante la marcia No Tav dell’8 dicembre.
Appuntamento alle ore 13 dal piazzale delle scuole di Borgone.
Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46
Riunioni ogni mercoledì alle 21 (questa settimana si anticipa a martedì 7)
www.anarresinfo.org