Solidarietà ai ragazzi sotto processo a Sulmona il 12 settembre 2019. Anche in Italia l’opposizione finisce sotto processo.
E’ stato fissato per il 12 settembre 2019, al tribunale di Sulmona, la prima udienza contro due giovani per il corteo NO SNAM del 21 aprile 2018 nella città’ abruzzese.Inoltre in questi giorni stanno arrivando anche i fogli di via da Sulmona= Al ragazzo contro cui gli agenti della DIGOS hanno usato la forza per l’identificazione, causando la reazione della piazza Ed a un altro ragazzo perché, testuali parole, “cercava in vari modi di riprendersi un proprio compagno” e che verranno processati il 12 settembre .
I fogli di via, come le denunce d’altronde, sono mirate. A maggior ragione i fogli di via, che sono misure amministrative, distribuite con molta facilità dalle varie Questure, per togliere di mezzo chi reputano fastidiosi per i loro piani. Ma se il foglio di via dev’essere dato perché qualcuno “ha cercato di riprendersi in vari modi un proprio compagno” dai poliziotti , non possiamo che fare delle considerazioni al riguardo.
Quel giorno eravamo in migliaia a percorrere le vie di Sulmona per scandire a gran voce il nostro NO verso il metanodotto SNAM un’opera inutile e dannosa = un gigantesco gasdotto che Parte dal Mar Caspio per approdare in Puglia e per poi risalire l’Appennino sino a Minerbio per conferire al nostro Paese un ruolo strategico di hub del gas per l’Europa continentale ma senza nessun tipo di allaccio alle utenze nazionale.Nei giorni precedenti il corteo si era creato ad hoc un clima di tensione attraverso telefonate da parte delle Forze dell’Ordine che informavano le associazioni organizzatrici su “infiltrazioni” di anarchiche ed anarchici. Ma nonostante l’allarmismo preventivo e lo sproporzionato dispiegamento di Forze dell’Ordine il corteo si è svolto tranquillamente ed ognuna e ognuno ha scandito la sua opposizione alla SNAM con i propri contenuti .Tuttavia il metanodotto SNAM è un’opera di importanza capitale per le Istituzioni, nel quadro dei rapporti internazionali , e le Forze dell’Ordine quel giorno hanno dimostrato che lo Stato è pronto a schierare tutte le sue forze per realizzare e proteggere l’ennesima Grande Opera inutile e dannosa. Così, con il pretesto dell’identificazione di un manifestante, la Polizia ha provocato la piazza innalzando inutilmente il livello dello scontro, fino a quel momento nullo. Ma alle provocazioni poliziesche ha risposto una piazza che ha difeso un proprio compagno; una piazza che ne ha garantito l’incolumità fino al suo rilascio.Spaccare il movimento sulla base di pretesti fa solamente il gioco di chi è intenzionato a garantire la realizzazione del metanodotto SNAM a proteggerne gli interessi. Gli unici beneficiari della rottura del movimento saranno le stesse forze che proteggono il progetto SNAM.
Alla luce di quanto accaduto nei giorni precedenti, delle chiamate preventive agli organizzatori della mobilitazione ai fini di dissaldare l’integrità del movimento e dei metodi esagerati e sproporzionati esibiti in piazza da parte delle Forze dell’Ordine, si capisce che il fine di questi atteggiamenti è disinnescare sul nascere la lotta e spianarsi la strada verso la repressione di chi si oppone concretamente alla realizzazione di quest’opera, così come avviene per la TAV nella ormai militarizzata Val di Susa e così come avviene in Puglia dove assistiamo a una militarizzazione di questa regione per difendere la Tap, altro segmento del corridoio energetico Sud di cui fa parte anche il gasdotto previsto in Appennino della SNAM.
Sia per il movimento no TAV sia per il movimento no Tap le denunce , i fogli di via vengono utilizzati in modo massiccio.
Il monito è chiaro: lo Stato vuole che il nuovo tracciato della SNAM si faccia, e con esso la centrale di Sulmona. Nessuno deve intralciare nella pratica, con le pratiche, questa devastazione. Pena la repressione. Nessuno, neanche, deve cercare di contestare l’opera dei devastatori o delle forze dell’ordine, messe a loro difesa. Pena la repressione. Questo comunicato non serve per piangerci addosso delle misure repressive, ma per chiarire le forze in campo ed i metodi che vengono usati. Perché la repressione ha molte facce: una di questa è l’isolamento a cui vuole relegare chi viene colpito, ed un’altra è la facilità con cui dispone di alcune misure. Con i fogli di via siamo in questa situazione= é proprio la facilità con cui vengono dati,che determina un uso diffuso di questa misura repressiva.
Ma se chi ci reprime, pensa che con questa facilità può dividerci ed allontanarci dalle lotte, ha fatto male i suoi conti. Perché queste misure repressive mostrano, ancor di più, la vera faccia del nemico e piuttosto che creare isolamento, devono creare consapevolezza e solidarietà. Perché solo in questo modo la devastazione può essere evitata, ognuno con i propri modi, con le proprie azioni. Ma uniti nella solidarietà della lotta.
Circolo Island di Perugia
Rivista MalaMente
Comitato contro le devastazioni territoriali Umbria e non solo
Circolo anarchico umbro Sana Utopia