Savona, 17/10/2015, Sala Rossa del Comune, presentazione del libro su UM edito dall’ISREC della provincia di Savona.
«L’anarchismo è per me un tutto dal quale non mi scindo: è studio, è solidarietà, è amore e rivolta, è attività, è moto, è vita» (Umberto Marzocchi, 1950, Il Libertario)»
In una “Sala Rossa” gremita di savonesi, e con tanti giovani, il relatore Franco Bertolucci (Biblioteca Franco Serantini, Pisa) ha presentato il libro che l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Savona ha dedicato a Umberto Marzocchi. Bertolucci, insieme agli autori – Vincenzo D’Amico, Giuseppe Milazzo, Giacomo Checcucci-, ha tracciato il profilo biografico di Umberto Marzocchi e il suo ruolo da protagonista nella storia del Novecento, fra guerre, totalitarismi e rivoluzioni: insurrezionalista nel ’19, durante il Biennio Rosso; Ardito del Popolo nel ’21; esule in Francia dalle mille identità per sfuggire agli arresti, ai decreti di espulsione e alla polizia politica fascista; nel 1936 è in Spagna a difendere l’ultima Rivoluzione fra i miliziani della CNT/FAI; dal 1939 al 1944, combatte il nazifascismo prima nella Legione Straniera, in seguito nella Resistenza francese. Una vita all’ultimo respiro, insomma, con tratti avvincenti e romantici che in poche figure di ieri e di oggi possono essere riconosciuti. Uomo d’azione, Marzocchi «si è trovato più volte faccia a faccia col nemico, nei moti popolari, nelle rivoluzioni, in esilio». Ma la sua “pericolosità” – così si esprime la prefettura di La Spezia (1920)- derivava innanzitutto dalla capacità a tenere conferenze con parola accesa e violenta. Tiene il suo primo comizio all’età di 17 anni e nel Dopoguerra si rivela un eccellente oratore: lucido, pacato e documentato in teatro, appassionato trascinatore nei comizi, sulla pubblica piazza. Fra il 1946 e il 1950, oltre cento manifestazioni, conferenze e pubblici comizi, in tutta Italia, vedono il nostro nelle vesti di oratore ufficiale: Chi sono gli anarchici, antifascismo e dittatura spagnola, lotte sindacali e movimento operaio, anticlericalismo, pacifismo, astensionismo sono gli argomenti più trattati. Non manca l’analisi politica del contingente e la critica ai «partiti che erano nati con programmi rivoluzionari [e, nel Dopoguerra,] hanno consegnato l’Italia in mano ai preti e al Vaticano». Il ruolo organizzativo nella FAI e nell’IFA, la presenza attiva nell’ANPI, nell’ANPPIA e nel sindacato, si aggiungono ma non esauriscono una trama esistenziale complessa e suggestiva, in cui uomini e idee tessono la Storia e in cui le parentesi e le digressioni potrebbero aprirsi all’infinito.
«Eppure – come ricordava Massimo Ortalli su UN (4/12/2005)- l’eccezionalità della vita di Umberto Marzocchi non sta soltanto in ciò che il militante rivoluzionario ha fatto, come protagonista di avventure che paiono addirittura impossibili per chi, come noi, pensa sia già stato tantissimo “avere fatto il 68”, ma anche in ciò che Umberto Marzocchi è stato: la persona, l’uomo, il compagno fra i compagni, con i suoi dubbi, le sue passioni, i suoi errori e le sue grandezze, una figura tenacemente dedita all’ideale ma anche pronta a riflettere e a ripensare la propria azione».
Gruppo Anarchico “Pietro Gori”, FAI Savona