Prendocasa sotto attacco

Le accuse mosse ai compagni cosentini di prendo casa si inseriscono in un processo di demonizzazione molto chiaro, che ha lo scopo di sradicare tutti i tentativi per arginare ogni forma di riappropriazione dei diritti più elementari.
Da un lato vi è un sistema economico che sovra determina l’agire politico, imponendo tagli alla spesa pubblica, polverizzando posti di lavoro e ammassando liquidità nei forzieri delle banche o versandoli direttamente alle aziende (una delle misure previste dal cosiddetto reddito di cittadinanza). Dall’altro lato troviamo un meccanismo repressivo che in virtù di un concetto di giustizia assai anomalo, condanna e persegue chi non ha altro mezzo per sopravvivere che arrangiarsi in qualche modo.
Vi è un terzo dato da tenere ben presente, ossia l’inerzia delle pubbliche amministrazioni per risolvere il problema degli alloggi. Case popolari vuote e mai assegnate o occupate da chi non ha più diritto di restarvi, in quanto possiede altre case o perché ha un reddito non più compatibile con l’alloggio popolare. Queste anomalie non vengono trattate allo stesso modo di chi occupa illegalmente, preferendo rischiare la denuncia piuttosto che dormire per strada.
Viene da chiedere se davanti alla povertà creata a norma di legge si possa ancora definire illegale chi tenta di vivere dignitosamente, ci si chiede inoltre se vivere di stenti in baracche fatiscenti sia preferibile all’occupazione di case vuote mai assegnate nonostante bandi conclusi e graduatorie ferme da anni. Ci si chiede infine se la riappropriazione di dignità sia da considerarsi un gesto illegale o sia assai più da biasimare un sistema che non fa assolutamente nulla per risolvere un fenomeno crescente preferendo fare la guerra ai poveri piuttosto che combattere le ragioni della povertà.
Il governo del cambiamento ha modificato in peggio il codice penale, inasprendolo per coloro i quali occupano immobili, soprattutto quelli privati. Ma nel cambiamento non è previsto il recupero di migliaia di metri cubi di immobili abbandonati o semplicemente inutilizzati, per contrastare l’esigenza abitativa, si preferisce svendere il patrimonio pubblico per portare a casa la manovra finanziaria, in barba a chi ha veramente bisogno, per poi dare la colpa agli ultimi degli ultimi, inasprendo la guerra fra poveri.
Prima di agitarsi o muovere la propria indignazione verso qualcuno o qualcosa è importante capire il perché dei fenomeni e degli eventi. Chi segue il mantra della legalità, perché stanco di assistere alle ruberie di una classe dirigente inetta e corrotta, non può chiudere gli occhi e far finta che il concetto di giustizia sociale debba rompere gli argini dell’asservimento somaresco ai dettami di legge. Fintanto che vi sono norme e procedure che infliggono sofferenze a chi non ha strumenti per vivere è socialmente inevitabile che si agisca in senso contrario alla corrente.

Assemblea del CSOA Cartella

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