La visita a Trieste dell’ineffabile ministro Minniti non poteva certo non suscitare una risposta in quella parte di città che porta avanti giorno dopo giorno idee e pratiche solidali, antirazziste e di conflitto sociale.
L’occasione della venuta dell’illustrissimo è stato un invito per un incontro pubblico sul tema sicurezza all’interno della festa del PD (da notare però che l’incontro è avvenuto non nel luogo della festa ma nel salone di un lussuoso hotel sulle rive) e di un incontro coi sindaci sul tema immigrazione e profughi.
Ovviamente in questi incontri Minniti ha semplicemente riproposto le sue “soluzioni” alla questione immigrazione e in particolare l’osceno accordo con le istituzioni libiche per la creazione dei lager di trattenimento dei migranti in quei paesi, strutture che sappiamo bene cosa significheranno: altre sofferenze, torture, stupri e morti innocenti. Esattamente come accadeva con Gheddafi.
La mobilitazione ha avuto un prologo nella notte precedente alla venuta del ministro: la città si è svegliata con affissi manifesti e con vari graffiti contro la sua venuta. La mattina inoltre due striscioni venivano affissi in due punti del centro città con le scritte “Minniti, la vera minaccia sei te!” e “Mare mostrum: 30000 morti dal 2000 nel mediterraneo”.
Dalle 16 nelle immediate vicinanze dell’entrata dell’hotel dove si è tenuto l’incontro si è andato formato il presidio del movimento. Lo striscione principale recitava: “L’unica sicurezza è quella sociale-nessuna persona è illegale-Minniti not Welcome”. Dall’impianto sono stati fatti numerosi interventi che hanno affrontato varie questioni: dal rifiuto delle politiche sull’immigrazione a quelle sull’ordine pubblico e il degrado urbano, per passare ad una denuncia più ampia delle manovre filopadronali di questo governo (come quelli precedenti). Verso le 17.30 il presidio ormai arrivato ad almeno un centinaio di partecipanti si muoveva in corteo per raggiungere la centrale piazza della borsa. Durante il breve percorso numerosi gli slogan e gli interventi.
Tutte le fasi della mobilitazioni sono state monitorate da uno spiegamento poliziesco veramente imponente fra antisommossa e agenti in borghese.
Il presidio ha avuto una buona eco sui media locali, ed è riuscito nell’intento di dimostrare che vi è una parte di città che non si rassegna al dilagare delle politiche repressive e del razzismo di stato e non.
un compagno presente