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Milano: sgomberato l’ex cinema Splendor

Milano: sgomberato l’ex cinema Splendor

Crescono le mobilitazioni studentesche contro il caro affitti

Nella mattinata di martedì 19 settembre circola una comunicazione: “Ci stanno sgomberando. Sono arrivati stamattina alle 7,30 con cinque camionette”. Era un appello lanciato dal movimento “tende in piazza” che invitava a recarsi in viale Gran Sasso per protestare contro lo sgombero in atto da parte del Prefetto dello spazio occupato dell’ex cinema Splendor.

Del movimento “tende in piazza” si era molto parlato non molto tempo fa, quando le difficoltà degli studenti fuori sede che non riuscivano a trovare alloggi per i prezzi eccessivi si sono trasformate in protesta in molte città, tra cui Milano, dove mesi fa erano state piantate delle tende nel piazzale davanti al Politecnico. In quel momento c’è stato un grosso interesse mediatico attorno alla questione, se ne era parlato diffusamente dibattendo sull’importanza del problema sollevato. Poi l’interesse è andato man mano scemando, fino a scomparire dalla scena, anche se è andato avanti un faticoso confronto con l’amministrazione comunale , finora inconcludente; nel contempo sono andati avanti anche collegamenti e confronti con studenti di altre città che hanno dato vita a mobilitazioni sullo stesso problema.

Nelle scorse settimane a Milano la protesta studentesca contro il caro affitti ha avuto una svolta significativa: nella mattinata del 16 settembre da piazza Leonardo Da Vinci, davanti al Politecnico, è partito un corteo con in testa uno striscione “Siamo le tende e ci prendiamo un tetto”, diretto a viale Gran Sasso, dove è stato occupato l’ex cinema Splendor, abbandonato da anni, per continuare la mobilitazione contro il caro affitti e per “rivendicare gli edifici vuoti a uso pubblico e creare una città abitabile con spazi ad uso sociale”. Una residente di 70 anni, abitante nei piani superiori dell’ex cinema, ha commentato positivamente l’arrivo degli studenti nella speranza di miglioramenti di quel posto.

Durante il sabato e la domenica successivi in quello spazio occupato si è tenuta una assemblea Nazionale con circa 350 studenti venuti da tutta Italia per discutere delle questioni del caro affitti e dell’ emergenza abitativa. Dall’assemblea è emersa la decisione di mantenere l’occupazione organizzando un programma di incontri con gli abitanti del quartiere volti anche alla riqualificazione della zona.

Dallo sgombero dell’ex cinema Splendor alle tende sotto il Palazzo comunale

Nel primo mattino del 19 settembre gli occupanti hanno avuto un triste risveglio con 5 camionette della polizia inviate dal Prefetto per attivare lo sgombero. In quel momento c’erano 11 studenti a presidiare l’occupazione: “Ci hanno svegliato con le torce in faccia – hanno dichiarato – ci hanno sottratto i telefonini, identificati e fatti uscire con un gran dispiegamento di forze di polizia”.

E’ vergognoso che di fronte ad una protesta pacifica attuata per denunciare un problema reale e drammatico come quello della mancanza di alloggi e del caro affitti che di fatto nega ai figli delle famiglie più disagiate quel diritto allo studio tanto decantato a parole dalla Costituzione, l’unica risposta sia la repressione. Un atto di violenza da parte del governo Meloni verso i “senza tetto”, così come è stato nei confronti dei disoccupati ai quali è stato tolto il reddito di cittadinanza. Ma analoga responsabilità è anche da parte della amministrazione locale che non si oppone in alcun modo a tali atti di violenza da parte del governo, di cui il Prefetto è emanazione, né dà risposte adeguate nel territorio che amministra.

Nella stessa giornata dello sgombero è stato organizzato un presidio alle 18 davanti a Palazzo Marino, la sede del Comune. Gli studenti hanno nuovamente piazzato le loro tende per protestare anche contro il silenzio complice dell’amministrazione comunale di fronte a questo atto di pesante repressione del Governo, che intende risolvere anche il problema abitativo come questione di ordine pubblico. Il presidio é stato molto partecipato ed ha costituito aggregazione, riuscendo a ricreare anche interesse mediatico attorno alla vicenda. Alla stampa presente i portavoce del movimento “tende in piazza” hanno spiegato le finalità della protesta e comunicato che il presidio delle tende sarebbe continuato anche nei giorni successivi. Nell’occasione ho portato al movimento la solidarietà da parte dell’USI e del coordinamento dei sindacati di base che hanno proclamato uno sciopero generale per il 20 ottobre, invitando ad un percorso unitario con la piattaforma sindacale che, oltre all’opposizione alla guerra e all’invio delle armi, la lotta al carovita e per un salario adeguato, contiene anche la rivendicazione del diritto all’abitare; il movimento è stato invitato quindi a partecipare ed esprimere la propria voce all’Assemblea Nazionale che si terrà l’8 ottobre in via De Amicis 17.

L’atteggiamento delle istituzioni locali

Ascoltiamo gli universitari ma l’occupazione non è il metodo giusto”. Così si esprime a mezzo stampa Anna Scavuzzo vicesindaca del Comune di Milano. E aggiunge “C’è un tema più che legittimo – quello del caro affitti – ma la protesta è sempre meglio di ogni forma di occupazione. Poi c’è da capire come ciascuno può fare la propria parte: l’ascolto è certamente una responsabilità che ci assumiamo, però ognuno deve assumersi la responsabilità di agire e non è solo il Comune che può rispondere”. Bella solidarietà! Anche Paolo Franco, assessore della casa alla Regione si esprime nel merito: “E’ importante che ci sia una collaborazione continuativa anche con gli studenti e il mondo della scuola”…”e Milano paga lo scotto di una mancata programmazione urbanistica negli ultimi 25 anni”. E conclude “Bisogna dare un messaggio di legalità. Se il prefetto ci dà una mano a completare gli sgomberi, riusciremo sicuramente a dare una risposta efficace ed efficiente agli studenti”. Una medicina peggiore del male come si suol dire. L’esatto contrario di quanto propone il movimento degli studenti.

Nella giornata di venerdì 22 settembre ha avuto luogo l’incontro programmato con l’amministrazione comunale, al termine del quale la delegazione del movimento “tende in piazza” così ha commentato “Non ci vanno bene le proposte che ci hanno fatto finora: la proposta sul canone concordato porta comunque a validare dei prezzi di mercato troppo alti e la proposta sullo studentato diffuso nelle case popolari sfitte non è adeguata perché le case sfitte devono essere assegnate alle persone e non agli studenti creando una guerra tra poveri. La cosa che chiediamo di più è un investimento maggiore negli studentati pubblici e l’interruzione della vendita di case popolari ai privati”. Poi hanno aggiunto “La lotta per l’abitare non si ferma finché non otterremo ciò che vogliamo: a Milano, Roma, Venezia, questo è solo l’inizio. Vogliamo incidere sulle politiche di questo paese”. Lanciano un coro e scandiscono “La casa è un diritto, non un privilegio”.

Enrico Moroni

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