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Marx ed Engels e il movimento comunista

Marx ed Engels e il movimento comunista

Pubblichiamo la prima parte della traduzione del quarto capitolo di “The Idea” di Nick Heath – Just Book Publishing. Traduzione di Lona Lenti.

Marx avrebbe ribadito le proprie idee e tentato di metterle in pratica nel movimento operaio per tutta la sua vita. “Senza parti nessun sviluppo, senza divisione nessun progresso” avrebbe scritto (polemica con il quotidiano Kolnische Zeitung ,1842). In una lettera scritta molto più tardi a Bebel, Engels riassume questo approccio: “Per il resto, il vecchio Hegel l’ha già detto: un partito si dimostra un partito vittorioso per il fatto che si divide e può sopportare la scissione. Il movimento del proletariato passa necessariamente attraverso stadi di sviluppo; ad ogni stadio una parte del popolo rimane indietro e non si unisce all’ulteriore avanzata; e questo spiega da solo perché la “solidarietà proletaria” si concretizza ovunque in diversi raggruppamenti di partito che si combattono l’uno con l’altro in una guerra di vita o di morte”.

La mitologia del marxismo a volte comporta che la teoria del comunismo sia stata perfezionata da Marx ed Engels senza prendere in considerazione realmente tutto quello che è stato fatto prima e che il comunismo, organizzato più o meno in un movimento libero, sia stato creato da artigiani e operai come risultato delle loro esperienze pratiche nella Rivoluzione Francese e negli eventi degli anni Trenta dell’800, così come il loro continuo lavoro teorico. Il coinvolgimento di Marx ed Engels in questo movimento comunista fu solo una lotta politica continua nei confronti di ciò che ritenevano loro antagonista in esso, una serie di attacchi ricorrenti in cui spesso usavano le calunnie come armi.

Marx era stato conquistato al comunismo da Moses Hess nel 1842. Nello stesso anno Marx si familiarizzò con gli scritti di Proudhon e Dezamy così come con Pierre Leroux e Considerant allo scopo di ottenere la comprensione delle correnti del socialismo e del comunismo francesi. Durante un breve soggiorno a Londra, Marx ed Engels presero contatto con gli esuli tedeschi e con gli elementi più radicali del movimento cartista britannico. Dopo essere stato espulso dalla Francia, Marx fece la conoscenza di Weitling a Bruxelles nel 1846. Bruxelles agiva da punto focale per il movimento clandestino dell’Europa occidentale. Non solo c’erano numerosi esuli dalla Francia e dalla Germania, ma era un punto di distribuzione per la diffusione della letteratura radicale in Germania, ed era un punto di sosta per i lavoratori e gli intellettuali tedeschi. Elliot Eriksson ha sostenuto che Marx non si è opposto alla sua estradizione dalla Francia, ed era soddisfatto di essere esiliato a Bruxelles, era stato in grado di approfittare della sua importanza come punto focale per stabilire una morsa su tutta la propaganda che veniva contrabbandata in Germania. Marx avanzò l’idea di riunire a congresso tutti i comunisti per mettere in piedi la prima organizzazione comunista internazionale. La città belga di Verviers fu scelta come sede – è vicina al confine tedesco e comoda anche per chi viene dalla Francia. Prima che i preparativi potessero essere ultimati, i delegati della Lega dei Giusti giunsero a Bruxelles e invitarono Marx ed Engels ad unirsi alla loro organizzazione. Come abbiamo visto, la Lega si era affermata come un’organizzazione internazionale, in contatto con rivoluzionari inglesi e francesi. Ora cercava di arruolare la mente di Marx.

Marx ed Engels poi ingaggiarono una lotta con Weitling, che aveva difeso Kriege. Fino a quel momento Weitling era stato visto come il faro principale della Lega. La Lega gli aveva commissionato di scrivere L’umanità com’è e come dovrebbe essere, che doveva fungere come una sorta di Manifesto per la Lega. Tuttavia, le idee di Weitling venivano viste sempre più dagli altri membri della Lega come fuori moda. Il gruppo dirigente della Lega a Londra, Karl Schapper, Heinrich Bauer e Josef Moll aveva rigettato le colonie comuniste sostenute da Cabet, e ora toccava al concetto di comunismo di Weitling di essere respinto perché troppo militarista e putschista. Ora Weitling sosteneva la necessità di un dittatore per realizzare il comunismo, e lasciava intendere con decisione che il dittatore dovrebbe essere lui stesso.

Sia Weitling che il russo Pavel Annenkov hanno lasciato resoconti di una riunione plenaria della Lega Comunista a Bruxelles nella primavera del 1846. Marx attaccò Weitling ferocemente, che prima aveva lodato fino al cielo per la sua garanzia durante il suo soggiorno a Parigi. Il lavoro di Weitling sul comunismo artigiano fu duramente criticato. Sia Annenkov che Weitling affermano che Marx chiese una pulizia approfondita delle file dei comunisti, e Weitling dice: ”il sentimento umano va deriso”. Nonostante l’affermazione spesso sostenuta che Weitling si opponeva alla propaganda che preparava la strada per una rivoluzione sociale, fu il campo di Marx che si oppose alla “propaganda orale, nessuna disposizione per la propaganda segreta, in generale la parola propaganda non deve essere usata in futuro”. Marx dichiarò con fermezza che la realizzazione del comunismo in un prossimo futuro era fuori questione, e che prima la borghesia deve essere al timone (Lettera di Weitling a Moses Hess, 1° aprile 1846).

Vale la pena di citare ampiamente la sua lettera. “Credo che Marx ed Engels finiranno per criticare se stessi attraverso la loro stessa critica. Nel cervello di Marx, non vedo niente di più di una buona enciclopedia, ma nessun genio. La sua influenza si fa sentire attraverso altre personalità. I ricchi lo hanno fatto redattore, voilà tout. I ricchi che fanno sacrifici hanno il diritto di vedere o di far fare delle indagini in ciò che vogliono sostenere. Essi hanno il potere di affermare questo diritto, ma anche lo scrittore ha questo potere, non importa quanto povero sia, di non sacrificare le sue convinzioni per denaro. Io sono pronto a sacrificare le mie convinzioni per il bene dell’unità. Ho messo da parte il mio lavoro sul mio sistema quando ho ricevuto critiche da ogni parte. Ma quando ho sentito a Bruxelles che i miei oppositori intendevano pubblicare il loro splendidi sistemi in traduzioni ben finanziate, ho completato il mio e ho fatto uno sforzo per portarlo a quella persona (Karl Marx). Se questo non è supportato, è assolutamente necessario fare un esame. Ero un imbecille, finora avevo creduto che sarebbe stato meglio se avessimo usato tutte le nostre qualità contro i nostri nemici e incoraggiato soprattutto quelli che sopportavano persecuzioni nella lotta. Avevo creduto che fosse il mezzo migliore per accrescere la nostra influenza tra il popolo, e, soprattutto, per organizzare una parte di esso per la diffusione dei nostri scritti divulgativi. Ma Marx ed Engels non condividono questa visione, ed in questo sono rafforzati dai loro ricchi sostenitori. Bene! Molto bene! Splendido!”. L’incontro fu estremamente aspro: sia Marx che Engels si scagliarono con veemenza contro Weitling, che rispose a tono. Marx, infine, salta su e giù nel suo ufficio.

La rottura finale tra il gruppo di Marx e Weitling avvenne nel maggio successivo e solo due anni dopo che Marx aveva chiamato il libro di Weitling “Un esordio esuberante e brillante degli operai tedeschi”. Dopo poco Weitling partì per gli Stati Uniti, da dove non sarebbe tornato fino alla rivoluzione del 1848.

Marx ed Engels denunciarono poi il comunista tedesco Hermann Kriege, che era emigrato in America. Inizialmente Engels aveva molta fiducia di Kriege e lo aveva raccomandato a Marx, quando Kriege arrivò a Londra dopo poco essersi unito alla Lega dei Giusti. Poi emigrò a New York nel 1845. Lì ha guidato la Lega dei Giusti nell’Associazione per la riforma sociale, che richiedeva una radicale riforma agraria. A sostegno di questa mossa pubblicò un giornale chiamato Volks-Tribun. Lì scrisse di un comunismo fraterno basato sull’amore fraterno e se ne uscì con prese di posizione come “Non vogliamo mettere le mani sulla proprietà privata di alcuno: ciò che l’usuraio ha ora, lascia che se lo tenga. Noi vogliamo solo impedire l’ulteriore saccheggio dei beni del popolo e impedire che il capitale continui a sottrarre al lavoro i suoi legittimi beni.” e “Ogni povero… diverrà istantaneamente un membro utile della società umana non appena gli venga offerta l’opportunità di un lavoro produttivo”. La terra dovrebbe essere nazionalizzata e poi affittata a titolo gratuito in lotti di 150 acri per piccoli agricoltori.

Nell’udire queste cose Marx ed Engels furono giustamente sconcertati. Stilarono una denuncia delle idee di Kriege, la “Circolare contro Kriege”, descritta da Gareth Stedman Jones come una “missiva enormemente presuntuosa”. L’elemento disturbante di questa era la malvagità dell’attacco, che era molto aggressivo e personalizzato. Il Comitato di Londra scrisse a Marx “non siete stati troppo duri con Kriege?… Kriege è ancora giovane e può ancora imparare (Kriege aveva solo venticinque anni)”. Un altro membro della Lega, Joseph Weydemeyer, scrisse che c’era “rammarico diffuso per il fatto che vi siate di nuovo immischiati in queste polemiche” (Lettera a Marx del 14 maggio 1846).

Moses Hess, che era stato mentore di Marx, divenne l’obiettivo successivo, scegliendo di dimettersi piuttosto che essere espulso. “Nella lotta tra Marx e Weitling, Hess aveva preso le parti di Weitling, e questo era sufficiente a far infuriare Marx, e per spingerlo a cercare un mezzo per schiacciare Hess. Tuttavia Moses Hess, dopo molte deviazioni e particolarità, era giunto nel corso della sua evoluzione socialista vicino alle posizioni di Marx tanto che già il 28 luglio 1846 Hess scriveva a Marx: “sono pienamente d’accordo con le vostre opinioni sulla paternità del comunismo. Per quanto fosse necessario all’inizio che gli sforzi comunisti fossero legati all’ideologia tedesca, non è meno necessario che si basassero su premesse storiche ed economiche, perché altrimenti non saremo mai in grado di regolare i conti né con i ‘socialisti’ né con gli avversari di tutte le sfumature di opinione” (Karl Marx, Ruhle, 1928).

In quel momento Marx ed Engels crearono una società di formazione dei lavoratori con sede a Bruxelles, modellata sull’organizzazione londinese con lo stesso nome animata da Schapper. Gradualmente presero contatti in Gran Bretagna, Germania, Francia e Svizzera, riunendo intorno a sé coloro che la pensavano allo stesso modo. Allora si decisero a costituire un’organizzazione internazionale e a creare cellule a Bruxelles, Parigi e Londra. È probabile che questo, il secondo tentativo di un’internazionale, fosse un’iniziativa del gruppo di Londra attorno a Schapper. Questi gruppi dovevano costituire delle commissioni di corrispondenza per tenere i collegamenti con gli altri gruppi comunisti. Questi sono diventati famosi come le commissioni di corrispondenza comuniste. Una di queste commissioni fu costituita a Bruxelles da Marx, Engels e il loro socio Philippe Gigot. Sembrerebbe che il lavro preparatorio per queste commissioni fosse già stato messo in piedi per la metà del 1846 e che Joseph Moll, che giunse a Bruxelles per invitare Marx ed Engels ad unirsi alla Lega dei Giusti, agisse come rappresentante della commissione comunista di corrispondenza di Londra. Il gruppo di Londra della Lega dei Giusti aveva risposto con favore all’idea di accrescere le comunicazioni tra i comunisti ed aveva chiarito che loro avevano rotto con le tattiche cospiratorie dei blanquisti e la visione di Weitling, che cercava di sollevare le masse attraverso l’ispirazione spirituale. Comunque, presero posizione contro le denunce feroci che Marx aveva fatto nei confronti di Weitling e di Kriege e sottolineato che la corrispondenza fra comunisti aveva lo scopo di incoraggiare le idee e non di frenare il dibattito politico. Successivamente scrissero un’altra lettera dove chiarirono:

Crediamo che tutti questi diversi orientamenti devono essere espressi e che solo attraverso un congresso dei comunisti, dove tutti gli orientamenti siano rappresentati in una discussione fraterna e a sangue freddo, è possibile portare l’unità nella nostra propaganda… Se le persone di tutte le posizioni comuniste fossero inviate, se intellettuali e operai da ogni parte si incontrassero insieme, allora non c’è dubbio che un mucchio di barriere, che ancora ostacolano il cammino, cadrebbero. In questo congresso tutti i diversi orientamenti e tipi di comunismo sarebbero discussi pacificamente e senza amarezza e la verità sarebbe certamente venuta a galla e avrebbe avuto la meglio” (17 luglio 1846).

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