E’ morto Lorenzo Bargellini. Lottava, da sempre, per il diritto alla casa. Non aveva italiani e non aveva stranieri. Aveva una classe: i proletari e gli oppressi.
E’ morto una mattina di prima estate. E’ morto dopo una vita passata a reclamare diritti, e a reclamarli mica con la “legalità” di lorsignori, perché di ben altro senso della giustizia – quella vera e non quella corrispondente alle ciance e alle malefatte del capitalismo istituzionale – avrebbe potuto dar dure e chiare lezioni.
E’ morto persino con gli ultimi oltraggi. Quello di vedersi coccodrillare a dovere da roba tipo “Repubblica“, con tanto di “una vita passata a difendere gli “ultimi” quando il medesimo giornale passa la vita a difendere i “primi”. Oppure quello di vedersi – come informa scrupolosamente sempre il medesimo fogliaccio di regime – piombare in casa la polizia persino dopo esser morto di morte naturale. Cioè, se si muore d’un colpo secco da Lorenzo Bargellini, eccoti in casa gli sbirri perché non si sa mai. Ci avranno avuto paura di un ultimo sfratto o di un’ultima occupazione, chissà.
Siccome la vita di Lorenzo Bargellini è stata spesa bene, bisognerebbe continuarla. Bisognerebbe pigliarla in mano tutti quanti, questa lotta per la casa. Bisognerebbe cominciare, per esempio, a sgomberare in via definitiva tanta gente, tipo padroni, speculatori, consorterie, palazzinari, gruppi d’affari. Bisognerebbe spazzare via il vero “degrado”, cosa che Lorenzo Bargellini ha ostinatamente perseguito per tutta la sua vita, pagandola spesso cara proprio a cura di chi oggi gli decreta il ricordino di prammatica con il quale sarebbe doveroso pulirsi il culo.
Proprio mentre le politiche abitative dei comuni-lager alla Minniti, proprio mentre i peggiori fascisti ci giocano sopra con sempre maggiore successo non possiamo limitarci a piangere per la perdita di un compagno e di un amico, ma dobbiamo continuare la lotta senza paura così come avrebbe voluto Lorenzo.
Pur nella chiara ma rispettosa nostra differenza politica, negli ultimi anni come area libertaria e/o anarcosindacalista fiorentina abbiamo condiviso con Lorenzo e con il Movimento Lotta per la Casa molte battaglie, a cominciare dalla difesa degli spazi sociali autogestiti di Via dei Conciatori, alla costruzione del grande sciopero sociale del 14 novembre 2014, solo per fare qualche esempio tra i tanti.
Per ricordarlo, non mettiamo il suo volto da antico guerriero inca, con le botte e le ferite di cinquantotto anni di battaglie. Ci mettiamo un paio di gatti neri su un tetto, ché dai tetti si vede tutto quel che succede e si difende meglio quel che viene preso, occupato, conquistato alla facciaccia loro.
COORDINAMENTO ANARCHICI E LIBERTARI – FIRENZE USI-AIT SEZIONE FIRENZE NORD