Lo sciopero generale del 1902 a Trieste

Tutto cominciò ai primi del febbraio con lo sciopero dei fuochisti del Lloyd Austriaco: sulle navi lo sfruttamento aveva raggiunto livelli insopportabili. Lo stato asburgico mobilitò i militari in funzione di crumiraggio, ma la lotta non si fermò. Anzi, i lavoratori di altre categorie risposero con la solidarietà di classe e proclamarono lo sciopero generale accettando con entusiasmo l’appello del Comitato dei fuochisti (dei tre componenti, due erano anarchici).

Il 14 febbraio 1902, una giornata di bora e gelo, un enorme corteo di operai e cittadini percorse la città e giunse nei pressi del palazzo del Lloyd Austriaco. In Piazza della Borsa, a poche decine di metri, fu fermato e disperso a fucilate da una fila di soldati che non esitarono a sparare sui manifestanti: quattordici morti.

La repressione sanguinaria suscitò altre proteste e fu l’avvio di rivendicazioni e di proposte organizzative che durarono nel tempo. Il nuovo movimento operaio contava sulla volontà di resistenza del multietnico proletariato triestino nel quale gli anarchici erano attivi e spingevano per la radicalizzazione delle lotte (per saperne di più: MASERATI, Ennio, Gruppi Anarchici a Trieste Sotto il Dominio Asburgico, Padova, CEDAM, 1977).

La coscienza della grande forza operaia, dimostrata nel febbraio 1902, rimase nella memoria popolare triestina e resistette al fascismo per giungere, malgrado tutto, fino ai giorni nostri. Al punto che rendere omaggio alle vittime proletarie deponendo un fiore su una targa apposta di recente in occasione del Primo Maggio ha procurato l’immediato e sproporzionato intervento poliziesco.

Claudio Venza

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