Liberiamoci da fascisti e razzisti!

Erano settimane che la Bologna antirazzista e antifascista organizzava iniziative “di avvicinamento” alla contestazione nei confronti della calata della destra nazionale: numerose assemblee pubbliche, diversi presidi e cortei, striscioni e manifesti appesi in giro per la città, scritte sui muri, biciclettate informative, il sabotaggio della linea ad alta velocità nella notte tra sabato 7 e domenica 8 novembre che ha causato nelle ore successive consistenti ritardi nella circolazione dei treni. L’obiettivo di tutti era quello di dare un caloroso benvenuto a quell’accozzaglia di post e neo fascismo pronta a “invadere” Bologna: dai più moderati ai più estremisti, da Forza Italia alla Lega da Fratelli d’Italia a Casa Pound tutti avevano annunciato la propria presenza.

Così domenica 8 novembre non ci siamo fatti trovare impreparati. Difficile dare conto di tutte le manifestazioni e dei cortei, piccoli e grandi, che fin dalla mattina hanno invaso la città, centro storico compreso. Quattro sono stati i principali punti di concentramento, che, fin dalle 10 della mattina, hanno riunito alcune migliaia di manifestanti. Qui la questura ha dato sfoggio della solita arroganza, cercando di impedire le manifestazioni. In alcuni casi infatti i cortei sono stati bloccati davanti e dietro da blindati e agenti per ore, o al momento del concentramento o lungo il percorso. La polizia inoltre ha fatto di tutto perché le diverse manifestazioni non si incontrassero né fondessero in un unico grande corteo. Non solo: al tentativo di muoversi l’antisommossa, dopo avere scacciato fotografi e reporter, ha reagito con diverse cariche anche molto violente e prolungate. In una di queste tre compagni sono stati abbrancati da viscidi poliziotti in borghese e portati in questura in stato di fermo.

Molte altre altre sono state le iniziative più o meno spontanee anche in centro città. La stessa piazza Maggiore, difesa da una “zona rossa” che impiegava almeno mille agenti, è stata raggiunta da svariati gruppi più o meno consistenti di compagni che hanno contestato apertamente il comizio con canti, balli, urla, bandiere e uova, vanamente ostacolati dal servizio d’ordine leghista e dagli agenti. Tanto in piazza quanto nelle sue vicinanze si sono fronteggiati compagni e fascisteria assortita, che non ha lesinato saluti romani davanti al sacrario dei partigiani, mentre in moltissimi casi sono stati proprio i passanti ad apostrofare senza mezzi termini nordisti e camerati invitandoli a tornare a casa propria. Piazza Maggiore è stata poi “riconquistata” definitivamente nel pomeriggio dopo che alcune decine di migliaia di fascioleghisti avevano abbandonato la città superscortati su circa trecento pullman. Una grande festa, L’Aurelio Ri-Party (ricordate il video della precipitosa fuga in auto di Salvini in occasione della sua penultima visita in città?), organizzata dall’Internazionale del trash ribelle ha danzato sul vomitevole odio reazionario della mattinata, mentre gruppi di compagni che reclamavano nei pressi della questura la liberazione dei tre fermati venivano allontanati in malo modo da digos e agenti.

Gruppi e compagne-i anarchiche-i, che avevano preferito non indire un proprio concentramento specifico, sono stati assai attivi in molte delle iniziative programmate e hanno offerto un contributo fattivo in diverse situazioni e in più punti della città, dando vita anche a cortei spontanei che hanno attraversato con agilità il centro cittadino al grido di “Fascisti e leghisti fuori da Bologna!”.

A. Soto

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