“Se non sei preoccupato, vuol dire che non stai attento”
Heater Heyer. Uccisa da un fascista a Charlottesville il 12 agosto 2017
Da quando nel giugno scorso Donald Trump è venuto in Italia senza essere accolto da particolari contestazioni – a parte un peraltro nutrito presidio di statunitensi antiTrump residenti a Roma e qualche piccola azione di protesta di alcuni pacifisti – il nostro paese è diventato un luogo caro all’estrema destra americana. Il fatto che Trump sia stato il primo presidente USA dai tempi di Truman ad arrivare in Italia senza ricevere grosse manifestazioni di dissenso assegna alla Penisola un posto d’onore tra “le nazioni europee dove la popolarità del nostro presidente è in crescita”, un magro elenco che circola sui siti dell’ultradestra americana e che comprende anche la Polonia, l’Ungheria, la Slovenia – dove, però, popolare è soprattutto l’ex miss nazionale Melanija Knavs diventata First Lady – la Croazia, l’Ucraina e il Kossovo. Di queste ben misere consolazioni continuano a vivere Trump e la sua amministrazione che non sono ancora riuscite a mettere a segno neanche una delle promesse “dei cento giorni”: ormai sono passati più di otto mesi e l’abolizione dell’ObamaCare, la costruzione del Muro ai confini del Messico, la riforma fiscale eccetera continuano a rimanere nel cassetto delle promesse elettorali. Le incessanti manifestazioni di protesta che accompagnano Trump da prima ancora che ricevesse la nomination del Partito Repubblicano per la corsa alla Casa Bianca costringono alla prudenza i membri repubblicani del Senato e del Congresso e gli “ordini esecutivi” [circa come l’equivalente dei decreti dei governi in Italia, ndr] incontrano ogni volta un’opposizione diffusa com’è successo con il Muslim Ban – che, emanato a gennaio, è diventato effettivo solo quest’estate – o come sta succedendo con la sospensione della sanatoria per i giovani immigrati illegali giunti minorenni negli USA . Anche lo stesso ordine esecutivo che aveva sbloccato i lavori del famigerato oleodotto DAPL che per mesi erano rimasti fermi a causa della resistenza di gruppi di nativi Dakota della Riserva di Standing Rock e di migliaia di altri solidali, ha prodotto effetti controproducenti per Trump e per i Signori Del Petrolio, e del carbone, che sono i suoi più convinti sponsor. Da febbraio ad oggi sono stati infatti annullati almeno cinque progetti di oleodotti che avrebbero dovuto attraversare altrettanti territori indiani: i petrolieri da una parte temono di incontrare una resistenza decisa come quella a Standing Rock e dall’altro hanno difficoltà a trovare banche che li sostengano dopo il successo della campagna Defund DAPL: quasi 90 milioni di dollari sono stati ritirati dai risparmiatori dalle casse delle banche finanziatrici dell’opera. Anche il ripetuto annuncio che sarebbero iniziati i lavori di costruzione del Muro col Messico è un bluff propagandistico: per ora sono stati stanziati solo 4 milioni e mezzo di dollari per pagare nove ditte che costruiranno nove campioni di muro alti 9 metri e lunghi 9 metri, per un totale di 81 metri lineari che sono uno sputo per un confine lungo migliaia di km e già pieno di muri inefficaci costruiti dall’Amministrazione Clinton.
E’ proprio, però, quella che si potrebbe definire “la debolezza” di Trump a renderlo più pericoloso, dicono i compagni del sito anarchico itsgoingdown.org. Se sul piano internazionale questo potrebbe precludere a scenari drammatici se non catastrofici – col moltiplicarsi di punti di crisi che, in Corea come in Ucraina come in Siria, minacciano di evolvere in tempi anche molto rapidi in situazioni di guerra aperta tra nazioni dotate di armamenti nucleari – sul piano interno si gioca una partita altrettanto inquietante. In effetti la Presidenza Trump è appesa ogni giorno di più al filo nero del sostegno dell’estrema destra suprematista e fascista che è stata determinante per far vincere le primarie repubblicane all’impresentabile magnate newyorkese. E’ un fronte eterogeneo che mette insieme le varie dell’estrema destra statunitense: suprematisti bianchi, milizie cristiane, nazisti e fascisti a stelle e strisce, i fighetti dell’alt-right e gli ultimi esponenti del Ku Klux Klan. Insieme ad alcuni tra i più famosi complottisti americani: dal famigerato Steve Bannon al conduttore radiofonico Russ Lambaigh – che una ventina di anni fa fu il primo a diffondere la storia delle scie chimiche – e a Stephen Spencer di infowars.org, quello a suo tempo aveva tirato fuori la diceria che non ci sarebbero stati ebrei l’11 Settembre nelle Torri Gemelle. Tra gli ultimi ad entrare nel circo c’è stata l’Association of American Physicians and Surgeons che, nonostante il nome rispettabile e “professionale”, è in realtà una specie di club di specialisti in complotti sanitari che pubblicano una rivista fatta sul modello delle vere riviste scientifiche per diffondere articoli sui legami tra aborto e tumori, vaccini e autismo, migranti ed epidemie ed altre amenità paranoiche. E’ vero che il Partito Repubblicano già dagli Anni Sessanta si è spostato sempre più su posizioni di destra, ma la presidenza Trump è molto più spudorata anche sul piano simbolico. Mentre, per conquistare i favori della parte più conservatrice della comunità afroamericana, Bush padre e figlio riempivano le loro amministrazioni di ministri e di generali di colore e Reagan fece addirittura inaugurare le Olimpiadi di Los Angeles da un’esibizione di ballerini di break-dance, nel governo Trump non c’è neanche un nero o un ebreo e l’unica donna da brava maestrina è stata fatta ministro dell’istruzione.
In questa situazione da subito una gran parte degli americani ha deciso che non poteva accettare di essere governata da una banda di razzisti e di fascisti e nell’ultimo anno vi è stato un susseguirsi incessante di lotte che hanno coinvolto tutti gli Stati Uniti, anche nelle aree più periferiche e che han visto con la partecipazione di milioni di persone. A questo movimento la propaganda trumpista ha risposto con una tecnica di diffamazione “a specchio”: gli oppositori in genere di Trump, compresi i repubblicani tradizionalisti ma anche gli anarchici e i partiti socialisti e comunisti, vengono definiti dem, cioè Democratici, mentre i deputati e i senatori democratici vengono apostrofati come radical, marxisti e “fautori dell’anarchia”. In effetti, però, il Partito Democratico, a parte sempre più sporadiche dichiarazioni indignate di qualche suo esponente, s’è immediatamente ritirato da ogni velleità di dura opposizione parlamentare, mentre il movimento contro Trump ha continuato a crescere ed è diventato il catalizzatore che unisce i movimenti contro la devastazione ambientali a quelli contro il razzismo e le violenze della polizia, le rivendicazioni dei lavoratori alle battaglie per i diritti civili e in questi mesi sono nati migliaia di gruppi e di collettivi.
In questo contesto, però, anche i gruppi di estrema destra si sono fatti sempre più aggressivi. In modo dichiaratamente provocatorio i fascisti hanno preso di mira in particolare alcune zone di forte radicamento di sinistra: all’inizio la cosa aveva quasi del ridicolo: una delle prime “azioni”, ad esempio, è stata a febbraio un’adunata di una quindicina di “difensori dei valori” in una spiaggia di Venice (California) frequentata da gay dove però in pieno inverno non c’era nessuno. La cosa è diventata però sempre meno folkloristica con le varie manifestazioni che i trumpisti hanno tenuto ad aprile e a maggio a San Francisco e a Berkley e che peraltro hanno visto solo la partecipazione di poche decine di attivisti di destra super-protetti dalla polizia e soverchiati da contromanifestazioni di migliaia di persone. Nonostante gli insuccessi, i fascisti hanno continuato con le loro uscite di piazza. Fino ad arrivare il 12 agosto scorso alla manifestazione Unite the Right a Charlottesville, organizzata da gruppi apertamente suprematisti e fascisti, per “unire la destra” contro la rimozione di una statua del generale sudista Robert Lee. La manifestazione organizzata con grande cura ha visto la partecipazione di alcune centinaia di attivisti di destra affrontati da una una contromanifestazione più grande – circa 1500 persone – che non è riuscita tuttavia ad impedire ai fascisti di muoversi in corteo. Le ripetute provocazioni dei fascisti che, protetti dalla polizia, attaccavano i contromanifestanti con spray urticanti hanno portato a scontri che sono durati per diverse ore e che sono terminati solo quando un neonazista di nome James Alex Fields – fotografato alla manifestazione insieme al gruppo Vanguard America, in uniforme di ordinanza con in mano uno scudo con due fasci incrociati – si è lanciato con la propria auto contro un contingente di antifascisti, assassinando una militante femminista di nome Heather Heyer e ferendo 19 persone. L’omicidio di Heather Heyer ha suscitato proteste in tutto il paese con centinaia di presidi e di veglie anche nelle località più sperdute, mentre il giorno dopo i funerali di Heather è partita la marcia “Charlottesville to D.C against White Supremacy” che ha raggiunto Washington dopo una serie di tappe a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Due settimane più tardi, il 26 agosto, invece, i fascisti hanno tentato altre manifestazioni “Unite The Right” in contemporanea in diverse città ma sono stati accolti ovunque da contromanifestazioni imponenti: nella sola Boston ad accogliere i trumpisti sono scese in piazza 24mila persone, mentre a San Francisco qualche migliaio di antifascisti che suonavano tamburi ha reso impossibile ai neonazisti tenere il loro piccolo comizio. A Berkeley, in California, un gruppo di un cento sostenitori di Trump si è presentato con lo slogan «No al marxismo in America», affrontato da una contromanifestazione di 2mila persone. Dopo che diversi partecipanti alla contromanifestazione sono stati attaccati dai fascisti con spray al peperoncino sono iniziati gli scontri che sono terminati solo quando i suprematisti se ne sono andati dalla città, con la polizia che ha scortato i militanti di destra ed ha arrestato 14 persone.
Le provocazioni dell’estrema destra per ora sembrano essersi fermate ma la vigilanza degli antifascisti resta alta e il 16 settembre l’Università di Berkeley ha annunciato l’annullamento del Free Speech Festival in programa il 24 settembre a cui avrebbero dovuto partecipare Steve Bannon, Milo Yannoupolis ed altri esponenti trumpisti. Nel futuro, comunque, il livello del conflitto sembra destinato a salire e sicuramente non ha intenzione di farlo scendere Trump. Jeff Sessions a Nashville, in Tennessee, alla Conferenza nazionale dell’ordine della polizia ha annunciato che l’amministrazione Trump ha deciso di restituire alla polizia armi ed equipaggiamento militari, blindati, lanciagranate e armi da fuoco “per fronteggiare le proteste, garantire la sicurezza e combattere la criminalità”.
robertino