Nelle ultime settimane sono stati recapitati quattro decreti penali di condanna ad altrettanti compagni della regione, in riferimento al corteo antimilitarista del 3 novembre 2018 a Gorizia da noi organizzato, con la richiesta di pagamento per un totale di quasi 11.000 euro. I capi di imputazione contestati sono: manifestazione non autorizzata, imbrattamento e accensioni pericolose di materiale pirotecnico.
Quel giorno una manifestazione di quasi 400 persone percorse le strade del capoluogo isontino per contestare le mortifere celebrazioni militariste e nazionaliste legate al centenario della “vittoria” nella prima guerra mondiale costata milioni di morti, feriti e mutilati.
Un’iniziativa scomoda perché legava il ricordo del primo massacro mondiale con la lotta contro il militarismo e le guerre di oggi. Durante tutto il corteo sono state infatti denunciate le responsabilità del militarismo nostrano nelle guerre che insanguinano tante parti del mondo; responsabilità dirette tramite la produzione e la vendita di armi (di cui un esempio concreto è la fabbrica Leonardo/Selex a Ronchi) e gli interventi militari e neocoloniali dell’esercito a supporto degli interessi delle grandi compagnie a partire dall’Eni.
Una giornata di lotta che è stata da subito ostacolata dalla Questura che, con assurdi pretesti, ha cercato di limitare la nostra visibilità negandoci inizialmente gran parte del centro città.
Nonostante questo la manifestazione è riuscita a farsi sentire con forza: volantinaggi, affissione di striscioni e cartelli, interventi al microfono, azioni teatrali, rinominazione di vie dedicate al militarismo e altro ancora.
Ma nella sonnolenta città isontina basta poco per incorrere nelle maglie della giustizia e così è bastata l’accensione di alcuni fumogeni e petardi nonché la cancellazione di alcune scritte fasciste per far scattare le condanne. E’ evidente la pretestuosità di tutto il procedimento giudiziario volto unicamente a colpire per l’ennesima volta compagni attivi su tutto il territorio regionale.
I compagni non hanno certo intenzione di piegare la testa per cui hanno già fatto ricorso ai decreti penali e andare così a processo. Ma queste denunce non sono purtroppo un fatto isolato: da tempo in regione stanno arrivando decine di provvedimenti legali per i fatti più diversi contro compagne e compagne di movimenti di lotta di cui come anarchici e anarchiche siamo parte attiva da sempre. Sotto tiro le lotte ambientali, contro il Cpr e le frontiere, di solidarietà anticarceraria, di riappropriazione degli spazi sociali, antifasciste.
La repressione si sconfigge prosciugando l’acqua stagnante della politica istituzionale, erodendo le basi della gerarchia sociale, dando fiato alla critica e al discredito nei confronti dei ceti dirigenti, facendo crescere la volontà autogestionaria di soluzione diretta dei propri problemi, sviluppando solidarietà nei confronti di chi lotta e resiste.
Da parte nostra rivendichiamo collettivamente tutta la giornata antimilitarista del 3 novembre 2018 a Gorizia e siamo a fianco dei nostri compagni denunciati e in generale di tutt* coloro colpit* dalla repressione.
Coordinamento Libertario Regionale
Nelle foto gli striscioni solidali appesi in questi giorni in regione a Redipuglia davanti al cosiddetto sacrario costruito dal fascismo, davanti alla prefettura di Pordenone, al Poligono militare Cao Malnisio e sul colle di San Giusto a Trieste, davanti all’orrido monumento militarista per le vittime della prima guerra mondiale.
https://libertari-go.noblogs.org/le-denunce-non-fermeranno-lantimilitarismo/
Per esprimere la propria solidarietà e contribuire alle spese legali scrivere a libertari-go@autistici.org