In tutta Italia si stanno diffondendo le iniziative di Manif pour tous, un’associazione contraria ai diritti civili di chi non si riconosce nei ruoli tradizionali della famiglia. Questa associazione si è costituita nel 2013, sulla spinta delle manifestazioni francesi contro la normativa a favore delle coppie di fatto; è appoggiata dalla gerarchia cattolica e da alcune forze politiche di destra, da quelle più moderate a quelle apertamente fasciste, tanto che spesso è Forza Nuova che fornisce la manovalanza per la riuscita delle iniziative di piazza. Questa associazione e le tematiche che propone sono la versione ideologica e tradizionalista delle politica di austerità; se ci fossero dei dubbi, basta fare attenzione allo sproporzionato servizio d’ordine disposto dalle questure a tutela delle iniziative di Manif pour Tous; per non parlare della presa di posizione, sicuramente ispirata dai suoi superiori, del prefetto di Bologna contro la registrazione dei matrimoni all’estero, e della presenza di religiosi, inviati delle relative diocesi, alle veglie.
I governi che si sono succeduti in questi anni hanno portato avanti un attacco, economico e politico, ai servizi sociali, all’assistenza, alla sanità, alla scuola. Questo attacco riporta all’interno della famiglia quei servizi che prima erano a carico della società; per questo, a livello ideologico, la cultura della famiglia tradizionale riprende forza. La famiglia tradizionale non è concebile senza un rispetto rigido dei ruoli, ruoli strumentalmente costruiti sulla base del sesso biologico. La politica di austerità ribadisce così il ruolo della donna di “angelo del focolare”, surrogato di quelle professionalità che il governo, in una logica di risparmio ad unico vantaggio delle classi privilegiate, sta progressivamente cancellando; si ribadiscono così le catene materiali alla condizione della donna, e ad esse si aggiungono quelle ideologiche: da una parte con l’esaltazione della famiglia tradizionale, dall’altra con la mercificazione del corpo femminile.
Chi rivendica il diritto a scegliere liberamente, chi rifiuta la famiglia tradizionale, chi rivendica il diritto a scegliere la sessualità, i partner, chi rifiuta il ruolo assegnato dalla società gerarchica e competitiva è un pericolo per queste politiche.
La Chiesa cattolica sfrutta la propria dottrina tradizionale per ritagliarsi un ruolo in questa restaurazione di rapporti sociali sorpassati, e usa la questione della famiglia per speculare, attraverso le proprie strutture, sulla privatizzazione dell’assistenza, della sanità, dell’istruzione. La faccia di Bergoglio nasconde l’intreccio tra speculazione commerciale, mortificazione delle tendenze vitali e connubi con i fascisti.
La cultura neoliberista dominante si dimostra incapace di contrastare l’invadenza clericale e le discriminazioni, le limitazioni della libertà che ne derivano. Si afferma a parole la libertà e l’uguaglianza degli individui, in nome della lotta contro l’invadenza dello Stato si smantellano una dopo l’altra quelle conquiste sociali che costituivano la base materiale della libertà degli individui, della riduzione del peso della famiglia, della scelta dell’orientamento sessuale.
In realtà, come la liberazione sessuale e culturale nel secolo scorso è andata di pari passo con importanti cicli di lotte operaie e sociali, oggi la sconfitta del movimento dei lavoratori apre la strada ai deliri reazionari ed oscurantisti, di cui la concezione tradizionale della famiglia fa pienamente parte.
Gli anarchici sostengono tutte le lotte per la libertà e l’uguaglianza, quindi anche la lotta per la libertà nelle scelte di genere e per l’uguaglianza far le varie scelte. Questa libertà, questa uguaglianza può essere ottenuta solo con la ribellione alle imposizioni del Governo: quando quest’ultimo si intromette finisce per creare nuovi divieti, nuovi privilegi; l’azione del Governo perverte sempre il senso di giustizia e l’aspirazione alla libertà.
L’ordinamento sociale garantito dal Governo e la cultura ufficiale ispirata dalla Chiesa trasformano l’amore in un tormento o in un turpe mercato. Gli anarchici si battono per relazioni interpersonali libere da ogni vincolo legale, da ogni oppressione economica o fisica, da ogni pregiudizio religioso.
Tiziano Antonelli