Ticket – liste di attesa – mobilità del personale e dei pazienti – tagli – sanità privata
La riforma della sanità toscana (legge regionale 28 del 2015), voluta dal Presidente Rossi e recentemente approvata dal Consiglio Regionale, andrà ad aggravare quei problemi che la sanità toscana ha vissuto a partire dalle riforme avviate nei primi anni ’90.
La Toscana si vanta da sempre di essere una roccaforte della sanità pubblica, rispetto alla Lombardia, regno della sanità privata. Ma gli utenti ed i lavoratori della sanità toscana sanno bene che non è così!
Fin dagli anni ’90 la Toscana ha adottato una politica di riduzione del numero delle ASL e quindi di centralizzazione dei servizi. Questo ha comportato tagli di strutture sanitarie che garantivano la vicinanza del servizio ai cittadini, costringendo invece questi ultimi ad un “nomadismo sanitario”.
Oggi, tanto per fare un esempio, una persona che deve fare un controllo per una pregressa patologia grave, può trovare posto ad alcune decine di chilometri da dove abita.
Parallelamente le liste di attesa sono divenute sempre più lunghe fino a determinare il “si salvi chi può” verso la sanità privata: chi ha i soldi si cura nei tempi dovuti, gli altri si arrangino!
Le cifre ufficiali parlano di “solo” un 20% di prestazioni che non vengono erogate nei tempi previsti, ma queste statistiche sono un bluff perché non tengono delle cosiddette prestazioni “programmabili”, cioè di quelle a cui non viene dato un limite di tempo.
La vera realtà è quella che i pazienti vivono tutti i giorni: per una mammografia in molte province si aspetta ormai più di un anno! Per una risonanza magnetica in alcuni casi 9 mesi! E qualche volta 4 mesi per un banale rx! E poi ci sono i ticket che arrivano a 48 euro per una singolo esame o seduta terapeutica, e spesso pesano su alcune famiglie per centinaia di euro mensili.
Su questa situazione ingrassa la sanità privata, mentre ci sono sempre più persone che non avendo soldi per andare nel privato, rinunciano a curarsi!
Per quanto riguarda gli ospedali pubblici, questi funzionano sempre più con criteri privati, riducendo il personale addetto all’assistenza del malato e la qualità dell’assistenza. Nelle corsie, nelle sale operatorie, negli ambulatori, sempre meno operatori sanitari (circa 2500 lavoratori in meno negli ultimi anni), sempre più turni massacranti, sempre più lavoro precario. Basti tra tutti l’esempio recente dell’assunzione di infermieri con lavoro interinale all’ospedale di Careggi!
Nel frattempo i lavoratori della sanità subiscono da 6 anni il blocco dei contratti!
Rispetto a questa situazione cosa fa la nuova riforma di Rossi:
– Riduce a 3 le ASL regionali, dalle 12 attuali Questa centralizzazione allontanerà ancora di più i servizi dai cittadini che dovranno spendere sempre più soldi per il trasporto verso i luoghi di cura.
– oltre a pagare i ticket esosi (Rossi ha già parlato di estenderli e aumentarli).
– Opera un taglio di posti-letto, a cui seguirà un corrispondente taglio del personale (si parla già di pre-pensionamenti per 1500-2000 medici, infermieri, tecnici, impiegati) e l’utilizzo massiccio della mobilità dei personale. Del resto il governo Renzi, da un lato taglia anche quest’anno 3 miliardi alla sanità, dall’altro consente alle aziende sanitarie di spostare un dipendente di 50 chilometri, da un giorno all’altro!
– Ingrasserà ancora di più il privato, mentre aumenteranno coloro che rinunceranno a curarsi.
Utenti e lavoratori della sanità sono sulla stessa barca!
Costruiamo comitati di lotta unitari.
Per un servizio sanitario gratutito per tutti, per il lavoro e per la vita.
Unione Sindacale Italiana USI-AIT
Settore sanità di Firenze