La Redazione Collegiale di Umanità Nova esprime la propria solidarietà ai compagni e alle compagne del giornale anarchico Meydan, pubblicato in Turchia, che sono sotto un duro attacco da parte delle autorità turche.
Diverse volte il giornale è stato chiuso e le pubblicazioni interrotte da azioni repressive e ora Hüseyin Civan, responsabile della redazione, è stato condannato a un anno e tre mesi di carcere per reati di opinione. Questo ennesimo attacco nei confronti delle nostre compagne e dei nostri compagni in terra turca si inserisce nel generale disegno repressivo del governo dell’AKP che ha visto decine di migliaia di persone incarcerate dal luglio del 2016 in poi e altre decine di migliaia rimosse dai propri posti lavoro e perseguitate a vario titolo.
Come giornale anarchico rilanciamo il nostro impegno nella diffusione della voce degli oppressi di tutto il mondo e la lotta internazionalista contro censori e governanti.
La Redazione Collegiale di Umanità Nova
Sentenza di carcerazione al responsabile della redazione del giornale anarchico Meydan
L’ufficio del Procuratore capo di Istanbul aveva avviato un’indagine riguardo al nostro giornale in relazione agli articoli “Sia l’arrivo che la partenza dello Stato viene dalla paura”, “Vietato fino a nuovo ordine” e “Ricreare la vita” pubblicati nel numero 30 del nostro giornale uscito a dicembre 2015 con il titolo d’apertura “Vietare tutto” (Her şeyi yasaklamak). La causa che ha seguito l’indagine è finita dopo quasi un anno di processo.
Nel Giudizio direttissimo di ieri [22/12/16], il tribunale ha emesso nei confronti di Hüseyin Civan, responsabile della redazione del nostro giornale, una sentenza di condanna ad 1 anno e 3 mesi di carcere con l’accusa di “fare propaganda per i metodi di un’organizzazione terroristica che costituiscono coercizione, violenza o minacce, attraverso la legittimazione o l’elogio o l’incoraggiamento dell’uso di questi metodi”.
Come abbiamo fortemente sostenuto negli articoli che hanno suscitato l’indagine, “Lo Stato non riuscrà ad accettare la passione dei popoli per la libertà, la loro fede nella libertà”.
Come giornale anarchico, sapendo che la vita libera in cui crediamo può essere creata solo attraverso la lotta, non smetteremo mai di scrivere ciò per cui lottiamo e di distribuire ciò che scriviamo. Noi continueremo a resistere, agire e scrivere contro l’oppressione, le indagini, le detenzioni e gli arresti.
La redazione del giornale Meydan
Qui il comunicato di solidarietà del convegno della FAI