Il senso di una lotta

Lo spazio Xm24,‭ ‬ovvero sia gli ex mercati generali di Bologna di via Fioravanti‭ ‬24,‭ ‬nello storico e proletario quartiere della Bolognina da anni era minacciato di sgombero da parte delle giunte di centrosinistra succedutesi in comune.‭ ‬Uno spazio complesso,‭ ‬vissuto da abitanti del quartiere,‭ ‬studenti,‭ ‬lavoratori,‭ ‬autoproduttori,‭ ‬ravers,‭ ‬punx,‭ ‬hackers,‭ ‬queer,‭ ‬migranti,‭ ‬con una composizione anomala anche rispetto agli altri spazi sociali cittadini.‭ ‬Uno spazio in cui cospiravano una pluralità di esperienze:‭ ‬una scuola di italiano con migranti‭ (‬e in quel‭ “‬con‭” ‬in luogo di un‭ “‬per‭” ‬sta molto‭)‬,‭ ‬un mercato delle autoproduzioni alimentari,‭ ‬a prezzi popolari al contrario di molte esperienze simili difficilmente accessibili a chi ha basso reddito,‭ ‬un Hacklab,‭ ‬cinema,‭ ‬sale prove per gruppi,‭ ‬palestra popolari,‭ ‬feste musicali.

Uno spazio oramai storico,‭ ‬con più di‭ ‬15‭ ‬anni di storia alle sue spalle,‭ ‬pienamente integrato nel quartiere,‭ ‬con una facciata tatuata da opere di street art‭ (‬che hanno anche fatto gola agli speculatori‭)‬.

Uno spazio che ora è stato devastato dalle ruspe democratiche,‭ ‬come le ha,‭ ‬in un raro sprazzo di intelligenza,‭ ‬definite il ministro dell’interno.‭ ‬Perchè il PD bolognese è il garante politico di tutta l’operazione di rinnovamento urbano che sta investendo quel quartiere.‭ ‬Un rinnovamento fatto a colpi di riconversioni di spazi abbandonati non a favore dei bisogni del quartiere ma a favore dei desideri della speculazione immobiliare.‭ ‬Centri direzionali e amministrativi,‭ ‬tra cui il monolitico nuovo centro amministrativo del comune stesso,‭ ‬progetti per il residenziale di lusso.‭ ‬E storielle su cohaousing e case popolari nuove a cui non crede nessuno,‭ ‬a cui teoricamente sarebbe destinato lo spazio precedente occupato dal Centro Sociale Xm24.‭ ‬In realtà non esiste nessun progetto preciso per quell’area,‭ ‬quello che contava era liberarsi di una presenza ingombrate per l’amministrazione cittadina,‭ ‬di un baluardo alla rigenerazione urbana a favore del blocco edilizio.

Nonostante lo sgombero sia avvenuto in agosto la resistenza è stata partecipata,‭ ‬lunga e creativa.‭ ‬Dopo una giornata iniziata con le ruspe alle sei del mattino e finita nel pomeriggio con il comune che cede,‭ ‬volendo evitare la figura meschina di uno sgombero a base di manganellate e lacrimogeni davanti alla stessa opinione pubblica progressista cittadina e davanti alle telecamere dei principali media nazionali,‭ ‬la notizia era sulla prima pagina di‭ ‬diverse testate nazionali online,‭ ‬accetta un tavolo di incontro.‭ ‬Si apre una trattativa in cui il comune garantisce che fornirà un nuovo spazio tra quelli stessi proposti dal collettivo di Xm come alternative.‭ ‬Un punto che il comune aveva ostinatamente rifiutato durante i precedenti incontri,‭ ‬pretendendo invece di scegliere dall’alto il nuovo spazio in cui si sarebbe dovuto collocare il centro sociale,‭ ‬spazi,‭ ‬guardacaso,‭ ‬slegati rispetto al quartiere e assolutamente inadatti alle attività portate avanti.

Ovviamente si sa benissimo che non bisogna fidarsi delle garanzie delle istituzioni,‭ ‬sempre pronte a mentire.‭ ‬Di certo l’esperienza di Xm24‭ ‬non è finita questo agosto e bisognerà fare in modo che gli impegni fatti prendere al comune felsineo non siano lettera morta.

Se i rapporti di forza attuali non hanno permesso di difendere lo spazio che Xm24‭ ‬ha avuto negli ultimi tre lustri bisognerà costruire rapporti di forza tali che costringano il comune a dare,‭ ‬o anche a lasciare prendere,‭ ‬un nuovo spazio che permetta di continuare quelle attività portate avanti ininterrottamente per anni nel centro sociale.‭ ‬E che,‭ ‬sopratutto,‭ ‬diano un segnale importante contro la catena di sgomberi che ha investito molti centri sociali italiani negli ultimi anni.

Tallide

Qui il comunicato di solidarietà della Cdc-FAI

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