“Il Brozzi”. In ricordo di Giovanni “Gianni” Bernocchi

Con dolore comunichiamo la scomparsa del compagno Gianni Bernocchi “il Brozzi”, grande sostenitore di Umanità Nova, di cui ha assicurato per anni la diffusione in tutta Firenze.

 

Gianni di Brozzi ci ha lasciati

Apprendiamo con dolore la morte di Gianni Bernocchi – conosciuto da tutti come “Gianni di Brozzi”.

Negli anni ’70, a Firenze, aveva fatto parte del gruppo “Durruti” ed in seguito del gruppo “Autogestione”.

A partire dagli anni ’80 aveva diffuso con costanza tutta la stampa anarchica.

Dopo la morte dei suoi genitori aveva conosciuto mille difficoltà e si era ritrovato ospite di uno stabilimento per anziani.

I compagni che lo hanno conosciuto lo ricordano con affetto e simpatia.

Gianni Carrozza

 

Di seguito quanto scritto da alcunx compagnx fiorentinx.

 

Le parole per definire il percorso di Gianni nell’anarchia e il dispiacere per il fatto che non c’è più riempirebbero un numero intero.

Gianni era nato il 16 gennaio 1952 da Misora e Renzo, due partigiani comunisti, nel quartiere fiorentino di Brozzi – all’epoca un borgo in mezzo a campi e strade sterrate – da cui il soprannome con cui era conosciutissimo.

Si appassiona presto all’idea anarchica e lo incontriamo nei primissimi anni ottanta come uno dei più instancabili animatori della sede del M.A.F. (Movimento Anarchico Fiorentino) in vicolo del Panìco 2. E da sempre e finché ha potuto ha macinato chilometri per partecipare e organizzare iniziative in sede o fuori, per diffondere la stampa.

Gianni, ineffabile, lo potevi trovare di notte a pennellare “ANARCHIA” con lettere alte 3 metri sulle sponde dell’Arno o ad attaccare manifesti nei luoghi più disparati o a tenere aperta la sede anche con la neve suonando i dischi anarchici a tutto volume fino anche, senza parlare una parola di inglese, arrivare a una manifestazione antinucleare nel mezzo dell’Irlanda.

Il suo fuoco sacro era la stampa e, tra la produzione anarchica tutta, aveva un amore viscerale per Umanità Nova, per “il giornale”. Nei cortei, nelle feste, nelle sedi, nelle librerie o in lontane edicole, in tutti i centri sociali occupati, Gianni e il giornale sono stati per decenni un binomio inscindibile (Grazie!).

Gianni era dotato di una tenacia e (spesso) di una ingenuità disarmanti nel fare propaganda o nel tentare di coinvolgerti nelle attività, e se per qualcuno sarà stato anche facile annoverare la sua Anarchia in un pensiero “non al denaro non all’amore né al cielo”, era davvero difficile non volergli bene: e dopo che era andato in pensione aveva ancora più tempo per tempestarti di telefonate…

Negli ultimi anni era solito passare le estati a Piegaro, paese della campagna perugina, in una casetta ereditata dai genitori. Là aveva investito tutte le sue risorse e risparmi per dare vita, prima in un locale in affitto poi in uno acquistato, all’ Archivio anarchico di Piegaro (con questo nome esiste una pagina FB alla quale potete inviare foto o ricordi). Qui aveva raccolto libri, riviste, ritratti, busti in ceramica di Bakunin, coinvolto persone del posto. Una Storia tutta sua della quale andava orgoglioso e dove anche sapeva essere caoticamente ospitale e generoso.

Gianni conviveva da sempre con patologie assai impegnative. Nel settembre del 2022 lo coglie un grave malore in casa a Brozzi, viene ricoverato d’urgenza e di seguito trasferito in una RSA. Da qui ha continuato a tenersi informato del movimento e del giornale fino a che ha potuto usare il telefono. Ci ha lasciato in una notte tra quel 25 aprile e quel Primo Maggio che chissà quante volte abbiamo passato insieme.

Ciao, Gianni.

Consuelo, Maurizio e Francesca

Gianni Bernocchi “ I’ Brozzi”

Nella notte di domenica 27 aprile 2025, è mancato i’ Brozzi , in una RSA

dove ha trascorso la sua vita finale .

Siamo arrivati giovanissimi negli ultimi anni ’60 e primi ’70 al gruppo

anarchico fiorentino “ Buonaventura Durruti” dove ci siamo scoperti

anarchici insieme a Pasquale Masciotra e tanti altri compagni ancora

viventi.

IL Brozzi era un prototipo molto singolare e tale è rimasto fino alla fine .

La sua militanza onnipresente mirava ad affermare la partecipazione

anarchica in ogni situazione di lotta sul territorio.

Le sue condizioni di salute lo hanno destinato a posti di lavoro protetto ,

dove comunque ha sempre lasciato buoni ricordi di se .

Diffusore della stampa anarchica : libri, riviste U.N. e anche pubblicazioni

non libertarie , che lui riteneva utile che fossero diffuse.

Con l’archivio di Piegaro si è impegnato nella conservazione di materiali,

e riviste, pubblicazioni di libri , ultimo quello sul processo a Cesare

Batacchi , internazionalista anarchico fiorentino.

I compagni che sono entrati nei suoi giri di relazioni politiche lo ricordano

per le sue innumerevoli telefonate che iniziavano con “ novità ? “

Prima o poi ci richiama

Ciao Brozzi

Compagni anarchici dell’assemblea Antimilitarista Fiorentina

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