Dopo 7 anni Firenze è stata un’altra volta la città che ha ospitato una manifestazione nazionale antirazzista. 20.000 persone scese in piazza animate da un principio comune a tutti: BASTA CON LA VIOLENZA razzista. Peccato però che a riunire tante persone sia stato l’assassinio di Idy Diene, venditore ambulante senegalese, freddato a sangue freddo lunedì 5 marzo da Roberto Pirrone. La stessa sorte di Idy era toccata il 13 dicembre 2011 a Diop Mor e a Samb Modou, uccisi in Piazza Dalmazia tra le bancarelle del mercato. A sparare un simpatizzante di CasaPound Gianluca Casseri.
Casseri sparò con una pistola 357 Magnum in direzione di alcuni senegalesi, Modou e Mor morirono. Un terzo, Moustapha Dieng, si salvò ance se gravemente ferito. Come per Idy, anche in quel caso, la stampa “ufficiale” tentò di minimizzare l’accaduto parlando del gesto di un folle e cercando di “deresponsabilizzare” formazioni di estrema destra, spesso protette da forze dell’ordine, da tanti giornalisti e politici di vario stampo.
Verso le 14,30 Piazza Santa Maria Novella era già stracolma di bandiere, striscioni e manifesti. Presenti alcune decine di compagni con le bandiere rosso-nere Il corteo si è svolto pacificamente attraversando il Ponte Vespucci, dove è stato freddato Idy.
Se la partecipazione di tante persone riscalda gli animi, la presenza del sindaco Nardella,attorniato da altri politici e politicanti e della stampa, ha suscitato in molti compagni una profonda nausea, un indescrivibile disgusto. Se suddetti personaggi possono “incantare” qualche senegalese ed alcuni gruppi politici, si percepisce lo sdegno di molti altri, lo si legge su alcuni striscioni. Politici e politicanti, mass media di “regime” non sono infatti meno colpevoli di Casseri e Pirrone. Coloro che hanno applaudito al Ministro Minniti, che piace tanto alla destra quanto alla sinistra istituzionale, non dovrebbero definirsi antirazzisti. Non può considerarsi antirazzista chi ha stretto patti con Buzzi e Carminati. Non può proclamarsi antirazzista chi ha stretto accordi con il governo di Tripoli o con la Turchia di Erdogan per chiudere con qualsiasi mezzo, ivi comprese VIOLENZA E TORTURA, l’accesso in Europa. Non può autoproclamarsi antirazzista il sindaco Nardella che, seguendo la linea del “maestrino” Renzi, non ha mai perso occasione per scatenare la lotta al “degrado” generato da qualche poveraccio che chiede due spiccioli ad un semaforo. Non può essere chiamato antirazzista il sindaco di Firenze che ha sempre dichiarato guerra agli immigrati che tentano di aprire una piccolo negozietto nel centro di Firenze, ma che sarebbe stato ben disposto a cedere un pezzo di Piazza Duomo alla multinazionale Mc Donald. Non può chiamarsi antirazzista qualcuno che non affronta l’emergenza abitativa e fomenta la lotta tra immigrati ed “italioti”. Non può definirsi antirazzista chi, attraverso i recenti fatti di Macerata, ha gettato benzina sull’odio razziale con trasmissioni ed articoli corresponsabili della morte di Idy. Non può chiamarsi antirazzista chi non perde occasione per diffamare i centri sociali o coloro che il razzismo lo combattono ogni giorno lottando fianco degli oppressi, ma anche incontrando, conoscendo bevendo e ballando con chiunque non abbia un cuore ed una mente limitati dal concetto di Nazione e di confine.
Francesca Naldini del Coordinamento Anarchico e Libertario Firenze