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Eroi italianissimi del goriziano

Eroi italianissimi del goriziano

La storia del confine qui incombe e ne condiziona politiche e interpretazioni della storia. Questo confine è stato mobile, conteso, caldo, freddo a seconda dei periodi. Oggi è sicuramente à la page dopo la legge che ha istituito il 10 febbraio il “Giorno del Ricordo” che ne mette la storia al centro dell’interesse nazionale. Non sottolineeremo mai a sufficienza il ruolo delle forze di “sinistra” nel sostenere una legge che ha imposto quale interpretazione ufficiale dello Stato una visione delle vicende del “Confine orientale” prima limitata alla destra fascista.

È all’inizio dell’anno che si verifica un acuirsi del conflitto sulla storia di quest’area, già prima del 10 febbraio. Due sono le scadenze che a metà gennaio da diverso tempo sono riconosciute come identitarie da parte della destra in provincia di Gorizia.

A Monfalcone si ricorda Piero Dominutti, un nazionalista che si spese nel dopoguerra perché questo lembo di terra diventasse di sovranità dello Stato italiano. Fu un delatore, una spia, una persona di dubbia morale, un terrorista. Dopo che venne riscoperto da un’assessora del PD, è diventato una bandiera della destra estrema. Venne ucciso – quando Monfalcone era italiana da mesi – a pochi passi da dove adesso è aperto il circolo libertario Caffè Esperanto. Ci tocca così ogni anno assistere alla parata dei pochi fascisti male in arnese della zona (che tanto a promuovere pratiche di estrema destra ci pensa già l’amministrazione comunale senza tanto bisogno di manovalanza malgovernata e malgovernabile). È una bella seccatura che negli anni abbiamo cercato di affrontare in diversi modi: scontro, totale disinteresse, incontri culturali, manifesti o adesivi provocatori…

Quest’anno – giunti alla conclusione che davanti all’assurda esaltazione di un balordo non si può rispondere seriamente – abbiamo deciso di ritrovarci in sede ascoltando la musica trash italiana ad alto volume per disturbare gli italianissimi che porgono omaggio a Dominutti. Mentre Renato Zero dalle nostre casse gridava “Lui chi è?” iniziava la commemorazione, conclusa quando Anna Oxa cantava “Un’emozione da poco”. Sarà una risata che li seppellirà si diceva e in questo caso è stato proprio così.

Solo pochi giorni dopo a Gorizia, a pochi chilometri, ma in una situazione piuttosto diversa, il fan club della Xa MAS è entrato in Municipio per porgere omaggio ai propri caduti con tanto di canzonacce e accoglienza istituzionale. Il comico Enrico Montesano non molto tempo fa è stato allontanato da una trasmissione televisiva perché indossava una maglietta che inneggiava alla formazione nazifascista e wanna be golpista, qui però le dinamiche sono diverse e forse premonitrici e reduci e nostalgici hanno l’accoglienza istituzionale.

La narrazione nazionalista italiana vuole che la Xa MAS (banda di tagliagole e stupratori che combatteva per l’occupante tedesco nazista) abbia salvato Gorizia. In realtà non solo non ha salvato nessuno, ma – dopo essersi fatta distruggere militarmente dai partigiani – è stata  allontanata dalla zona dai tedeschi avendo al tempo stesso evidenziato crudeltà ed inettitudine.

Alle prime celebrazioni private a ricordo dei caduti della Xa MAS (con la partecipazione in veste personale dell’ultimo sindaco di sinistra) la cosa ha montato fino a diventare una scadenza dell’orgoglio nazifascista della città (alla faccia del progetto di città della cultura congiunto con la slovena Nova Gorica nel 2025).

Quando ci fu il primo sdoganamento ufficiale dei fascisti della Xa MAS pronta arrivò la risposta organizzata dall’area politica dell’antifascismo militante e dal movimento anarchico in particolare. La cosa poi è stata presa in mano dall’ANPI con il risultato che la manifestazione di pochi giorni fa contro la celebrazione nazifascista è stata fatta con un’ora di ritardo rispetto a quella contro cui ci si contrapponeva, in una piazza lontanissima dal Municipio dove erano entrati i nostalgici fascisti, con il microfono monopolizzato da oratori ANPI e senza che nessun altro potesse prendere la parola e con un proliferare di tricolori che neanche Casapound e Xa MAS hanno pavesato con tanto clamore in una città di confine e piuttosto allergica alle manifestazioni di nazionalismo (quale che sia).

La storia della nostra regione però non è solo nazionalismo e fascismo, che del resto hanno i miseri e spregevoli eroi che si meritano. La legge del Giorno del Ricordo e il potere culturale della destra – sia fascista che Post Democristiano – hanno cancellato lotta di classe e resistenza antifascista dalle narrazioni e dalle pratiche. Si tratta quindi di attualizzare e riprendere come interpretazione e come esempio la storia operaia, proletaria, partigiana che ha caratterizzato questa terra nel Novecento.

Oltre alla risposta situazionista monfalconese, nel goriziano a breve verrà organizzata dal gruppo di cammino “Orme ribelli” una uscita sui luoghi della battaglia di Trnovo dove i nazifascisti vennero distrutti di fronte all’alleanza partigiana italo-slava con la partecipazione di combattenti azeri.

Oggi come allora la creatività, la gioia e la decisione della lotta meticcia ed internazionalista si contrappongono a queste  manifestazioni fasciste, scioviniste e nostalgiche.

Gildo

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