Duemila (e mille) papaveri rossi

Due parole per spiegare le ragioni di questa, che non è né una nuova uscita né una ristampa. “Duemila papaveri rossi” è una raccolta di canzoni di Fabrizio de André interpretate da musicisti senza nome, o col nome piccolo piccolo. Quelli che se ne stanno ai margini del mercato. Quelli che nel mercato non ci sono mai voluti entrare. L’avevo curata io e pubblicata nel 2008 come iniziativa a sostegno di A/Rivista Anarchica, un paio di migliaia di copie diffuse velocemente.
L’inverno scorso, costretto a casa, mi sono ingegnato a sistemare il garage – ci ho messo un po’, una cosa lenta. Un giorno, poggiate su uno scaffale in alto, scopro delle scatole dimenticate: dentro c’erano quasi 250 copie ciascuna dei cd di “Duemila papaveri rossi”. Nuove, ancora da confezionare. Al tempo ricordo c’erano state parecchie difficoltà di sintonia con il tipografo: parte dei libretti era stata assemblata con le pagine messe storte, la grammatura del cartoncino era diversa da quanto concordato, sbagliato anche il numero delle copertine – appunto, circa 250 in meno rispetto a quanto richiesto.
Coi miei compagni e soci del collettivo stella*nera abbiamo pensato che sarebbe stato uno spreco e un errore tenere ancora lì fermo questo materiale, o peggio disfarcene, così abbiamo pensato di rimetterlo in circolazione – ma dentro a una nuova confezione. Invece che la copertina piccolina di cartoncino dell’edizione originale abbiamo pensato uno di quei nostri libri grandi quasi come la copertina di un quarantacinque giri. Dentro abbiamo riportato la presentazione e le note tecniche di allora, e approfittando delle dimensioni maggiori abbiamo aggiunto un articolo di Alessio Lega e uno scritto da me entrambi tratti da A/Rivista Anarchica, e un’intervista a Fabrizio de André fatta da Luciano Lanza e pubblicata su Volontà. È stato anche riprodotto più in grande il bel ritratto che Fabio Santin aveva disegnato e donato allora. Aldo Filippin ci ha autorizzato a usare delle foto scattate da lui al concerto di Marostica nel settembre 1991, così ne abbiamo tratto delle cartoline. Un’altra cartolina è stata fatta utilizzando la riproduzione di un quadro che Stefano Sommariva ci aveva proposto – l’aveva dipinto ispirandosi a una canzone di Faber. In copertina ancora l’immagine che Eric Drooker ci aveva offerto – la sua “Gente che si ribella all’industria militare”, mai tanto appropriata quanto adesso. La raccolta, nella nuova confezione, esce il primo maggio.

In questi due cd avevamo raccolto alcune delle numerose registrazioni che erano state spedite alla redazione di A/Rivista anarchica tra il 2003 e il 2008 – per un totale di due ore abbondanti di musica. Non sono tutte: i tempi tecnici di capienza dei cd sono limitati ed era fuori discussione l’aggiunta di un ulteriore supporto, così non è stato possibile trovare posto per tutti. Buona parte di queste è di fattura casalinga, in presa diretta in sala prove o dal vivo durante un concerto. Non abbiamo tentato di migliorare la qualità del suono: i vari pezzi sono proprio così come li abbiamo ricevuti. Questa, dunque, non è e non pretende di essere una produzione musicale di lusso: è un documento della musica che la gente fa, di come e dove la fa. Come dicevano gli anarcopacifisti Crass a proposito delle loro raccolte, nessuno si aspetta che una fanzine assomigli a una rivista come Vogue, quindi perché mai il suono dei nostri dischi dovrebbe essere come quello dei gruppi in vetta alle classifiche di vendita?

Secondo me il bello di questi cd, pensati e realizzati con lo scopo esplicito di raccogliere fondi a sostegno di un giornale anarchico, è che qui dentro non ci sono soltanto degli anarchici: Fabrizio cantava per tutti. Le canzoni di Fabrizio si cantano nelle riunioni degli anarchici così come in molte sezioni comuniste. Certi preti le cantano in chiesa. Si possono cantare sotto la doccia, a scuola, per strada, nelle case occupate, sulle panchine, nei salotti buoni. Sono state cantate e vengono cantate anche oggi sopra a palcoscenici attrezzatissimi e nelle osterie dove ristagna la puzza del fumo e del vino spanto, nei bei teatri del centro e nei centri sociali che resistono anche se costretti a stare senz’acqua corrente, negli studi di registrazione iperprofessionali e nelle cantine umide dove ci si arrangia a suonare. Eppure, in tutti questi posti si è fatta festa con Fabrizio e per Fabrizio, segno esplicito che le sue parole sono arrivate dritte in fondo al cuore senza fermarsi a galleggiare in superficie, sopra l’acconciatura fresca di parrucchiere o la maglietta sporca, per poi scivolare via con una lacrima o una birra, o una risata. Anche certi politici dichiarano ai microfoni dei giornalisti di ascoltarle, peccato però che queste canzoni proprio non riescano a capirle. E men che meno ad addomesticarle.

Questi “Duemila papaveri rossi” erano e sono il proseguimento di una simile iniziativa precedente: qualche anno prima la raccolta “Mille papaveri rossi” aveva ottenuto un incredibile e insperato successo, parecchie migliaia di copie vendute, e continuavano a giungere in redazione ad A/Rivista anarchica oltre che gli ordini anche numerose richieste di informazioni e offerte di collaborazione – un intreccio di solidarietà dalla Sardegna a Kansas City, dal Nordest alla Macedonia, Bolzano, le Marche, Torino, Napoli, l’Irlanda. Purtroppo giravano anche voci, da noi sempre smentite con rigore, che dietro ci fosse un qualche concorso e che bisognasse pagare una quota per partecipare.

I musicisti partecipanti hanno autoprodotto ciascuno le proprie registrazioni. Nessuno di essi ha dovuto pagare per partecipare. Nessuno ha preteso o ricevuto un compenso o un rimborso spese: ogni contributo è volontario. Aiutateci a far sì che questo nostro sforzo non si trasformi in un normale oggetto di scambio commerciale: per favore diffondete questi cd, fate sapere in giro che esistono, contribuite come potete.
Come le altre cose curate e prodotte da stella*nera non troverete questi cd nei negozi. Non è indicato un prezzo di vendita: viene richiesta un’offerta libera e responsabile – non un’elemosina. Sono tuttora disponibili numerose copie di “Mille papaveri rossi”, offerte alle medesime condizioni.
Le edizioni originali dei “Mille” e dei “Duemila papaveri rossi” erano state pensate come iniziative a sostegno di A/Rivista Anarchica. Il giornale, come già saprete, ha interrotto le pubblicazioni nell’estate del 2020. Del ricavato della diffusione di questi cd giacenti in garage, nella nuova confezione, beneficerà il Centro Studi Libertari “Giuseppe Pinelli” di Milano. Grazie a tutti: a quelli che hanno partecipato, a voi che ascoltate e anche capite, a tutti quelli che hanno cantato e ancora continuano a cantare.

Informazioni e richieste: e-mail stella_nera@tin.it; web www.centrostudilibertari.it, e-mail centrostudi@centrostudilibertari.it.

Marco Pandin
stella_nera@tin.it

Related posts