A fine agosto sono ripresi i combattimenti sul fronte di Raqqa, interrotti per oltre un mese per l’offensiva turca contro il cantone di Efrin, in Rojava.
Cekdar Agir è il nome di battaglia di un anarchico torinese, che combatte in Siria nelle brigate Ypg.
All’info di Blackout ha inviato gli ultimi aggiornamenti sulla durissima battaglia che si sta combattendo nella capitale del Califfato.
La testimonianza risale al primo settembre.
Ascolta Cekdar Agir:
http://radioblackout.org/2017/09/corrispondenza-dal-fronte-di-raqqa-2/
Di seguito la trascrizione del suo intervento.
“L’operazione “Ira dell’Eufrate” é ripartita il 24 agosto, dalla fine di luglio per una ventina di giorni l’operazione si era quasi totalmente bloccata, uno dei motivi sono gli attacchi portati avanti dall’esercito Turco sul lato di Efrin.
Dal 24 agosto per circa una settimana, dal lato est si è avanzato di circa 400 metri, per liberare quasi mezzo chilometro la resistenza da parte dei miliziani dell’Isis è stata poca.
Raqqa è una città fantasma e la conquista di nuove postazioni è stata molto veloce, l’unico pericolo sono le mine che purtroppo hanno portato la morte di 2 compagni delle Sdf, esse sono mine di vario tipo tra cui anche incendiarie, alcuni compagni sono rimasti feriti gravemente.
I miliziani dell’Isis per rallentare l’avanzata delle Sdf continuano ad attaccare con macchine esplosive, esse a volte vengono neutralizzate dai raid della coalizione, gli aerei individuano le macchine che sfrecciano ad alta velocità, la tattica dell’isis per prevenire i raid e quella di colorare le macchine con lo stesso colore delle macchine in possesso alle Sdf.
La città é piena di tunnel in cui a volte i Daesh attaccano le Sdf, in molti casi i gruppi di miliziani che portano avanti questi tipi di attacchi,sono stati quasi sempre neutralizzati.
Lo stato islamico continua a colpire le Sdf con lanci di mortai specialmente di notte, ogni 5/10 minuti vengono lanciati sia verso l’est che verso l’ovest della città, continuano anche i lanci di razzi rpg, e in città sono sempre presenti i cecchini dell’Isis.
L’operazione nell’ultima settimana é accelerata, un mese fa in mano ai Daesh rimanevano più o meno 3 chilometri quadrati di territorio nell’ovest della città, adesso si é ridotta più o meno a un chilometro e 200 metri, le truppe del cantone di Jezira hanno avanzato verso il centro della città superando le mura vecchie, i tempi che vengono dati per la liberazione di Raqqa sono di due mesi.
Partecipano all’operazione “Ira dell’Eufrate” le varie etnie presenti in Siria, Arabi, Curdi, Turcomanni, Armeni e Assiri, sono presenti alcune truppe arabe di Efrin fra cui alcune fuoriuscite dall’Fsa, ci sono anche le forze cristiane assire denominate Msf. Ci sono anche le Ybs, unità di resistenza di Shengal, la città nel nord dell’Iraq, che nel 2014 subì un duro attacco da parte dell’Isis. I Daesh avevano compiuto un vero e proprio massacro verso gli Yezidi: circa 7.500 persone furono deportate dai monti di Shengal e molte donne furono rivendute come schiave, oppure date come spose ai miliziani dell’Isis, per le strade di Shengal i Daesh non si fecero scrupolo a tagliare le teste anche a bambini di un anno.
Le forze di Shengal sono presenti in città anche per vendicare gli yezidi massacrati nel 2014.
Su alcuni giornali sono uscite molte polemiche contro le Sdf e le forze statunitensi, per i bombardamenti sui civili, per cui l’Onu vorrebbe aprire un corridoio umanitario. Raqqa è una città fantasma, non c’é nessuno per strada e i civili che sono in città sono in mano all’Isis: chi ha potuto è fuggito.
A Tabqa i Daesh utilizzarono i civili come arma di contrattazione: l’Isis minacciò di sgozzare i civili se non li avessero fatti fuggire, e quindi le Sdf decisero di far fuggire i miliziani dell’Isis per salvare la vita di centinaia di persone, un convoglio di 200 persone fuggì dalla città. Qui credo che non ci sia la possibilità di aprire un corridoio: la città è piena di mine e per strada non ci sono civili, ci sono i combattenti dell’Isis che sparano a ogni cosa che si muove, certamente i civili non possono muoversi e andarsene, purtroppo sono sotto tiro dei bombardamenti anche se si cerca di essere i più precisi possibili.
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