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Contro la cementificazione: sleghiamo la Besta!

Contro la cementificazione: sleghiamo la Besta!

Sabato 9 marzo, a Bologna, un migliaio di persone ha preso parte a un vivace corteo in difesa della scuola Besta e dell’adiacente parco Don Bosco.

La notizia può sembrare irrilevante: il parco, situato nei pressi delle torri in cui ha sede la Regione Emilia-Romagna, non è molto grande e, fuori da Bologna, fino a poche settimane fa nessuno sapeva della sua esistenza. Oggi invece se ne parla anche a livello nazionale. Come mai?

Nel quartiere San Donato, un tempo feudo del Partito Comunista Italiano, l’amministrazione comunale guidata dal Patito Democratico e da Coalizione Civica (una lista rosé) intende costruire una nuova scuola. E intende costruirla proprio a fianco della scuola Besta, che poi sarà demolita. La nuova scuola sorgerà dove ora è situato il parco Don Bosco, molto amato da chi risiede nella zona.

Il sindaco Lepore sostiene la necessità di quest’opera, affermando che la scuola Besta è così malridotta che non è possibile ristrutturarla. Ma molti tecnici non sono d’accordo con lui; sostengono invece che può essere ristrutturata, come è stato fatto nel quartiere Savena con la scuola Guercino, ad essa simile. Un intervento che, tra l’altro, costerebbe assai meno dei diciassette milioni di euro previsti per la costruzione della scuola nuova.

Da due mesi a questa parte, un presidio permanente organizzato da un comitato promosso da residenti sta resistendo al progetto dell’amministrazione comunale. Diversi giovani vi partecipano dormendo in piccoli nidi sugli alberi, la qual cosa ha suscitato simpatia, almeno in coloro che più si preoccupano degli effetti della cementificazione e del cambiamento climatico.

L’amministrazione comunale proprio non se l’aspettava. Da diversi anni affronta l’opposizione al progetto di raddoppio del cosiddetto “passante di mezzo”, con il quale intende realizzare sul territorio urbano un’autostrada larga fino a diciotto corsie. Non è ancora riuscita a far partire i lavori (si è limitata ad abbattere centinaia di alberi) ma, dal punto di vista del consenso popolare, finora se l’è cavata puntando sull’insoddisfazione degli automobilisti, stufi delle code che si verificano sulla tangenziale (anche perché intasata dai mezzi che trasportano le merci su gomma, sempre più preferiti ai treni dalle aziende).

Ma per il parco Don Bosco la cosa è diversa: la gente fatica a capire perché dovrebbe essere necessario costruire la nuova scuola dove ora c’è un parco. E poi – si chiede – che cosa metteranno al posto della vecchia scuola, quando sarà demolita? C’è il timore che finiranno per costruire un parcheggio. Insomma: altro cemento.

Forse, qualche anno fa, la cosa non avrebbe scandalizzato. Forse avrebbe anche raccolto consensi. Ma quanto è avvenuto in Romagna lo scorso anno (l’alluvione, il dramma di migliaia di persone che hanno perso tutto) ha fatto capire che gli alberi sono importanti e la cementificazione del territorio deve essere fermata. Non è un caso che un documento a favore della demolizione della Besta e della costruzione della nuova scuola abbia raccolto soltanto sessanta firme. Soltanto sessanta, in un quartiere dove un tempo regnava il Partito Comunista, e molte persone votano tuttora per il suo erede, quel Partito Democratico che governa la città di Bologna e la Regione Emilia-Romagna.

In tale contesto il parco Don Bosco è diventato un simbolo: lo si difende per affermare qualcosa che va molto al di là del parco stesso. Inoltre, ed è una cosa bella, nel comitato Besta la generazione dei nonni e quella dei nipoti collaborano su un piano di parità. Resistono, appoggiate dalla generazione di mezzo che, oberata da obblighi lavorativi, si limita a un rapido passaggio al presidio, per fare colazione o scambiare due chiacchiere con chi lo mantiene. Come risultato, alla manifestazione di sabato 9 marzo erano presenti esponenti di tutte le associazioni ambientaliste, di tutti i sindacati conflittuali, di tutte le organizzazioni politiche che si collocano a sinistra dell’amministrazione comunale.

La lotta continua: potete aggiornarvi sulla pagina facebook del comitato Besta

Luciano Nicolini

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