Bruno Segre non c’è più. Con i suoi 105 anni ha vissuto una vita lunghissima e piena, sempre all’insegna dell’impegno politico e sociale.
Tra noi anarchici e uno come Segre, socialista, interno alle istituzioni, le differenze sono state tante. E tante volte ci è capitato di discuterne animatamente.
Ma, tante volte, è stato anche un compagno di strada. Una strada che, in un paese militarista e clericale, non è mai stata facile.
Sin dal primo dopoguerra lo abbiamo trovato in prima linea, lui che era stato partigiano ma mai militare, nella difesa degli obiettori, renitenti e disertori dell’esercito italiano. Non era certo una scelta popolare difendere, spesso gratis, chi rifiutava la divisa, affrontando il processo e il carcere militare.
Tra i tanti fu l’avvocato di Pietro Ferrua, primo obiettore anarchico, che venne condannato a quindici mesi di reclusione. Quando venne istituita la legge che istituiva il sevizio civile continuò a difendere gli anarchici che scelsero comunque di rifiutare anche questo giogo che, sebbene disarmato, era una comunque una servitù obbligatoria.
Tante volte ha partecipato agli incontri antimilitaristi che negli anni abbiamo organizzato nella sede anarchica di corso Palermo.
In occasione dei “festeggiamenti” per il centenario della Prima Guerra mondiale ci volle tra i relatori di una giornata antimilitarista sui disertori e degli oppositori della grande guerra.
Le nostre strade si sono spesso intrecciate con le sue nel coerente impegno anticlericale, nella lotta contro tutte le religioni.
Durante il fascismo aveva conosciuto la persecuzione politica e quella razziale. Le celle di via Asti, dove i fascisti torturavano gli oppositori durante l’occupazione nazifascista di Torino. Poi prese la via dei monti.
Ci ha lasciati il 27 gennaio, il giorno della memoria. Molto pudico sulle proprie vicende, fu un infaticabile difensore della memoria delle lotte degli sfruttati e degli oppressi.
Ogni 18 dicembre, anche quando il peso degli anni era davvero tanto, lo trovavate di fronte alla lapide che, in piazza XVIII dicembre, ricorda gli anarchici, comunisti, sindacalisti massacrati dalle squadracce fasciste nel 1922.
Rimase vivo e lucido nella testimonianza e nella lotta sino all’ultimo.
Ci mancherà.
Ciao Bruno!
I compagni e le compagne della Federazione Anarchica Torinese