Dal 9 al 18 ottobre si è svolto in Grecia il Meeting Anarchico del Mediterraneo, iniziativa promossa dalla campagna “3 ponti” (coordinamento di gruppi e collettivi anarchici greci), con l’appoggio dell’IFA-Internazionale di Federazioni Anarchiche. L’incontro si è svolto in maniera itinerante, toccando nel tempo diverse città: Atene, Salonicco, Patrasso, Xania e un paio di città minori. Il meeting ha visto la partecipazione di centinaia di compagne e compagni provenienti da decine di paesi europei e non solo. Sul meeting in sé rimando ai prossimi numeri di UN, dove appariranno dei report. Qui tratteremo del movimento anarchico a Salonicco, dove si sono tenuti gli incontri dal 12 al 14 ottobre, specificatamente rivolti alle realtà balcaniche. Salonicco è la seconda città della Grecia, conta oltre 800.000 abitanti, hinterland compreso, ed è da sempre una delle roccaforti del movimento anarchico greco. In città si trovano innumerevoli e diversificati spazi di movimento (sedi in affitto, centri sociali -occupati e non-, squats abitativi, bar occupati all’interno dell’università, caffè gestiti da cooperative di compagn* ecc. ), di cui siamo riusciti a visitare solo una piccola parte. La presenza anarchica, specie -ma non solo- nelle zone del centro storico, è palpabile e visibile, a partire dalla centinaia di manifesti affissi ovunque e dalle numerosissime scritte. La libertà di movimento dei compagni e delle compagne in alcune zone è tale che possono andare ad affiggere i manifesti in pieno giorno senza problemi o possono improvvisare cortei non autorizzati dalle sedi fino alle piazze di concentramento delle manifestazioni senza incontrare ostacoli. Fino a circa un anno fa, questa ricchezza però era molto frammentata: non esisteva nessun coordinamento cittadino e ogni realtà agiva autonomamente, salvo poi ritrovarsi in piazza collettivamente. Negli ultimi tempi invece, grazie anche al percorso di preparazione del Meeting, è nato un coordinamento che raccoglie una parte consistente dei gruppi cittadini; la “base” di questa rete è il “Sabot”, sede in affitto in pieno centro in cui svolgono le riunioni ben otto gruppi e che è stata una delle sedi dell’Incontro del Mediterraneo. Fiorisce anche la pubblicistica di movimento: vi sono numerose case editrici (che traducono spesso anche testi dall’italiano) e vari giornali; il principale è Apatris, mensile diffuso gratuitamente a livello nazionale in 15.000 copie, prodotto da vari gruppi sparsi per la Grecia.
A Salonicco abbiamo potuto toccare con mano l’evoluzione del movimento anarchico greco: le posizioni di stampo insurrezionalista e/o lottarmatista che anni fa erano egemoni sono ormai divenute minoritarie e la gran parte dei gruppi oggi parla di anarchismo sociale e organizzato, intervento nelle battaglie sociali, sperimentazione di attività autogestionarie, lotte dei lavoratori…Questo cambiamento si riflette anche nelle scelte organizzative: in Grecia sono ormai due le Federazioni Anarchiche presenti (una nata in ottobre e l’altra nascerà i primi di novembre) e molti altri gruppi locali stanno guardando con interesse a questo sviluppo.
A Salonicco vi sono gruppi aderenti ad entrambe le federazioni ed altri autonomi, che hanno collaborato tra loro nell’organizzazione del Meeting: seppur con difficoltà e problemi, un esempio virtuoso anche per altre città. Una collaborazione che abbiamo potuto vedere anche in piazza, in occasione della manifestazione tenutasi il 12 ottobre dopo l’attentato di Ankara. Lo spezzone anarchico, forte di circa 700 compagn*, era gestito da appartenenti a tutti i gruppi, e veniva immediatamente dopo i curdi organizzatori, in testa, e prima di varie altre organizzazioni di sinistra di area marxista. L’area anarchica si occupava, oltre che del servizio d’ordine dello spezzone specifico, anche di quello testa del corteo.
Abbiamo in questa occasione saggiato la serietà e la combattività dei compas greci: slogan dall’inizio alla fine del corteo (in questo caso inframezzati anche da slogan in altre lingue da parte dei partecipanti all’incontro in una babele internazionalista veramente efficace -anche lo striscione di apertura dello spezzone era in ben sette lingue), scritte sui muri, un servizio d’ordine compatto e visibile e allo stesso tempo senza atteggiamenti machisti e formato anche da compagne e -nota a mio avviso significativa- nessuno dei partecipanti allo spezzone che beveva birre o altri alcolici o fumava canne (una cosa impensabile purtroppo oggi da noi).
Il movimento anarchico a Salonicco non è insomma una piccola rete di militanti agguerriti, ma una realtà sociale e politica viva, pulsante e in evoluzione e l’impressione che abbiamo avuto è che lì -come nel resto della Grecia- i compagni le e compagne stiano appena iniziando a mettere in campo il loro enorme potenziale di lotta e cambiamento nella situazione di crisi del paese.
UN reporter