In Turchia lo stato non parla. Lo stato spara.
Il freddo è pungente ad Amed, il nome con cui i suoi abitanti chiamano la città di Diyarbakir. Più di dieci centimetri di neve ricoprono il uolo con una coltre bianca: non accade spesso, solo ogni tre o quattro anni. Proprio in questo momento i combattimenti si stanno intensificando a Sur, un antico quartiere di Amed, e nelle città di Cizre e Silopi, nella provincia di Sirnak. Mi trovo nell’ufficio stampa dell’amministrazione municipale, insieme a tre giornalisti e un ricercatore. In questi giorni l’ufficio è diventato di fatto una base per i giornalisti ed i ricercatori che arrivano dall’estero e...
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