Nella notte tra il 17 ed il 18 agosto abbiamo deciso di appendere uno striscione e diversi volantini riguardo la chiusura del punto di primo soccorso di viale conte verde, decretata da una conferenza di sindaci della provincia di Latina e che avrà come conseguenza la chiusura di altri 4 punti in vari comuni pontini. A Sabaudia questa chiusura si traduce nell’assenza completa di ogni presidio sanitario per ben 20.613 persone, e la risibile pretesa che chi necessita di cure veloci debba riversarsi nel primo soccorso di Latina, distante 40 minuti di macchina e malcollegato con i mezzi per tutta la settimana – fatta eccezione per la domenica, nella quale non è collegato per niente. Su chi graverà questa cosa? Ovviamente su tutti coloro costretti ad appoggiarsi alla sanità pubblica perché economicamente esclusi dalla privata, che si ritrovano imbottigliati in tempi d’attesa biblici ed un servizio scarsissimo. Questi punti sono ribaditi anche nel volantino che abbiamo appeso, qui allegato.
La scelta di questo piccolo atto è dovuta anche a diverse riflessioni che in quanto anarchici ci siamo posti rispetto alla questione. Semplicemente, è veramente inconsistente il continuare a porsi da alieni rispetto alla vita quotidiana e dei problemi costanti che tutt*, ammettiamolo o no, ci ritroviamo. Lungi da noi qualsiasi difesa del SSN e dell’istituzionalizzazione della sanità, è tuttavia necessario trovare dei modi di intervento senza sfociare nella deriva sterile delle posizioni ristrutturanti, e troviamo che uno di essi sia la difesa della sanità di base visto che riguarda tutt* e può entrare nelle corde del sentire comune senza sposarsi automaticamente con sentimenti reazionari, anzi. La questione si presta bene anche alle pratiche di autogestione, visto che nei tentativi di esperienze libertarie del passato sono state sperimentate varie forme di organizzazione medica dal basso, e che in un possibile futuro la stessa sfida si ripresenterà inevitabilmente. Tuttavia, partendo dalla realtà oggettiva, l’assistenza sanitaria è un bisogno immediato, reale e concreto rispetto al quale – purtroppo – è ancora difficile essere sufficientemente capillari ed efficaci ovunque attraverso l’autogestione. Davanti a prospettive sempre più evidentemente indirizzate verso la privatizzazione pressoché totale dei servizi sanitari, che costringerà i più poveri a indebitarsi o a non curarsi, isolando pericolosamente le aree urbane minori, rivendichiamo questa piccola ma aperta presa di posizione.
Essere efficaci, essere minaccia.
Firmato: Alcun* Anarchic* dell’Agro Pontino