Corteo mercoledì 12 luglio a Napoli da Piazza Garibaldi a Piazza Plebiscito, dietro alla bandiera nera, nera come IBRAHIM MANNEH, Ivoriano di 24 anni, ucciso da peritonite per omissione di soccorso, lunedì 10 luglio all’ Ospedale Loreto Mare, nera come il nostro lutto per lui, nera come l’anarchia. Lo striscione molto velocemente passa nelle mani degli Africani di Napoli che si sono fatti spiegare cos’era la A cerchiata su fondo nero e lo portano per rivendicare un mondo senza confini, creati dallo Stato per sfruttare meglio seminando odio, razzismo e infine morte. Non lo mollano più fino alla Prefettura. “Inalbererò la bandiera nera che porta il lutto dei nostri morti e delle nostre illusioni» disse Louise Michel. Così portiamo il lutto di Ibrahim e non ci illudiamo con questa parola d’ordine “Verità e giustizia per Ibrahim” perché la verità purtroppo la conosciamo troppo bene e giustizia non ci sarà mai. L’appello scandito “Razzismo basta” echeggia più che altro come un grido, un pianto di rabbia e disperazione.
Cronaca dei fatti : Domenica 9 Luglio, Ibrahim, in presa a forti dolori all’addome, si reca a mezzogiorno al pronto soccorso del Loreto Mare dove, senza che sia fatta alcuna analisi e, in seguito a un’iniezione, viene rimandato a casa. Le sue condizioni peggiorano in modo tale che alle ore 22:30 chiama in aiuto suo fratello e alcuni amici che lo portano ad una farmacia di turno Piazza Garibaldi. Il farmacista non apre la porta pur rendendosi conto della gravità della situazione poiché chiama un’ambulanza che non giungerà mai. Chiedono aiuto ad una pattuglia dei Carabinieri che si trovava sul posto, ma questi intimano loro di allontanarsi. Si rivolgono a un tassista a Piazza Mancini, il posto più vicino, che prima chiede dieci euro per la corsa fino all’ospedale più vicino e poi, di fronte all’urgenza, la rifiuta perché «non ha l’autorizzazione della Polizia». In una seconda farmacia di turno, il farmacista vende loro farmaci per un importo di 15 euro. Tornato a casa, Ibrahim comincia a vomitare. Dal 118 dicono a mezzanotte che non possono inviare un ambulanza “per un ragazzo che vomita” nonostante non fosse in condizioni di recarsi in ospedale e forniscono i contatti della Guardia Medica, questa conferma che prima deve essere visitato a Piazza Nazionale. I suoi amici portano sulle spalle Ibrahim in stato di incoscienza. Incrociano una volante dei Carabinieri che rifiuta di soccorrerli. Il medico di turno visita Ibrahim e chiama immediatamente un’ambulanza. Lunedì 10 luglio alle ore 2:30, Ibrahim viene trasportato in sala operatoria ma non ci arriva vivo. Alle ore 11:00 del mattino, il fratello, Bakary, rimasto nella sala di attesa del Ospedale Loreto Mare, è informato della morte di Ibrahim. Gli amici di Ibrahim accorrono sul posto nell’arco della giornata, la direzione dell’ospedale allerta la Polizia che intima loro ad andarsene.
Monica Jornet
Gruppo Errico Malatesta – FAI – Napoli