Ni una menos è un appello delle donne argentine allo sciopero generale, rivolto alle donne di tutto il mondo, contro la violenza maschile e non solo, lanciato per la giornata dell’8 marzo 2017. Il 21 gennaio scorso milioni di donne hanno dato vita a proteste contro il sessista, presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In Italia il 26 novembre scorso 200.000 donne hanno marciato a Roma contro il femminicidio e la violenza maschile. In occasione del prossimo 8 marzo le Donne Anarchiche del DAF (Devrimci Anarsist Faaliyet – Azione Anarchica Rivoluzionaria – della Turchia) hanno rilasciato un’intervista per Umanità Nova che pubblichiamo di seguito.
Stupro, femminicidio, la violenza contro le donne sta crescendo. Come è la situazione in Turchia?
In Turchia, nel 2014, 281 donne, nel 2015 303 donne, nel 2016, almeno 306 donne sono state uccise da uomini. Secondo le statistiche del 2016, più di 70 donne che chiedevano il divorzio sono state uccise dai loro mariti. Inoltre, nel 2016 almeno 417 ragazze hanno subito molestie sessuali; 119 donne sono state violentate. Il primo mese del 2017, 37 donne sono state uccise da uomini. In Turchia la violenza contro di noi è in costante aumento. Le decisioni dei tribunali o le campagne nei media non hanno alcun effetto dissuasivo per gli uomini. Al contrario, tutto ciò diventa parte di una politica “protettiva” maschile che incoraggia gli uomini nel compiere violenza.
Aborto, divorzio, spose bambine: com’è la situazione attuale in Turchia?
Dopo le ultime normative della legge sull’aborto in Turchia, la legge permette di abortire fino a 10 settimane in base alla richiesta delle donne. Ma questa autorizzazione è solo un meccanismo formale. Solo il 7,8% dei 431 degli ospedali pubblici sta fornendo il servizio dell’aborto discrezionale fino alla decima settimana di gravidanza. 53 su 81 città non hanno un ospedale pubblico che garantisca il servizio dell’aborto discrezionale. Il 78% di questi ospedali statali sta dando questo servizio solo nelle condizioni di obbligatorietà medica. L’ 11,8% di loro non garantisce alcun tipo di servizio riguardo l’aborto. Le donne che vogliono abortire hanno bisogno di avere un “permesso del marito”. Se la donna non è sposata, è davvero difficile per lei trovare un ospedale per abortire… Il 5,2% dei matrimoni che si sono tenuti nel 2015 sono matrimoni tra uomini adulti e ragazze minorenni. Con le nuove politiche dell’AKP, tra cui quelle che forzano le donne a sposare il proprio stupratore, c’è un evidente aumento di matrimoni tra adulti e ragazzine.
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Vi è un movimento di liberazione delle donne in Turchia?
In realtà, vi è una forte lotta delle donne in Turchia. In ogni città, ci sono associazioni alle prese con la violenza maschile ed organizzazioni di donne in lotta per l’emancipazione femminile. Come Donne Anarchiche stiamo lottando dal 2010 per affermare la liberazione delle donne contro lo stato e il capitalismo. Ci stiamo organizzando contro il patriarcato, le politiche di stato contro le donne e contro la nostra mercificazione messa in atto dal capitalismo. Stiamo lottando con le altre organizzazioni femminili su piattaforme comuni per realizzare la solidarietà delle donne nella lotta delle donne.
Il movimento LGBTQ come è organizzato?
Vi è un movimento LGBTQ in Turchia, che è anche molto organizzato. Per lo più partecipano al movimento associazioni o organizzazioni che agiscono sul terreno legale. Queste organizzazioni stanno operando cercando di creare un intervento contro le politiche di odio in particolare nei confronti delle persone LGBTQ. Ci sono poche piattaforme comuni (contro la guerra, contro la violenza…): noi, come Donne Anarchiche, agiamo in solidarietà con le organizzazioni LGBTQ. Una di queste azioni è in relazione ai prigionieri LGBTQ. Come Donne Anarchiche, l’anno scorso, abbiamo promosso l’”Iniziativa di Solidarietà per la prigioniera trans Esra” a favore di Esra Arıkan, che è una prigioniera nella prigione tipo H di Eskişehir. Abbiamo invitato l’organizzazione LGBTQ a questa iniziativa per agire più efficacemente nella solidarietà con le persone LGBTQ nelle carceri. I prigionieri LGBTQ si trovano ad affrontare molestie sessuali, stupri, torture e isolamento intensivo nelle carceri. Come Donne Anarchiche, questa lotta è anche una parte della nostra lotta di liberazione. Abbiamo promosso e organizzato tali campagne o piattaforme. Una nostra compagna ha la custodia di Esra ed un’altra è sua avvocata.
A quali esperienze passate si ispira la vostra lotta?
Noi, come Donne Anarchiche, ci siamo sempre ispirate alle nostre compagne ed alle donne che hanno lottato contro lo stato, il capitalismo ed il patriarcato nella storia. In particolare, le esperienze delle Mujeres Libres nel 1936 in Spagna, sono molto importanti per la nostra lotta. Siamo soggetti politici attivi nella lotta per l’anarchismo e questa lotta è auto-organizzata. Mentre stiamo lottando contro lo Stato ed il capitalismo, sappiamo che è veramente importante concretizzare la nostra identità di “donna”. Anche se il potere ci ha costrette ad essere “lavoratrici in fabbrica, contadine nei campi, cuoche in cucina, madri per i bambini e mogli per i mariti”, abbiamo scelto di combattere per la nostra libertà con la nostra identità anarchica. Noi non vogliamo avere il potere o la parità con gli uomini; stiamo lottando per creare la nostra libertà con le nostre mani. Per questo motivo, riteniamo che la lotta delle donne anarchiche sia inevitabile.
Avete relazioni con il Movimento delle Donne Curde?
Abbiamo buone relazioni con il Movimento delle Donne Curde. In particolare, siamo solidali con loro nel movimento contro la guerra. Abbiamo dato vita nel 2011 al movimento “Donne per l’obiezione di coscienza” nel 2011, dove siamo insieme a loro. A volte, si organizzano azioni collettive con loro nelle città curde, che si concentrano sui temi dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Turchia. Stiamo cercando di sottolineare l’importanza del ruolo della donna nei movimenti contro la guerra.
Cosa auspicate per il prossimo 8 marzo?
Noi saremo nelle strade, come tutte le nostre sorelle nel mondo, nella giornata dell’8 marzo, che è una giornata di rivolta e di solidarietà delle donne. Saremo in piazza contro le politiche maschili dello Stato, contro lo sfruttamento del capitalismo, contro la violenza dell’uomo e i massacri delle donne. Salutiamo tutte le nostre compagne e le donne con saluti rivoluzionari.
La traduzione in italiano è a cura di (A) for Freedom-Roma