Quale strategia oggi e nel futuro?

imagesPremessa
Lo scontro in corso contro il progetto‭ (‬1‭) ‬della Loi travail presenta molteplici aspetti.‭ ‬Le forme di lotta,‭ ‬la composizione dei movimenti sociali,‭ ‬l’anzianità e l’allargamento delle dinamiche devono interrogarci ed aiutarci a comprendere al meglio il presente ed il futuro.
Evoluzione della situazione dal‭ ‬2006‭ ‬ad oggi
Durante il movimento contro il CPE‭ (‬Contratto di Primo Impiego‭) ‬nel‭ ‬2006‭ ‬e quello contro la riforma del sistema pensionistico nel‭ ‬2010,‭ ‬le confederazioni sindacali sono state unite contro questi progetti di legge.‭ ‬In questa unione intersindacale,‭ ‬si vedeva già allora il tipico discrimine tra una parte di moderati pronti ad accodarsi al capitalismo‭ (‬CFDT,‭ ‬CFTC,‭ ‬CGC‭)‬,‭ ‬magari per ammorbidire i suoi effetti devastanti,‭ ‬ed una parte di tendenze riformiste,‭ ‬influenzate però da varie concezioni rivoluzionarie,‭ ‬desiderose di profondi cambiamenti sociali a favore dei salariati‭ (‬CGT,‭ ‬FO,‭ ‬Solidaires‭)‬.
Anni di governo della destra e la firma della CFDT in calce all’accordo sulle pensioni nel‭ ‬2003‭ ‬con in risultato di molte cancellazioni di tessere,‭ ‬avevano mantenuto una difficile unità dal‭ ‬2006‭ ‬al‭ ‬2012,‭ ‬anno di elezione di Francois Hollande.‭ ‬Una unità,‭ ‬d’altronde,‭ ‬che sembra molto più facile tra i responsabili sindacali nazionali che nelle aziende,‭ ‬dove si vedono poche iniziative intersindacali.‭ ‬Si ha però la sorpresa di vedere le confederazioni codiste‭ “‬corteggiate‭” ‬dal presidente Sarkozy a colpi di emendamenti legislativi senza peraltro cedere,‭ ‬come si temeva.‭ ‬La riforma passa,‭ ‬ma lascia una traccia‭ “‬antisociale‭” ‬indelebile nel quinquennato Sarkozy.‭ ‬Colui che seduceva una parte delle classi popolari a colpi di promesse di aumento del potere d’acquisto con il suo famoso‭ “‬lavorare di più per guadagnare di più‭” ‬non raccoglierà i suoi frutti.
La strategia adottata in questo caso era principalmente quello delle giornate d’azione nazionale accompagnata allo sciopero.‭ ‬Qui e lì determinati settori si mobiliteranno più di altri,‭ ‬ma il blocco codista cercherà soprattutto di impressionare l’opinione pubblica con enormi manifestazioni‭ (‬indispensabili indubbiamente per diffondere una contestazione maggiormente complessiva‭) ‬piuttosto che bloccare l’economia con degli scioperi ripetuti.
La rottura dell’alleanza con i sindacati codisti
L’allineamento del blocco codista al progetto della Loi Travail e più in generale alla politica governativa segna un punto di svolta:‭ ‬l’intersindacale di ieri lascia il posto all’interorganizzazione di oggi,‭ ‬composta dalla CGT,‭ ‬FO,‭ ‬Solidaires e dalle organizzazioni universitarie e liceali,‭ ‬che non sono,‭ ‬propriamente parlando,‭ ‬organizzazioni di mestiere.‭ ‬La grande petizione firmata e propagandata su Internet ed i social network ha permesso di far conoscere la negatività del progetto di EL Khomri‭; ‬inoltre,‭ ‬un movimento autonomo che si è nuovamente sviluppato in particolare dopo il movimento contro il CPE e propagatosi nelle ZAD (‬2‭) ‬e nel circuito antifascista si è innestato su questa dinamica.,‭ ‬per non dire del movimento Nuits debout che occupa piazza un po‭’ ‬dappertutto in Francia tenendovi assemblee generali aperte a tutti.
Belle manifestazioni si sono viste,‭ ‬con un numero di partecipanti niente affatto disprezzabile.‭ ‬Le assemblee generali di Nuits debout con il loro funzionamento creano nuovi ponti tra le differenti componenti del movimento sociale.‭ ‬Le componenti autonome hanno portato uno slancio radicale nelle manifestazioni.‭ ‬Soprattutto,‭ ‬però,‭ ‬dopo alcune settimane,‭ ‬i salariati dei settori chiave dell’economia,‭ ‬ma non solo essi,‭ ‬danno vita a scioperi regolarmente riconvocati con delle ripercussioni a livello economico pressoché sconosciute fino ad oggi.
Si impongono dunque delle prime constatazioni.‭ ‬Il movimento sociale ha preso una forma inedita:‭ ‬poche assemblee generali interprofessionali come nel‭ ‬2010‭; ‬alleanze più o meno implicite superano il quadro abituale della contestazione in Francia‭; ‬con l’assenza dei sindacalisti codini,‭ ‬il movimento sociale ha generato una capacità offensiva per lo meno simile a quella del movimento del‭ ‬2010,‭ ‬forse maggiore.‭ ‬Numerosi furono all’inizio coloro che volevano vedere le istanze confederali maggiormente inclini alla lotta staccarsi dalle altre confederazioni:‭ ‬discussione oramai inutile,‭ ‬poiché queste hanno scelto autonomamente di allearsi con il governo,‭ ‬comprese le istanze confederali della CGT che si erano fatte notare con il famoso‭ “‬lo sciopero generale non si decreta‭” ‬lanciato da Bernard Thibaut nel‭ ‬2003.‭ ‬Numerosi furono i delusi di questa politica in cui vedevano un sabotaggio di una confederazione che non voleva davvero lottare contro la riforma delle pensioni.‭ ‬Sembra piuttosto,‭ ‬di sicuro oggi,‭ ‬che gli appelli un po‭’ ‬timidi di Philippe Martinez raccolgono soprattutto la paura di una perdita di credibilità se l’appello non viene seguito.‭ “‬Sono i salariati che decidono‭” ‬come egli ricorda.
Possiamo rallegrarci di questa situazione:‭ ‬è una prima vittoria nella fase montante dell’attuale movimento e di quello a venire.‭ ‬Conviene,‭ ‬di conseguenza,‭ ‬interrogarsi sulle future alleanze,‭ ‬il loro mantenimento o allargamento.‭ ‬In effetti,‭ ‬se domani un eventuale Presidente Juppé riproponesse una bella misura antisociale e che i sindacati gialli di ieri ci bussassero alla porta,‭ ‬gliela apriremmo‭? ‬Su quale base‭? ‬Quale legame creare per mantenere le relazioni tra partecipanti alla Nuit debout,‭ ‬autonomi,‭ ‬sindacalisti,‭ ‬ecc.‭? ‬Non è affare da poco,‭ ‬anzi è fondamentale:‭ ‬una cesura talvolta separa certe componenti del movimento sociale.‭ ‬Tuttavia,‭ ‬c’è di che essere ottimisti su certi punti:‭ ‬il movimento resiste ancora oggi dopo molti mesi senza che se ne veda il termine‭ (‬vita lunga resa certo difficile data la violenza della repressione‭); ‬inoltre,‭ ‬una interorganizzazione di giovani dalle appartenenze più diverse si è costituita e continua a lavorare insieme malgrado disaccordi e differenze importanti,‭ ‬una volontà di movimento che sorpassa il quadro delle classiche alleanze di organizzazione vede la luce,‭ ‬che ha permesso alle prime manifestazioni dei‭ “‬giovani‭” ‬di dare il ritmo della protesta,‭ ‬prima di lasciar posto,‭ ‬un po‭’ ‬per stanchezza,‭ ‬ai sindacati.
Confederazioni in lotta ma prudenti
Particolarmente i lavoratori delle raffinerie,‭ ‬dell’energia,‭ ‬dei trasporti,‭ ‬oltre a molte/i di altri settori hanno raccolto la staffetta dei giovani.‭ ‬Punto importante,‭ ‬per la prima volta dopo molto tempo si sente parlare seriamente di sciopero generale nelle direzioni confederali della CGT,‭ ‬che sembrano maggiormente in sintonia con la base rispetto al passato.
L’esasperazione generalizzata dei salariati di fronte alle promesse di un cambiamento che si attende da una eternità ha radicalizzato un notevole numero dei quadri sindacali di base.‭ ‬Le varie direzioni sindacali in lotta sembrano interne a questo processo,‭ ‬seguono il movimento e gli conferiscono un equilibrio.‭ ‬Si dice di come nella CGT i ferrovieri fossero contrari ad un appello allo sciopero generale perché troppi salariati e sindacati li avrebbero lasciati soli nella lotta come nel‭ ‬1995:‭ ‬il ritardo nell’appello allo sciopero a ripetizione dei ferrovieri‭ – ‬che hanno atteso la mobilitazione nelle raffinerie,‭ ‬nei trasporti e nelle centrali energetiche‭ – ‬si spiegherebbe dunque in questo modo.‭ ‬Lo sciopero isolato dei ferrovieri sembra aver lasciato il segno.
Questo timore,‭ ‬d’altronde,‭ ‬continua a toccare i responsabili sindacali,‭ ‬che spingono particolarmente per non sistematizzare l’uso delle casse di resistenza sulle quali nei momenti di lotta fanno eccessivo affidamento militanti e sindacati.‭ ‬Alcuni pensano che questo possa pesare negativamente sulla determinazione iniziale degli scioperanti,‭ ‬compromettendo le dimensioni del movimento,‭ ‬e si dice che è questo il motivo per cui determinati sindacati hanno preferito attendere prima di richiedere un sostegno finanziario.
I timori sono fondati:‭ ‬lo sforzo deve essere diviso equamente ed è noto che è difficile mobilitarsi in un gran numero di settori.‭ ‬Ciononostante,‭ ‬è legittimo domandarsi se questi timori non danneggino l’organizzazione e la preparazione delle lotte:‭ ‬non è difficile incontrare salariati i quali dicono che questa scelta pesa fortemente sulla busta paga.‭ ‬È ancora difficile trovare in ciò un equilibrio:‭ ‬indubbiamente occorrerà organizzarsi in merito in una qualche maniera.
Nuits debout
Il movimento Nuits debout è continuamente presente e si è molto saggiamente costituito in maniera fortemente ostile verso partiti e sindacati.‭ ‬Nato da un confronto di militanti della‭ “‬sinistra critica‭”‬,‭ ‬ha permesso un momento di espressione specifica a persone spesso‭ “‬non rappresentate‭” ‬e cani sciolti a fianco degli organizzati:‭ ‬si sono stretti dei legami e ne sono risultate convergenze.
Tuttavia il movimento è ora meno seguito anche se sempre in piedi:‭ ‬le grandi assemblee generali hanno le loro virtù ma anche i loro limiti.‭ ‬Riattivare una prassi di democrazia diretta con il lavoro in commissione ed l’assemblea generale in fase successiva è utilissimo per l’elaborazione delle idee,‭ ‬la convergenza delle lotte e la diffusione delle proposte.‭ ‬Non basta però pronunciarsi a favore di uno sciopero generale se si è fuori dal proprio posto di lavoro:‭ ‬c’è ancora molto da fare.‭ ‬Se la constatazione comune della necessità di uno sciopero generale è evidente,‭ ‬il movimento si ritrova nella stessa situazione dei militanti di Occupy Wall Street le cui formule fascinose non hanno poi trovato applicazione concreta:‭ ‬non si costruisce uno sciopero generale senza sindacalismo.‭ ‬In ogni caso,‭ ‬Nuits debout ha portato alle luci della ribalta la questione del salariato e di un cambiamento del sistema:‭ ‬già questo è una cosa formidabile.
Gli autonomi‭(‬3‭)
Alcuni blocchi neri formati da autonomi sono apparsi numerosi e determinati.‭ ‬Nel‭ ‬2006‭ ‬gli scontri avevano luogo soprattutto dopo le manifestazioni e,‭ ‬nel‭ ‬2010,‭ ‬accadde la stessa cosa:‭ ‬stavolta,‭ ‬essi prendono il via all’inizio delle manifestazioni.‭ ‬Tra l’approccio strategico del movimento,‭ ‬il gusto di prendersela con i simboli del sistema e la difficoltà di analizzare i fenomeni suscettibili di fare entrare gli attori‭(‬4‭) ‬in movimento,‭ ‬non è semplice riflettere e trarre conclusioni su questi aspetti.
Di certo,‭ ‬la determinazione‭(‬5‭) ‬degli autonomi sembra avere attirato alcuni giovani,‭ ‬particolarmente dei liceali,‭ ‬stanchi delle umiliazioni poliziesche e di essere condannati ad un futuro ben poco brillante.‭ ‬Riconosciamolo.‭ ‬Detto questo,‭ ‬la violenza della repressione ha però velocemente raffreddato gli ardori dei meno temerari.‭ ‬Sorprendendo molti militanti,‭ ‬le confederazioni hanno all’inizio condannato assai poco queste azioni,‭ ‬almeno fino agli scontri con i loro servizi d’ordine.
Qual è l’obiettivo degli autonomi‭? ‬Provocare l’insurrezione che sembra loro in dirittura d’arrivo…‭ ‬ad ascoltare certi materiali di propaganda‭ (‬ben realizzati e ripresi con arte‭) ‬si apprende che lo scopo è quello di essere in prima linea per facilitare l’arrivo di manifestanti che vogliono combattere numerosi nei cortei sindacali.‭ ‬Se si tratta davvero dell’idea basilare,‭ ‬bisogna rovesciarla.‭ ‬Si deve non frequentare per nulla gli ambienti sindacali per pensare che questi trabocchino dal desiderio e dai preparativi di sommosse o addirittura insurrezionali.‭ ‬Un gran numero di manifestanti non partecipa più ai cortei a causa dei lacrimogeni che si beccano nelle manifestazioni:‭ ‬una parte del movimento sembra essere stato distrutto in questa maniera.‭ ‬D’altro canto,‭ ‬alcuni affermano che questa radicalizzazione delle manifestazioni contribuisce,‭ ‬per imitazione,‭ ‬a radicalizzare il resto delle lotte e particolarmente le azioni sindacali.‭ ‬Difficile provare se si tratta di un’affermazione vera o di fantasia:‭ ‬i sociologi,‭ ‬si spera,‭ ‬ce lo diranno forse a cose fatte.
Il settore privato è ancora molto poco presente
Constatiamo,‭ ‬infine,‭ ‬che i salariati del settore privato si mobilitano oggi sempre molto difficilmente.‭ ‬Ciò a causa del fatto che l’azienda capitalistica e la società dei consumi sono delle strutture sociali ed istituzionali sempre più totalitarie nel loro funzionamento:‭ ‬o ci si piega o se ne è completamente esclusi.‭ ‬Si ha voglia di rendere condannabile legalmente la discriminazione sindacale,‭ ‬dal momento che si tratta di un reato difficilissimo da provare.‭ ‬Mettetevi in sciopero in uno stabilimento senza una forte sezione sindacale,‭ ‬sarete ben presto in vista di una nota disciplinare se non di un licenziamento‭; ‬andate allora a dire alla vostra famiglia‭ “‬questo mese non si mangia,‭ ‬non si pagano fitto e bollette,‭ ‬perché mi son fatto licenziare‭” ‬e sarete ben presto in vista di un divorzio e della perdita dei figli.
Occorre allora pensare ed operare per le condizioni di sviluppo delle sezioni sindacali deboli.‭ ‬Le casse di solidarietà‭ (‬sino a quelle più generalmente di solidarietà‭) ‬e preparati gruppi di avvocati costituiscono un elemento fondamentale in questa direzione,‭ ‬ma anche rivendicazioni per una più adeguata rappresentanza ed un più forte controllo sindacale sembrano a tutti indispensabili per proteggere le minoranze agenti e renderle efficaci.‭ ‬Questo perché se operiamo in direzione di una rivoluzione autogestionaria,‭ ‬federalista e socialista,‭ ‬cerchiamo di essere quanto meno in fase con la realtà del nostro contesto politico.
Nathan‭ (‬Groupe Salvador-Segui‭ – ‬Fédération Anarchiste‭)
‭(‬1‭) ‬Le parole hanno un senso più profondo di quel che non sembri:‭ ‬presentiamola sempre come un progetto e non come una legge definitivamente adottata per non partire sconfitti in partenza.
‭(‬2‭) ‬Zone à Defendre:‭ ‬raggruppamenti a carattere libertario francese che operano soprattutto per la difesa dei territori attaccati dalla speculazione capitalistica e/o dal militarismo‭ [‬NdT‭]‬.
‭(‬3‭) ‬In Francia,‭ ‬il termine‭ “‬autonomo‭”‬,‭ ‬a differenza dell’Italia,‭ ‬non indica un’organizzazione e/o area specifica presente e/o passata,‭ ‬ma è inteso nel senso originario di‭ “‬militante non legato ai partiti e/o sindacati tradizionali‭” [‬NdT‭]‬.
‭(‬4‭) ‬Letteralmente.‭ ‬Credo l’autore dell’articolo si riferisca al rischio di lasciare agire agenti provocatori‭ “‬recitanti‭” ‬la parte di manifestanti‭ (‬si pensi al caso del poliziotto armato travestito da‭ “‬black block‭” ‬le cui foto hanno fatto il giro della rete‭) [‬NdT‭]‬.
‭(‬5‭) ‬Per quanto impressionanti possano essere le immagini dei‭ “‬teppisti‭”‬,‭ ‬il termine‭ “‬violenza‭” ‬non è sempre adatto a descrivere la situazione presente.‭ ‬Un compagno anarchico radicalmente non violento,‭ ‬mi definì un giorno la violenza come un atto che si rivolge ad un essere umano,‭ ‬non a degli oggetti,‭ ‬il che lo faceva militare nelle grandi azioni di sabotaggio come quelle rivolte verso i camion che consegnavano‭ ‬Le Parisien Libéré‭ ‬alle quali partecipava.‭ ‬Ricordo anche un bell’articolo di Jacky Toublet sul livello della violenza e specificamente il minimo livello che si dispiega nell’efficacia dell’azione sindacale.‭ ‬Innegabilmente alcune violenze contro i poliziotti hanno avuto luogo,‭ ‬tra cui in particolare un poliziotto seriamente ferito da una pietra scagliata.‭ ‬D’altronde sono soprattutto i manifestanti ad essere picchiati duramente,‭ ‬con occhi persi ed arti rotti:‭ ‬i nostri robocop si danno bene da fare e non gli farei il regalo di parlare della violenza dei teppisti.

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