Fratelli d’Italia ha perso nelle ultime elezioni regionali il 41% dei voti che aveva avuto alle europee di giugno. Nonostante questi dati, i sondaggi continuano a dare la principale forza della maggioranza di governo con il vento in poppa.
Dagli 851 mila voti ottenuti in Liguria, Emilia Romagna e Umbria alle europee, FdI è passato a 502 mila voti complessivi nelle recenti regionali, perdendo quindi 349 mila voti in termini reali. Se prendiamo questi dati e li rapportiamo ai voti presi da Fratelli d’Italia nelle tre regioni alle politiche (2022) e alle europee (giugno 2024) in tutta Italia, possiamo ipotizzare quanti voti prenderebbe il partito di Giorgia Meloni se si votasse oggi. Ebbene, il risultato è meno di quattro milioni, con una perdita stimabile attorno a due milioni e settecentomila voti.
Perché questa perdita di consensi non fa cadere il governo fascista? Di fatto l’opposizione parlamentare è la principale alleata del Governo: non solleva questioni fondamentali come la politica di guerra e l’adesione ad una politica estera competitiva fra le superpotenze che si traduce in chiusura dei mercati, diminuzione delle esportazioni e crisi economica, oltre che in importazione di beni di consumo e materie prime dai paesi “amici” a prezzi esorbitanti. La CGIL inoltre è stata spinta a proclamare lo sciopero generale dal crescente malcontento delle lavoratrici e dei lavoratori di fronte all’immobilismo delle burocrazie e poi a confermarlo, nonostante la convocazione a Palazzo Chigi, dal successo ottenuto dai sindacati di base nello sciopero della scuola (31 ottobre) e in quello dei trasporti (24 novembre). Se Landini voleva fare qualcosa di concreto per migliorare le condizioni della forza-lavoro, poteva revocare la firma dell’accordo interconfederale sul contenimento dei salari. Questo accordo ha portato i salari a perdere il 13% in termini reali nel solo quadriennio 2020-2023, mentre i dividendi delle maggiori società italiane sono aumentati dell’86%, sempre in termini reali. Una spiegazione del comportamento dell’opposizione può essere trovata nell’incontro tra la segretaria della principale forza di opposizione, il Partito Democratico, e Mario Draghi, che è stato un po’ tutto e ora è “consigliori” della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. Mario Draghi avrà spiegato alla Schlein che la Commissione Europea, pur di avere i 24 voti di Fratelli d’Italia, avrebbe rinunciato ad almeno 70 voti di socialisti e popolari. Il governo Meloni, cioè, è ben visto a Bruxelles (dove ha sede anche la Nato) e la Schlein e il PD devono fare buon viso a cattivo gioco visto che per governare in Italia contro vento si va ma contro la Nato no.
Inoltre il governo Meloni ha sicuramente anche degli estimatori oltre Tevere. La gerarchia vaticana ha incassato la proclamazione della gravidanza per altri reato universale, mentre la Conferenza Episcopale Italiana incasserà il nuovo bonus di 1500 euro a iscritto alle scuole private.
Questo spiega anche il mistero dei sondaggi. Sabato 30 novembre è stato pubblicato il sondaggio di Nando Pagnoncelli sul “Corriere della Sera”. Le intenzioni di voto registrate dal sondaggio ci dicono che il partito fascista cresce di un punto, arrivando al 27,7%, mentre la presidente del consiglio scende di tre punti nell’indice di apprezzamento. Questo sondaggio è coerente con altri diffusi prima e dopo le elezioni regionali, che non hanno registrato alcuna variazione sostanziale nella percentuale di consenso tra i votanti.
Se questi sondaggi rispecchiano la realtà, la stabilità delle intenzioni di voto rispetto al drastico calo di voti reali potrebbe essere spiegata solo con l’aumento degli astenuti, ben oltre il 50% che rappresenta non solo una soglia psicologica: con risultati di questo tipo saranno la Repubblica e tutte le istituzioni ad essere delegittimate agli occhi della maggioranza della popolazione e, non potendo più contare sul consenso, ricorreranno alla violenza di cui stanno già preparando gli strumenti.
È molto più probabile però che questi sondaggi facciano parte della cortina fumogena che viene stesa attorno al governo, per nascondere le difficoltà reali di fronte a cui si trova e la crescente perdita del consenso nel Paese e dare una stampella alla pavida opposizione parlamentare.
Quanto durerà ancora il governo non è possibile saperlo, ovviamente. Quello che è certo è che agli occhi della maggioranza della popolazione è già un cadavere che cammina, sostenuto solo dalle classi privilegiate, dai circoli militari e dalla gerarchia cattolica, e difeso solo dai manganelli degli sbirri.
Per quanto ci riguarda continueremo la nostra lotta contro le politiche di miseria e di guerra, contro le misure oscurantiste e quelle repressive, per buttare giù questo e tutti i governi.
Tiziano Antonelli