Più galera per tutti (i migranti)

Il governo Meloni ha scelto ancora una volta una cornice simbolica per annunciare nuovi provvedimenti repressivi contro i migranti. La prima volta era stata a Cutro, dove si era appena consumata una nuova strage di Stato, in questa occasione ha scelto Lampedusa dove da mesi si sta creando a tavolino l’emergenza stipando chi arriva sull’isola.

Gli obiettivi del governo sono due e ricalcano le politiche di tutti i governi precedenti. La prima è il blocco delle partenze, pagando i governanti dei paesi di emigrazione e transito. Non le sarà facile, specie se mira a far pagare all’UE o persino all’ONU le mazzette destinate ai governi africani.

Il secondo obiettivo è il rinforzamento della detenzione amministrativa, prolungando a 18 mesi il periodo di reclusione nei Centri per il Rimpatrio e dando mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti, scegliendo piccole località poco abitate. Non solo. Anche i richiedenti asilo saranno obbligati a restare sino a 18 mesi nelle strutture che verranno, con gli stessi criteri, realizzate per loro.

Il nocciolo dell’operazione è l’affidamento al Ministero della Difesa dell’intera operazione. Una scelta che consente di limitare i costi riutilizzando l’immenso numero di strutture militari dismesse dopo la sospensione della leva obbligatoria. Una scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.

In questo modo si evita di passare dal parere dei comuni e delle regioni.

Un merito va riconosciuto a Meloni: il governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.

Da: anarresinfo.org

Dopo che è stato pubblicato questo testo, il governo ha proseguito nella sua persecuzione contro le persone in cammino, imponendo a chi richiede asilo di prestare una fidejussione di quasi 5000 euro se non presenta un documento di riconoscimento, al fine di evitare il trattenimento, cioè la reclusione in un CPR.

In altre parole il governo, dopo aver creato l’emergenza con la normativa sull’immigrazione, cerca di specularci sopra. È la logica del permesso di soggiorno che produce l’irregolarità della posizione, a cui l’autorità politica risponde con misure sempre più vessatorie. Aumentare le pene per una misura inapplicabile perché non adeguata ai bisogni della società non la fa diventare automaticamente applicabile, ma i governi riconoscono i propri errori solo quando vi sono costretti dalla mobilitazione popolare.

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