Dal 7 al 10 aprile si sono svolti i lavori del dodicesimo congresso dell’IFA, l’Internazionale delle Federazioni Anarchiche. L’onere, l’onore (e senz’altro il piacere) di ospitare l’evento sono toccati alla nostra federazione, la Federazione Anarchica Italiana, e in particolare alle compagne e ai compagni di Reggio Emilia.
Il congresso si è tenuto infatti a Massenzatico, alle porte della città emiliana, dove si sono riunite le delegazioni delle federazioni aderenti all’Internazionale. Oltre naturalmente alla Federazione Anarchica Italiana, erano presenti compagni francesi, iberici, sloveni, britannici, bulgari, rumeni, svizzeri, greci, siciliani della Federazione Anarchica Siciliana (alla prima partecipazione a un congresso dopo la recente adesione all’Internazionale), curdi, argentini, messicani, brasiliani, cubani.
Molti e complessi gli argomenti affrontati durante i workshop e le sessioni plenarie che hanno scandito le giornate dei lavori. Dalle riflessioni su capitalismo, guerra e autoritarismo (analisi della guerra in Ucraina, rinnovato impegno antimilitarista su scala globale, strategie anarchiche per contrastare la globalizzazione neoliberista e la corsa al riarmo) passando per le lotte sociali al fianco delle classi sfruttate e dei popoli oppressi e contro il dilagare del neofascismo, fino al delicato tema delle migrazioni, sempre più legate non solo a emergenze socioeconomiche come guerre e povertà, ma anche climatiche (desertificazione dei territori, deforestazione, ecc.).
In questo senso, i delegati hanno messo a confronto le esperienze nelle lotte ambientali nelle quali le anarchiche e gli anarchici sono impegnati in tutto il mondo e hanno avviato una discussione sull’energia, sulle critiche alle false vie ecologiche offerte dal capitalismo e su quali approcci alternativi possiamo supportare.
Conseguentemente, si è parlato anche di prospettive “low-tech”: come liberarsi dalla concezione di una tecnologia onnivora e devastante in favore di un progresso scientifico realmente utile e sostenibile. Si è parlato anche di religione e di come attualizzare l’anticlericalismo libertario nella lotta contro tutte le istituzioni religiose mantenendo nel contempo uno sguardo critico ma rispettoso sul sentire religioso di quelle comunità locali che anche grazie al mantenimento di queste tradizioni resistono ai processi di assimilazione e neocolonizzazione.
Interessante anche il dibattito e il confronto di esperienze sulle lotte che riguardano questioni di genere, femminismo e transfemminismo, nella comune valutazione di quanto questa tematica sia fondamentale per l’agire anarchico. Infine, sotteso a ogni ragionamento sulle lotte per la libertà, si è sviluppato un discorso sull’educazione libertaria, attraverso il confronto di esperienze concrete in Sudamerica e in Europa.
Queste giornate hanno avuto il merito di rinsaldare i legami di solidarietà internazionalista che da sempre fanno parte integrante del bagaglio culturale del movimento anarchico. Per noi l’internazionalismo è un valore fondante e non ha mai smesso di esser tale. Ancora oggi, nel 2023, a centocinquant’anni dalla nascita dell’anarchismo come movimento politico organizzato, siamo presenti in tutto il mondo con le nostre idee e le nostre pratiche.
Sicuramente non mancano le difficoltà. La società globale è una società complessa e le risposte non possono essere semplicistiche.
Inoltre, per quanto sia evidente l’esistenza di un filo che tiene insieme e accomuna tutte le lotte per l’emancipazione in tutto il mondo, risulta necessario uno sforzo di intelligenza e di sensibilità collettive per declinare l’intervento politico e sociale nella maniera più efficace a seconda dei territori in cui si vive e si lotta.
Sono emerse anche delle divergenze o, quanto meno, delle differenze nell’analisi di alcune dinamiche mondiali, così come sono venute a galla delle fisiologiche diversità nell’approccio ad altri fenomeni. Su tutto, comunque, si è cercato di trovare una sintesi attraverso un confronto costruttivo e leale, rimandando comunque alla produzione di ulteriori documenti il compito di chiarire le posizioni delle varie federazioni.
Numerosi gli attestati di stima pervenuti ai nostri compagni della FAI del segretariato uscente dell’Internazionale sia per il loro lavoro degli ultimi quattro anni, sia per l’organizzazione di queste quattro giornate emiliane semplicemente perfette durante le quali non sono mancati i momenti di convivialità e intrattenimento (uno su tutti, il concerto di Alessio Lega).
Al nuovo segretariato, assunto dai compagni della FAO slovena, va il nostro più caloroso augurio di buon lavoro.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria